Sai che ti dico? Che sono davvero felice di partire e non me ne frega nulla che quella è anche la sua città. Per prima cosa è la cittadina di campagna della mia infanzia. La casa di mia nonna. La villa di mia zia. I veglioni con le mie cugine. Le passeggiate in bicicletta. Le chiacchierate in veranda con Lei. La mia spiaggia. Le nostre risate. I nostri pianti. I tramonti mozzafiato. I campi di girasoli. Le passeggiate notturne. Le notti delle stelle cadenti. Le felpe bagnate dall'umido della sabbia. L'estate delle ragazze francesi. C'è qualcosa di me in ogni singolo posto di quel luogo e ci sarà sempre. Per me. E di lui, invece, ben poco. E quel poco lo farò sparire, perché sono stanca di ricordarli sempre tutti. Mi hanno stufato. Io mi sono stufata, perché non mi disfo mai di nessuno e non ne capisco il motivo.
Necessito di loro? No, perché alla fine non ci sono. Non ci saranno mai, devo ficcarmelo in questa benedetta testa. Sono così brava a capire come andranno tutte le vostre storie e con le mie non ne azzecco neanche una.
E adesso è tardi. Lo so che è tardi, smettila di dirmelo con quella tua voce che mi rimbomba nella testa ogni volta che non dovrei far qualcosa, Rì, che tanto non me ne vado a dormire, se non mi sono sfogata fino all'ultimo. E' sempre stato così, quindi tu adesso cioncati lì e non parlare, che almeno quando sono qui, questo sai farlo bene.
Dicevo... mi respira l'anima al pensiero di dover andare via da qui e non perché "qui" non mi vada più bene. O meglio, anche per questo, ma soprattutto perché il fantasma della mia storia con lui sta cominciando ad inseguirmi in maniera fin troppo maniacale ed è arrivato il momento di soffiarlo via.
E' stata una relazione come possono essercene di tante, tantissime, infinite. Tutti si amano a questo mondo e tutti soffrono e io sono parte di quei tutti, dovevo immaginarlo. Niente di più banale di un primo amore nato durante l'estate, ecco cos'è stato. Non voglio esagerare, soltanto ridimensionare.
Sono stufa, stufa e stufa. Non vedo l'ora di arrivare lì e ricominciare. Ripartire, perché la mia estate è finita prima di quel giorno e voglio riprenderla. Sono colpevole della fine di un'amicizia, dello sgretolamento di legami familiari e di un'intera comitiva, lo so, ma me ne frego. Se due cugini sono stati capaci di separarsi per una ragazza, non è affar mio. Non più, almeno.
L'unica cosa che mi interessa ora è vivere senza più fermarmi ad aspettare nessuno. Senza più riprendere nessuno. Niente storie d'amore, niente amore. Voglio una disintossicazione, si può?
Io la voglio e basta. Dovesse capitarmi l'amore di una vita, quest'estate è per me e per me soltanto. Devo insegnare alla mia mente a non sostare più su nessuno e lo farò. Basta film mentali, basta tutto.
Sono stanca, stanca di essere buona. Stufa di sognare. Non provo rabbia in questo momento, ma solo desiderio di respirare. Respirare da sola.
Devo prendere quel treno e andare lì e, se lo incontrerò, farò come avete detto. Ben venga: i vecchi amici son sempre tali, a patto che rimangano vecchi.
Quest'anno non ho fatto altro che vedere tutto grigio. Mi son sentita come sotto un soffitto in procinto di sprofondare, perché sormontato da tonnellate d'acqua e con solo due mani per tappare le falle, ma ora basta.
Nessun lamento, niente più. Non chiedetemi nulla. Nulla più, perché non dovrò avere pazienza.
Volevano crescessi, me lo son sentito dire tremila volte e ora, questo, adesso è il momento.
Basta, però. Basta col dolore e con tutto quello che di triste o lento o progressivo può esserci. Basta. Che l'estate abbia inizio e, se anche non sarà come me l'immaginavo, andrà bene lo stesso, perché spesso tutto quello che non ti aspetti in qualche modo l'hai fatto avvenire tu.
Indipendence