lunedì 17 ottobre 2011

su un'ala bianca...

Ho letto e visto tante cose nella mia vita, ho capito che cosa volesse dire restare senza parole.
Lo odio ma in fondo sto imparando a conviverci ed a non sentire più dolore.
Sai è una strana sensazione quasi come quando il cuore si consola e pian pian tutto diventa più freddo.
Incomincio a ragionare come se finalmente fossi in grado di capire che alcune volte si parla di destino. 
Chissà forse meno la cerchi una cosa e prima arriva, ma forse è il caso di dire che tutti vengono feriti alcune volte.
E' stato straziante vedermi cercare di ricucire la mia ferita, ogni volta che stava per guarire lui ripiombava e me la uccideva per l'ennesima volta e così io tornavo da te e mi facevo ricucire come se andassi dal medico. Poi mi sono accorta che si era creata una rete,un circolo,  lui mi feriva, io guarivo, lui mi feriva un'altra volta, io guarivo, lui mi feriva per un'altra un'altra volta e poi!
Poi continuavo così mi sentivo stretta dentro quelle scarpe, mi sentivo strana, mi mancava qualcosa, dovevo fare qualcosa.
Dovevo cucirmi da sola la ferita, tu la cucivi per me dovevo essere io a farlo.
Ho incominciato a capire che per farlo dovevo farlo diventare un ricordo e non ne ho parlato più, ho incominciato a chiudere le porte in faccia a tutti, perchè dovevo esserci solo io con la mia ferita, dovevo guarirla ma dovevo farlo io.
Così pian piano ho incominciato a cucirla, punto dopo punto ho ricucito tutto. 
Ora sto in quella fase dove fa ancora un po' male seppur sia guarita.
così ho pensato ormai sono abbastanza forte da cucirmela io da sola, ora posso parlarne di nuovo senza dover far cadere delle lacrime.
Sono stata delusa da lei ma sono fiera di me stessa e lui bhè lui è fatto così, non prova rimorso e io non voglio provarne nè ora nè mai.
ho accettato tutto e ho pensato di tornare da te e spiegarti il perchè.
Ero assente perchè ero troppo impegnata a curarmi e perchè mi mancava qualcosa: lo scadere di un tempo.
IO scandisco un tempo per ogni cosa e non averlo mi spiazza, così ho capito :
Mi mancava il tempo.
Vuoi sapere quando ho incominciato a svegliarmi?
Quando mi sono accorta che per lui io ti stavo allontanando e che ti stavo perdendo bhè non ho voluto dargliela vinta un'altra volta, un' altra amica, ma non solo un'amica la mia migliore amica, lui qui non poteva metterci piede.
Sono rinata alla mia prima interrogazione per di più di greco.
Bene! ti ho spiegato gli ultimi miei mesi, ti ho spiegato perchè, come e quando ...
ero troppo fragile dovevo essere più forte e non ho più paura di non vederlo o di non sentirlo, non penso mai ora lo contatto, saranno mesi 3 addirittura che non ci parlo, mi sento come una di quelle persone che per liberarsi da un vizio contano il tempo per darsi forza ma lo sai il tempo per me è davvero tutto.
Devo dirti ne vado fiera perchè era la mia ferita, le mie mani, la mia forza era più grande di lui per la prima volta ero abbastanza forte da ucciderlo e ora posso.
Posso andare avanti ed uccidere quei piccoli momenti in cui ci penso, quelle volte in cui finalmente mi sento libera di non volergli bene nè di odiarlo.
Perchè ora sono abbastanza forte Cè , sono abbastanza forte per partire e scappare ed andare via, correre lontana, sono abbastanza forte per fare questa maledetta valigia.
Questa valigia conterrà poche cose: ricordi, parole, gesti e poi tutto, tutto il resto io la spedirò lontano perchè tanto non voglio più saperne, voglio essere libera ora e per sempre. 
Amerò solo chi merita di essere amato.
così questo è il mio addio, a lui, a lei, al passato e per finire alla paura!



benvenuta libertà!
E un oratore disse:
Parlaci della Libertà.
E lui rispose:
Alle porte della città e presso il focolare vi ho veduto, prostrati, adorare la vostra libertà,
Così come gli schiavi si umiliano in lodi davanti al tiranno che li uccide.
...Sì, al bosco sacro e all'ombra della rocca ho visto che per il più libero di voi la libertà non era che schiavitù e oppressione.
E in me il cuore ha sanguinato,poiché sarete liberi solo quando lo stesso desiderio di ricercare la libertà
Sarà una pratica per voi e finirete di chiamarla un fine e un compimento.
In verità sarete liberi quando i vostri giorni non saranno privi di pena e le vostre notti di angoscia e di esigenze.
Quando di queste cose sarà circonfusa la vostra vita, allora vi leverete al di sopra di esse nudi e senza vincoli.
Ma come potrete elevarvi oltre i giorni e le notti

