Fra quattro giorni è Natale. Natale.
Sembra passato un secolo dall'ultima volta in cui mi sono accorta di un periodo come questo.
Sembra passata una vita intera dall'ultima volta in cui era Natale per me.
Sono cambiate tante di quelle cose, ma si dice sia la vita.
"E' la vita davvero?"- mi chiedo.
Dipende più dal Tempo, a parer mio. Si porta via le cose, le polverizza e lascia gli scheletri nelle teste delle persone. Anche adesso, a Natale.
E' così strano crescere, sai. Così difficile, in alcuni casi. Non perché la vita sia difficile realmente, bensì per come la prendiamo noi.
Ieri il calendario segnava 19 Dicembre 2014, la vita dei nostri ragazzi segnava il loro ennesimo onomastico e la mia mente esattamente quattro anni dopo la sua morte.
Com'è strana la vita. Come sono strane le persone; tutte con quella loro strana incapacità nel dimenticare, nello smettere di soffrire.
Mi chiedo per quale ragione il Tempo, campione di incassi nel trasformare gli eventi, non sia capace di portar con sé le emozioni e di polverizzare anche loro.
Per quale ragione esisterà sempre un vuoto dentro questo cuore?
Quattro anni. E' tantissimo.
Alle volte mi chiedo se lei possa vedere cosa è cambiato, tutto quello che è andato storto, tutto quello che è andato dritto. Più di tutto, però, mi domando se lei riesca a scorgere le sensazioni. Le mie, quelle che albergano negli animi di chi le stava accanto prima. Chissà.
Mi capita di pensare che, semmai dovesse rifarsi viva, mi vergognerei di parlarle. Sono così diversa da prima, probabilmente non all'altezza di chi avrei voluto essere per lei.
Il fatto è che gli anni sono passati anche per me e il cuore mi si è un po' indurito. Non saprei neppure come iniziare.
Della ragazzina di quindici anni l'unica scheggia che ancora mi porto dentro è semplicemente il dolore della sua perdita. E' rimasta intatta, perché- come ti dicevo prima- il Tempo non è riuscito a rubarla, anche se avrei voluto.
Neanche adesso, a Natale.
L'altra sera è venuto D. a casa e gli ho preparato la cioccolata calda. Mentre mescolavo quel liquido scuro, pareva di mescolare anche la mia anima. Con i ricordi, con te e me. Tutto a galla.
Gli ho raccontato dei cuori spezzati e delle lacrime versate in quelle tazze assieme al rumore delle risate.
Poi mi ha posto una domanda e mi sono ritrovata a parlare di lei. E di te. E di lei e di quando mi sei stata vicina. Perché lei se n'era andata.
La cioccolata continuava a ruotare nel pentolino e ci avevo inchiodato gli occhi per non permettere a nessuna lacrima o emozione di uscire.
Impassibile il più possibile.
Un paio di frasi, niente di più, per poi acciuffare subito un altro argomento di cui parlare.
Continuavo a mescolare, ascoltavo le mie parole uscire dalla bocca come in lontananza e dentro sentivo riaprirsi tutte le cicatrici.
Riecheggiava la tua voce, il rumore di quella collanina che adesso non indossi più, il suono di tutte quelle urla, i pianti, le notti passate a soffocarli, gli occhi gonfi, i denti stretti fino al mal di testa e tutto lo schifo che ha fatto seguito prima, dopo e durante. Finché non ho sentito delle braccia cingermi la vita . "Mi dispiace, piccola"-e la mente si è fermata.
Eppure ero stata brava, anni e anni di esperienza e nessuno se n'era mai accorto.
Ho smesso di mescolare, mi sono voltata, gli ho puntato in faccia lo sguardo più distaccato che avessi e consegnato un sorriso distratto:" Fa niente"- gli ho risposto, riportando l'attenzione al pentolino fumante. Lui mi ha rigirata, mi ha guardata e in quel momento ho visto il suo volto, quello che aveva negli occhi. Gli dispiaceva davvero.
Io non sono riuscita a trovarci un senso, avrei voluto ringraziarlo, ma ho semplicemente lasciato che mi abbracciasse.
Dentro quell'abbraccio ho trovato pace.
Erano quattro anni che non abbracciavo così. Come si abbraccia quando ci si sente vivi.
