Mancano quattro giorni... solo quattro e poi si parte.
E', sarà questa la mia vacanza. E', sarà questa la mia estate.
Sta fluendo diversamente da come l'avevo immaginato questo tempo caldo: sembra di non fare nulla, se non lasciare cadere le mani lungo i fianchi per far fuggire i minuti più veloce che possono.
Come sarà? La mente va veloce quando inserisco questo disco nello stereo dell'anima. Trilioni di domande iniziano a colpire le pareti della mia testa.
Ho ancora così tante cose da fare e non sono pronta ad alzarmi domani e dire al mondo :"meno tre".
Cosa succederà, Rì?
E se dovesse andar tutto male?
Questa è la mia prima vacanza tutta sola. So che può sembrare una stupidaggine, in fin dei conti prenderò quell'aereo solo per ritrovarmi difronte ad altri libri, ma, davvero, non sto nella pelle.
Non sto nella pelle, perché voglio vedere, voglio scoprire, voglio cadere in uno scenario tutto nuovo, in uno di quelli in cui le mie mani non hanno ancora sfiorato neppure la polvere dormiente sulle punte dei ciuffetti delle federe dei cuscini.
Poi, però, ho paura. Sì, ho paura...paura di rimanere sola. Paura di ritrovarmi tra "Subumani". Lì non è come qui, lì non ci sarà nessuna mamma pronta ad abbracciarmi e a dirmi che non è niente e nessun papà con le braccia spalancate e il cuore ricoperto di melassa e farcito di zucchero a farmi sentire la figlia più bella e dolce e brava del mondo. Lì ci sarò solo io.
E se qualcosa dovesse andare storto?
Devo partire. Devo farlo, così la paura andrà via e davvero, davvero io non vedo l'ora e non sai quanto tutto questo sarà liberatorio.
Come portarsi su un burrone al tramonto, aprire le braccia, urlare e ridere, ridere e ridere, poi guardare le onde infuriate infrangersi ai piedi della parete rocciosa, indietreggiare senza mai perdere il sorriso, prendere la rincorsa e...buttarsi.
Sì, buttarsi e quello che verrà dopo sarà preoccupazione solo del "dopo" risolverlo. Perché mi sono stufata di tutte le cartelle piene di massi che ho dovuto portare quest'anno. Dei libri aperti quando l'unica cosa che "Cecilia" voleva fare era sbatterli per terra ed uscire e camminare e camminare e ridere, sorridere e semplicemente...respirare.
Mi è mancato respirare quest'anno. Sì, credo che sia proprio questo ciò che mi è mancato ogniqualvolta un pennarello rosso tracciava una X sul giorno appena trascorso.
La mia pelle, il mio sangue sta fremendo all'idea di lasciar tutto...almeno per un po'.
Sono stufa di sentire parlare di problemi, di persone che si alzano al mattino per poi decidere di deluderne altre, che tornano in seguito a casa arrabbiate e finiscono col rattristare tutte le altre, che vanno a dormire e poi si svegliano...sono stufa.
Sento l'esigenza di scrollarmi di dosso questa folta pelliccia intarsiata di pensieri, progetti, stress e andare a fare la sedicenne convinta. Quella che non pensa altro se non divertirsi e non soffocare la mente con gommoni di problemi che sembrano salvare, ma che, in realtà, soffocano solo la fauna di sogni e sorrisi sottostante. Sono stufa dell'ansia.
E' estate, benedizione! E' estate e io voglio sentirla e tutto quel che verrà dopo NON MI RIGUARDA.
L'incontenibile felicità nel pronunciare questa frase è terribilmente rara che vale la pena sedersi e godersela appieno.
La sua mancanza, la sua assenza mi ha sfiancata anche quest'anno e so di non poter far nulla per evitare di scontrarmi contro questo enorme ice-berg tutte le volte che i raggi del sole mi colpiscono le palpebre, ma devo andar via di qui.
Devo lasciare queste quattro mura per convincermi che, in realtà, vivere senza di lei non è come non averla più con me. Devo concedere questa vacanza a quella piccola bambina dentro di me che ancora è seduta per terra ad assemblare i pezzi del puzzle e ad aspettare felice che lei arrivi. Devo farlo per lei. E' dura sentirla piangere di tanto in tanto, perché la bimba ancora non riesce a rinunciare alle lacrime, sai?
Devo aprire quell'armadio e cacciar fuori i vestiti per partire e non tornare più, perché io non tornerò più, sai?
Eh, no. La ragazza che scenderà dall'aereo dopo quell'avventura sarà un'altra, quindi, se questa ti è piaciuta, tienila, tienimi bene a mente, perché sarà un bel ricordo...solo quello però, perché i viaggi ti cambiano.Sempre.
Partirò. Quella mattina aprirò gli occhi pronta a lasciare questa piccola stanzetta e questa grande collina ancora una volta e quando tutto sarà finito, quando il narratore arriverà all'ultima pagina della storia, quando sul grande schermo si leggerà "The end" o "Fin" o, semplicemente "Fine", allora ritornerò qui e tutto quello che le mie pupille avranno osservato, analizzato e dissezionato fino ad aver bisogno dell'aiuto del collirio ve lo racconterò, perché qualcosa da raccontare ci sarà...nel bene e nel male.
Quindi tu aspettami, come ho fatto io un anno fa e come farò di nuovo, perché "noi si aspetta, si aspetta sempre qui" e io ti prometto, caro mondo fantastico e con un tramonto sempre pronto ad aprirsi sulla mente di noi, povere coinquiline di quella piccola casetta bianca posta in cima alla collina sempreverde, di tornare a scriverti tutto ciò che ho visto e quanto quella parte della palla farcita di acqua e terra in cui viviamo può essere diversa dalla nostra.
Io tornerò.
Ah, e tu, cara coinquilina di questo piccolo appartamento, senza di me non lasciarti trascinare dagli eventi o dai personaggi ambigui che tempo addietro hanno infestato questi cieli. Il passato è passato e ho imparato che il tempo, purtroppo, su questa terra va solo avanti...anche se non vuoi.
Quando sentirai di nuovo il rumore delle rotelle di un trolley, allora qualcosa sarà cambiato.
Allora avrò una nuova storia da raccontarti.
Lookin' forward to see you again and tell you everything...again. Luvin' ya,
indipendence
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