giovedì 13 giugno 2013


Tutti a volte nelle nostre vite abbiamo pene,
Tutti abbiamo del dolore
Ma se siamo saggi
Sappiamo che c'è sempre un domani.
Conta su di me, quando non sei forte
Sarò tuo amico
Ti aiuterò ad andare avanti
Non passerà a lungo
Che io avrò bisogno
Di qualcuno su cui contare.
Per piacere, manda giù il tuo orgoglio
Ho cose che tu hai bisogno di prendere in prestito
Perchè nessuno può occuparsi delle esigenze
Che non vuoi mostrare.
Conta su di me, quando non sei forte
Sarò tuo amico
Ti aiuterò ad andare avanti
Non passerà a lungo
Che io avrò bisogno
Di qualcuno su cui contare.
Se c'è un carico che devi sopportare
Che non riesci a tenere
Sono qui sulla strada
A condividere il tuo carico
Se solo mi chiami.
Quindi chiamami fratello, quando hai bisogno di una mano
Tutti abbiamo bisogno di qualcuno su cui contare
Potrei io avere un problema che tu capiresti
Tutti abbiamo bisogno di qualcuno su cui contare
Conta su di me, quando non sei forte
Sarò tuo amico
Ti aiuterò ad andare avanti
Non passerà a lungo
Che io avrò bisogno
Di qualcuno su cui contare.
CE LA FAREMO. 
BASTA CHE RIMANIAMO INSIEME, IL MONDO NON SARA' UN PROBLEMA. NON LO E' MAI STATO IN FIN DEI CONTI,ALTRIMENTI NON SAREMO QUI ORA.
Ansia, solo questo, ansia, paura e terrore allo stato puro di quello ceh sta per succedere e ogno giorno in cui non studio mi sento in colpa, sempre di più, sempre di più, opgni giorno temo, temo di non fare abbastanza perchè quest'estate me la vorrei godere eppure non ci riesco, non riesco a non pensare ogni giorno"devi studiare"... ma la mia maente continua a dirmi che studiare poi non serve a molto perchè ci sarà sempre qualcuno che vale di più di me e che sicuro entrerà, entrerà e riscalderà quella sedia che io volevo riscaldare, si ruberà il mio  futuro e lo farà davanti ai miei occhi, davanti ai miei occhi 