Adesso è Natale e ovunque lei sia ora, spero soltanto che possa vedere quello che provo, perché avrei tanto voluto parlargliene. Avrei voluto parlarle di tante cose in realtà; chiederne ancora di più, ma il Tempo ha fatto il suo lavoro e questo è il quarto Natale in cui non la troverò seduta su quella poltrona di wimini a sorseggiare caffè in vestaglia alle nove del mattino.
Niente di più, niente di meno.
Indipendence
sabato 20 dicembre 2014
venerdì 19 dicembre 2014
ehm.....
..... non scrivo da una vita, forse non leggo ancora da più tempo... ma la realtà è che pian piano mi sono spenta, credimi mi vedo e mi chiedo dove sia finita.
Avevo quella felicità stampata in faccia, insieme a quel sorriso che il mio migliore amico definì una volta finto.
me lo sono chiesta a lungo, cosa è cambiato?
la realtà è che non esiste un reale motivo per cui stare male.
ho deciso di fare cosi, scrivero tutti i dubbi qua sopra e forse questo post non lo pubblicherò mai ma comunque è giusto dirlo ora.
io adoro programmare, adoro tutto cosi semplice e lineare e ora mi ritrovo nel caos e non so da dove mettere in ordine...
una strada lineare, dritta, piena di indicazioni , ben illuminata, asfalto appena fatto, perfetta...cosi doveva essere la mia.
non c'erano dossi, non curve, non deviazioni, non buio, solo luce e chiarezza.
altezzoso, pretenzioso ecco cos'era. una farsa.
----
era cosi fin quando non ho trovato una deviazione nella mia strada, una curva di quelle che stanno in costiera, dove tu non vedi cosa ci sia dopo e hai paura di andare a sbattere contro qualcuno o qualcosa, ma ti fai coraggio e vai avanti.
cosi ho fatto.
ho svoltato, andando al buio, non sono morta. sono sopravvissuta.
cosi mi sento sopravvissuta all'anno peggiore vissuto in soli 18 anni di vita, 19 ora...
dunque riprendiamo il cammino... ho svoltato l'angolo e ho trovato sta viuzza.
non male.
a primo impatto.
era abbastanza illuminata, si qualche lucetta non funzionava, ma nel complesso non male.
si c'era qualche dosso, ma riparabile.
c'era qualche buco, ma colmabile.
c'ero io, qualche vuoto ma che qualcuno mi ha colmato. (grazie)
quindi dopo per un po' aver pensato che la strada fosse sbagliata, ho provato ad andare avanti invece che indietro.
sono qua ora.
stanca, triste ma qualcosa sta cambiando.
un po' meglio di ieri e spero meno di domani. Mi ripeto che devo solo trovare la mia strada, mi ripeto che manca poco, me lo ripeto ogni giorno, sembra funzionare.
sapevo cosa e chi dovevo essere.
dovevo essere la migliore, ma non la migliore madre, la migliore persona, la migliore donna in carriera. voglio ancora esserlo.
Dario mi ha sempre detto che io non ce la faccio, io devo fare tutto alla perfezione e che sarei stata una di quelle donne fissate con la carriera forse anche a discapito dei figli...
penso sempre che non vorrei mettere i figli in secondo piano, eppure... io davvero voglio essere la migliore, la migliore del corso, la migliore in tutto, la numero uno... mania di protagonismo... forse o forse il desiderio di dover essere all'altezza e dimostrarlo agli altri di esserlo. devo fare di piu. devo essere di piu. ecco le parole che mi ripeto spesso, sempre in realta.
combatti per cio che vuoi e se cio che vuoi implica essere la migliore, sii la migliore, la piu forte, la piu determinata, la piu testarda, combatti per te e per nessun altro.
tu, tu prima di tutto e tutti, tu e il tuo insormontabile ego, insieme alla tua insormontabile insicurezza, tu che quando ti dicono che sei intelligente e brava ti senti di aver scalato l'everest come se nulla fosse.
ma essere la migliore porta un problema, quando non lo sei ti perdi..
e questo è successo a me. impensabile per me non essere la migliore eppure a volte succede... anche i migliori sbagliano
io ho sbagliato a voler essere sempre la migliore, eppure il cercare con ostinazione e testardaggine la perfezione per molti è un difetto, ma cavolo quando penso a me questo è l'unico lato di me che cerco di trattenere con le unghie. mi ha reso ciò che sono, questo mi piace davvero tanto.
ho visto me stessa cadere e rialzarmi e tanti fare lo stesso.
io mi sto rialzando, ma ora so da dove ripartire.
da qui.
