Che poi prima ci pensavo. Uno cammina mentre i giorni passano. E passano i minuti e passano i secondi e tutto questo fa un giorno. Senza accorgersene. Prima a questo pensavo: camminiamo, convinti che questo sia Un giorno, Il Giorno speciale, quello giusto. Convinti che non lo dimenticheremo e, invece, li dimentichiamo tutti, i giorni intendo, perché sarebbe impossibile tenerli tutti a mente. E mentre ci pensavo mi è salita su una tristezza mesta.
Probabilmente questo sarà un post corto. Del resto, quando non hai da parlar d'amore le parole si accorciano notevolmente.
Volevo solo dirtelo. Ci affanniamo a rendere ogni minuto perfetto, a dare il nostro meglio, sempre, e poi dimentichiamo tutto. Non ha senso. Eppure è così.
Non c'è davvero qualcosa di cui voglia parlarti. Stasera ti scrivo così, un po' perché è tanto che non lo faccio, un po' perché ormai non ricordo neppure più quand'è stata l'ultima volta che io e te abbiamo parlato veramente, un po' perché tutto questo mi fa sentire troppo grande per me.
Troppo grande per me. Che strano sentirlo, che strano scrivere ora senza avere nulla da dire. Che poi perché bisogna sempre avere qualcosa da dire? Uno non può rimanersene un po' in silenzio e pensare lo stesso? Tante volte ho visto persone avere qualcosa da dire, ma non pensare mai e non è che abbiano fatto sempre una bella figura.
E quindi io stasera sono qui. Senza un motivo. Senza di te. Senza di me. Senza niente. Solo qui a scrivere. A lasciare che le mie dita scrivano, mentre la mente continua a svuotarsi, come una brocca di vino e percoche in estate.
Forse, però, ora una domanda ce l'ho. Te la pongo.
Che ne sarà di noi, Rì?
Te lo chiedi mai? Credo tu lo faccia spesso.
Che ne sarà di me e di te, di due amiche tanto piccole che si sono incontrate come due fili fanno in un maglione, che ne sarà?
Noi che abbiamo fatto tanto, ma non sembra mai abbastanza. Che tutto diventa dovere in questo mondo e non ci spetta mai il piacere. Noi che corriamo, corriamo, perché io corro sempre. Sembra di non fermarmi mai e la mente me la sento scoppiare, scoppiare fino a non lasciarci più niente. Neanche per me che me la meritavo una piccola parte di mente. Era mia.
Di chi è ora?
Di un'altra me. Di una che abita tanto lontano da qui, ma a cui solo io posso dare una casa, perché il Futuro le sta vendendo tutte.
E che succede ora?
Succede che non c'è più Presente. Io vivo per il Futuro. Noi viviamo per il Futuro.
Cosa racconterò allora dei miei diciassette anni? Che pensavo a quando ne avrei compiuti diciotto o diciannove? Che non li ho avuti mai, diciassette anni intendo; che sono stati anni muti; che li ho usati come passaggio per arrivare ad una sponda, che non sono neppure certa ci sia.
E allora che senso ha?
Che senso ha salire su questa giostra e vomitare su giorni che un giorno rimpiangerò?
Ecco fatto. Tante domande e la mente è di nuovo colma fino all'orlo. Di vino con le percoche o di aria che crea crampi, è più o meno lo stesso.
Odore di fritto. Strano, mamma aveva detto che avrebbe preparato il pesce stasera.
Niente, non ci pensare. E' strano in questo periodo. E' solo che ho il cervello un po' in "pappa" in questi giorni, perché non ho un solo secondo per respirare e ho completamente perso la cognizione delle giornate. Le divido come fanno le signore delle mense con i pasti, Ma non voglio star qui a lamentarmi ora, perché non mi va. E' solo l'orario; quest'ora è sinonimo di FINE ATTIVITA', CHIUSURA SERVIZI. Inizia a rallentarmi il cervello e, mentre recupera ossigeno e neuroni persi per la via, parte con ragionamenti assurdi.
Non ci pensare e basta.
Dovrei cancellarlo questo post, ma forse non lo farò. No, anzi, non lo farò per niente.
Eccomi. Ecco come sono quando qui non c'è nessuno. Stanca. Impaurita. Esaurita. Non avrei mai voluto farmi vedere da te anche in questo stato, però ho paura. E se poi lo dimentico questo giorno? Un altro di questi anni che stanno diventando niente. Se lo dimentico, allora ricordalo tu per me.
Oggi sono così. Oggi questo discorso sconnesso è solo un'infinitesima parte di tutto quello che ho nella mente. Oggi, stasera ci sono le stelle e sono contenta. Oggi sono contenta, perché c'è stato il sole e avrei giurato di sentirmelo riscaldare la spalla un attimo fa. Pazienza, è già via. Tante cose lo sono ormai.
Che ne sarà di noi?
Qualcuno ce lo dirà, prima o poi. Noi, ce lo diremo noi.
Ti voglio bene, Rì. Te ne voglio davvero e non so se ora sono qui a dirtelo, perché è passato un giorno dall'inizio di questo post e ora mi sento così triste e buia e dispiaciuta per quello che accade tra queste mura che lo scriverti questa frase mi fa sentire meno sola, o semplicemente perché ne avevo voglia. Non lo so.
Non lo so, ma ti voglio bene.
Indipendence