domenica 9 giugno 2013

La carica dei proiettili






Oggi. Oggi. 
Sì, oggi.
Oggi è l'inizio, ma anche la fine. Oggi è un giorno importante, per entrambe.
Oggi è il compleanno di tua madre. Oggi vado a ballare. 
Oggi si festeggia. 
Questi ultimi giorni sono stati perfetti, credimi. Quelli che aspettavo, da tanto. Non che sia successo alcunché di particolare, no. Solo sono stati perfetti. 
Finalmente. 
Da qui in poi si può solo migliorare, perché è finita. Perché è cominciata.
E' come se fossimo dinanzi ad un tavolo di vetro, sul quale è poggiato un bicchiere pieno a metà. Noi siam lì, a fissarlo,con aria perplessa e preoccupata, indossando gonne al ginocchio e uno chignon alto.
Quanto è stata dura quest'anno. Davvero, quanto lo è stato. 
Sembrava così lontana questa fine. Così tanti progetti da portare a termine e così poco spazio. Un solo obiettivo, grande come la Savana e tosto come le scogliere di Dover. 
A volte la vita sembra insuperabile, poi, in men che non si dica, ti ritrovi già alla fine.
Il tempo di un respiro risucchiato all'indietro ed ero qui, seduta a questa stessa scrivania a temere l'inizio dell'anno. Ora, invece, è già finito.
E' stato strano. Sembra un istante fa, ma ogni secondo è stato oscenamente massiccio.
Eppure è finita. Anche quando credevo non si potesse, ce l'ho fatta e credimi se ti dico che ogni 1° del mese mi son sentita come fossi ai piedi di un monte di cui non vedevo la vetta. Conciliare tutto. Casa, famiglia, scuola,media,british,corsi,corsa. Tutto di corsa. Corri, Cecilia! Corri e non ti fermare, non ora. Non lasciar trasparire niente e vai avanti. Non fermarti ora, non stancarti adesso. Pensa, pensati! 
Ogni santo giorno, ogni benedetta sveglia, ogni sera passata fino a tardi su libri che non sapevi neppure di cosa potessero mai parlare a quel punto. Ogni mattina squarciata prima di tutti gli altri, nel letto con il freddo, con il caldo, che avrei voluto e che non ha fatto in tempo ad arrivare, a ripetere materie per le quali un'ora dopo non sei stata neppure mai interpellata. Ogni secondo, ogni istante speso solo a dare il meglio, in una corsa in cui mi son sentita sempre senza allenamento. 
Concilia tutto, Cecilia. Dai, che sei forte, forte, forte. Forte, certo. Si fa presto a dire così, poi ti ritrovi con un cervello compresso e delle lacrime che non sai davvero come mai stiano venendo fuori, perché si son chiamate da sole. Corri, tu corri sempre però! 
E no, non lamentarti, Cecilia, perché con chi vuoi farlo? E di cosa poi? E chi incolpare? 
Nessuno, è solo colpa tua che vuoi fare questo da grande, più di ogni altra cosa. 
Io non lo so, io non sono una che si batte, ma ho capito una cosa quest'anno. Sono una tenace, sono una che non molla. Fino allo sfinimento, fino all'esaurimento, che stavolta mi ha raggiunta e che sto curando a poco a poco. 
Non c'è stata giornata in cui abbia rinunciato a qualcosa. Tutto è stato frutto di un piano, di un progetto, per andare sempre meglio. Ed è stata dura, davvero dura, credimi. So che può sembrare difficile a vedersi, perché per questi lunghissimi dieci mesi non mi son permessa nessuna emozione, ma è stata una battaglia. Se mi guardo indietro ancora non riesco ad intravedere la fonte che mi ha fornito tutta quella forza. Eppure. 
Eppure ora sono qui e non fa niente se psicologicamente sono da resettare. Ce l'ho fatta. Li ho scalati tutti, i monti. 
Da fuori non si capisce mai. Da fuori non è mai come dal di dentro, perché quest'anno è stata una battaglia contro me stessa. Contro quella che diceva che tanto non ce l'avrei fatta. 

Invece no.      Non stavolta.     Non per questo.

Tu mi hai fatto rendere conto di una cosa. Hai pronunciato una frase, che non dimenticherò:"Non ho conosciuto mai persone che vogliono qualcosa così tanto". E io ancora non lo sapevo che quello significava volere qualcosa. Lo facevo e senza chiedermi, perché non vedevo nessun'altra uscita. Poi ho capito. 
Io lo voglio. Lo voglio e basta, lo voglio. Sì, lo voglio, è così che si dice?
E quando vuoi tanto qualcosa, ci provi fino a rimanerne provata. Poi, al resto ci pensano i piani Alti. 

Niente, quindi niente. 
Siam io e te, sedute dinanzi a questa lastra di vetro, a fissare il bicchiere con dell'acqua che lo segna giusto a metà. 
Oggi è la fine, ma anche all'inizio.
Fissiamo questo bicchiere perplesse.
Sta a noi decidere che visuale adottare.
O è mezzo pieno o mezzo vuoto. La risposta giusta è la vita che volevamo, quella sbagliata e siamo fuori. 
La si può vedere come la fine del riposo, il termine di una sosta ridicolmente breve. Oppure.
Può essere quel momento nei film in cui i supereroi vengono riforniti delle armi speciali.
Mezzo vuoto? Mezzo pieno? 
Fine? Inizio?
Fuori? Dentro?
Guarda avanti. Non ti fermare, Cecilia! Corri! Pensa, pensati!
Non ci fermiamo. No, non adesso.




indipendence