da me.
dal mio carattere.
io ero quella da ce la posso fare e ti dimostrero di essere in grado
cazzo, devo esserlo.
oggi per la prima volòta ho riprovato questa emozione. la mia professore di matematica ha il vizio di farti sentire sempre inadeguato, stupido.
oggi ho pensato... cazzo devo prendere trenta a questo esame, solo per farle vedere quanto valgo, solo per vincere io. lei non è migliore di me. ecco il punto.
ecco cosa mi ha sempre mosso.
ecco cosa avevo perso. scrivere rende tutto piu chiaro.
io ce la posso fare, la mia molla è sempre stata questa, diomostra di essere la migliore, forza!
e boom tutto di un colpo riaffora e la stanzhezza non importa, voglio essere quella macchina da guerra, vai, vai, pigliati il tuo otto in greco, non mi scorderò mai quel 10 in matematica. 10... lo volevo da una vita con lei e poi l'ho avuto, ecco cosa sono una che combatte, che la strada perfetta se la crea, che non ci crede al non sei abbastanza e chi l'ha detto? tui che mi insegni derivate integrali o altro? ma.... vaf.....
io sono tutto cio che voglio essere. sono con un intelligenza superiore alla media, tesorop mio.
tu no sei una comune persona. io no.
eccomi. mi vengono i brividi a rivedere quel fuoco che ho avuto per anni negli occhi, la potenza della mia tenacia, eccomi cavolo quanto mi sento potente in questo momento. ora ogni volta che mi perderò rileggeero questo post.
quindi sappilo non pensare a quello che non sei riuscita a fare pensa a quello che sei riuscita a fare, pensa a quel compito di scienze alle medie... 10 .. 10 pagine di trattqazione.... un voto certo ma non è il num,ero di per se, lei aveva detto io non lo metto piu di nove a questo compito telo dico eh rita! capisci lei non doveva metterlo, ma come dire di no a una che sapeva ogni cifra della circoferenza della terra a memoria, come?
non si poteva, doveva.
lo avevo deciso io, era una sfida. dovevo vincerla.l'ho fatto. non pensare che è poca cosa, rita, pensa che sei riuscita nel tuo intento non importa quale fosse. pensa a quello che hai fatto.
combatti per quello che sei.
io lo so che sai dove trovarti. non ti spegnere. sei la tua determinazione, sei il tuo stesso fuoco, tu rinasci da te sstessa, non esiste impossibile per te sul dizionario.
credi in te, come solo tu sai fare.
Avevo quella felicità stampata in faccia, insieme a quel sorriso che il mio migliore amico definì una volta finto.
me lo sono chiesta a lungo, cosa è cambiato?
la realtà è che non esiste un reale motivo per cui stare male.
ho deciso di fare cosi, scrivero tutti i dubbi qua sopra e forse questo post non lo pubblicherò mai ma comunque è giusto dirlo ora.
io adoro programmare, adoro tutto cosi semplice e lineare e ora mi ritrovo nel caos e non so da dove mettere in ordine...
una strada lineare, dritta, piena di indicazioni , ben illuminata, asfalto appena fatto, perfetta...cosi doveva essere la mia.
non c'erano dossi, non curve, non deviazioni, non buio, solo luce e chiarezza.
altezzoso, pretenzioso ecco cos'era. una farsa.
----
era cosi fin quando non ho trovato una deviazione nella mia strada, una curva di quelle che stanno in costiera, dove tu non vedi cosa ci sia dopo e hai paura di andare a sbattere contro qualcuno o qualcosa, ma ti fai coraggio e vai avanti.
cosi ho fatto.
ho svoltato, andando al buio, non sono morta. sono sopravvissuta.
cosi mi sento sopravvissuta all'anno peggiore vissuto in soli 18 anni di vita, 19 ora...
dunque riprendiamo il cammino... ho svoltato l'angolo e ho trovato sta viuzza.
non male.
a primo impatto.
era abbastanza illuminata, si qualche lucetta non funzionava, ma nel complesso non male.
si c'era qualche dosso, ma riparabile.
c'era qualche buco, ma colmabile.
c'ero io, qualche vuoto ma che qualcuno mi ha colmato. (grazie)
quindi dopo per un po' aver pensato che la strada fosse sbagliata, ho provato ad andare avanti invece che indietro.
sono qua ora.
stanca, triste ma qualcosa sta cambiando.
un po' meglio di ieri e spero meno di domani. Mi ripeto che devo solo trovare la mia strada, mi ripeto che manca poco, me lo ripeto ogni giorno, sembra funzionare.
sapevo cosa e chi dovevo essere.
dovevo essere la migliore, ma non la migliore madre, la migliore persona, la migliore donna in carriera. voglio ancora esserlo.
Dario mi ha sempre detto che io non ce la faccio, io devo fare tutto alla perfezione e che sarei stata una di quelle donne fissate con la carriera forse anche a discapito dei figli...
penso sempre che non vorrei mettere i figli in secondo piano, eppure... io davvero voglio essere la migliore, la migliore del corso, la migliore in tutto, la numero uno... mania di protagonismo... forse o forse il desiderio di dover essere all'altezza e dimostrarlo agli altri di esserlo. devo fare di piu. devo essere di piu. ecco le parole che mi ripeto spesso, sempre in realta.
combatti per cio che vuoi e se cio che vuoi implica essere la migliore, sii la migliore, la piu forte, la piu determinata, la piu testarda, combatti per te e per nessun altro.
tu, tu prima di tutto e tutti, tu e il tuo insormontabile ego, insieme alla tua insormontabile insicurezza, tu che quando ti dicono che sei intelligente e brava ti senti di aver scalato l'everest come se nulla fosse.
ma essere la migliore porta un problema, quando non lo sei ti perdi..
e questo è successo a me. impensabile per me non essere la migliore eppure a volte succede... anche i migliori sbagliano
io ho sbagliato a voler essere sempre la migliore, eppure il cercare con ostinazione e testardaggine la perfezione per molti è un difetto, ma cavolo quando penso a me questo è l'unico lato di me che cerco di trattenere con le unghie. mi ha reso ciò che sono, questo mi piace davvero tanto.
ho visto me stessa cadere e rialzarmi e tanti fare lo stesso.
io mi sto rialzando, ma ora so da dove ripartire.
da qui.
da me.
dal mio carattere.
io ero quella da ce la posso fare e ti dimostrero di essere in grado
cazzo, devo esserlo.
oggi per la prima volòta ho riprovato questa emozione. la mia professore di matematica ha il vizio di farti sentire sempre inadeguato, stupido.
oggi ho pensato... cazzo devo prendere trenta a questo esame, solo per farle vedere quanto valgo, solo per vincere io. lei non è migliore di me. ecco il punto.
ecco cosa mi ha sempre mosso.
ecco cosa avevo perso. scrivere rende tutto piu chiaro.
io ce la posso fare, la mia molla è sempre stata questa, diomostra di essere la migliore, forza!
e boom tutto di un colpo riaffora e la stanzhezza non importa, voglio essere quella macchina da guerra, vai, vai, pigliati il tuo otto in greco, non mi scorderò mai quel 10 in matematica. 10... lo volevo da una vita con lei e poi l'ho avuto, ecco cosa sono una che combatte, che la strada perfetta se la crea, che non ci crede al non sei abbastanza e chi l'ha detto? tui che mi insegni derivate integrali o altro? ma.... vaf.....
io sono tutto cio che voglio essere. sono con un intelligenza superiore alla media, tesorop mio.
tu no sei una comune persona. io no.
eccomi. mi vengono i brividi a rivedere quel fuoco che ho avuto per anni negli occhi, la potenza della mia tenacia, eccomi cavolo quanto mi sento potente in questo momento. ora ogni volta che mi perderò rileggeero questo post.
quindi sappilo non pensare a quello che non sei riuscita a fare pensa a quello che sei riuscita a fare, pensa a quel compito di scienze alle medie... 10 .. 10 pagine di trattqazione.... un voto certo ma non è il num,ero di per se, lei aveva detto io non lo metto piu di nove a questo compito telo dico eh rita! capisci lei non doveva metterlo, ma come dire di no a una che sapeva ogni cifra della circoferenza della terra a memoria, come?
non si poteva, doveva.
lo avevo deciso io, era una sfida. dovevo vincerla.l'ho fatto. non pensare che è poca cosa, rita, pensa che sei riuscita nel tuo intento non importa quale fosse. pensa a quello che hai fatto.
combatti per quello che sei.
io lo so che sai dove trovarti. non ti spegnere. sei la tua determinazione, sei il tuo stesso fuoco, tu rinasci da te sstessa, non esiste impossibile per te sul dizionario.
credi in te, come solo tu sai fare.
Iscriviti a:
Post (Atom)