Se non spezzando le catene che all'alba della vostra conoscenza hanno imprigionato l'ora del meriggio?
Quella che voi chiamate libertà è la più resistente di queste catene, benché i suoi anelli vi abbaglino scintillando al sole.
Quella che voi chiamate libertà è la più resistente di queste catene, benché i suoi anelli vi abbaglino scintillando al sole.
p.s. tra il ragazzo perfetto ed il ragazzo che amerai un giorno non ci sarà nessuna differenza, perchè lui seppur imperfetto sarà perfetto.



martedì 11 ottobre 2011

Il cinismo del cuoio

Avrei voluto essere al tuo fianco mentre guardavi fuori, con quei tuoi occhioni, che tutto cambiava. Che niente sarebbe più stato lo stesso. Avrei voluto fermare quel treno, quella macchina per non farti mai arrivare qui. Magari saresti stata più serena lì, dove tutto era più giusto...più normale. Avrei preferito conoscerti in un'altro modo, sapendoti triste solo per i ragazzi, oppure non conoscerti affatto se questo comportava vedere sempre il lato destro dei tuoi occhi spezzato, come se fosse sempre in cerca della sua scheggia mancante. 
A volte mi viene da pensare che tutto questo sia colpa mia. Forse tutto quello che è successo a te è solo colpa mia. Forse era scritto che, per doverci incontrare, tu dovevi affrontare tutto quello che hai avuto la forza di reggere...da sola. 
Forse se avessi abitato lì, tutto questo non sarebbe mai successo. Se qualcuno lì su sa che è per questo, allora ti chiedo scusa. 
"E se un giorno le venisse in mente di rompere tutto? Di aprire l'armadio, prendere un borsone, riempirlo, poggiare la mano sulla maniglia ed uscire? Dove andrebbe? Lei è troppo fragile per girare come una vagabonda per le strade della città, del mondo. Mi avviserebbe?". Non immagini quanto questo pensiero possa spaventarmi. Non immagini quanta paura mi tengo dentro sapendo che, da qualche tempo a questa parte, schiacci sempre più verso l'oblio qualsiasi colpo tu riceva. L'oblio non è l'infinito, è solo qualcosa di cui non conosci la fine.Questo non vuol dire che non ci sia, però. 
Ti prego, ti prego, ti chiedo una sola cosa. L'ultima. Sfogati.
 Oggi ti ho chiesto se avevi da dirmi qualcosa e tu hai risposto:" niente di che..". Così ho preso e me ne sono andata. Tu ,però, volevi parlarmi. Cosa volevi dirmi?! Prima mi chiamavi per dirmi quella che per te era la cosa più importante. Prima non avevi mai "niente di che.." da dirmi. Prima era diverso...prima, evidentemente, io e te eravamo diverse. 
Forse tutto ciò che ci è accaduto è così pesante da sopportare che non abbiamo più tempo l'una per l'altra. Forse il tempo che trovavamo prima, ora non c'è o, semplicemente, non vogliamo trovarlo. Se prima riuscivamo a parlare dovunque, ora sappiamo solo farlo quando siamo chiuse in una stanza, da sole. Forse la potenza che emanavamo prima non è più tanto forte. 
Non dirmi che dico cose brutte, perchè come lo sono per te leggerle, per me sono ancora più dure da scrivere. Non amo mentire o girare intorno alla cose importanti e credo tu lo abbia imparato avendo a che fare con la mia nuca nuda. 
Ci ho riflettuto a lungo e poi ci ho guardato. Non so, davvero, cosa ci sia accaduto, ma è come quando due amici finiscono il liceo e devono separarsi per le università. Così iniziano a conoscere nuove aule, nuovi professori, hanno nuovi impegni e rimane sempre un "tanto c'è...dopo". 
Magari noi abbiamo quel tipo di amicizia a cui non serve sempre acqua, magari noi siamo quell'uno su un milione. Magari. 
Forse non c'è più spazio per noi. Forse sono diventata così assente da me stessa da divenirlo anche con gli altri. Magari ci siamo abituate a tenerci tutto per conto nostro da dire "tanto c'è...dopo", per poi finire col non dirci più neanche quello che abbiamo mangiato. 
Magari la crescita ha bussato alle nostre porte e ha fatto uscire il peggio di noi e, perdonami, se non hai più voglia di trotterellarmi tra i piedi, dovunque io sia, in qualunque momento (imbarazzante) io mi trovi.
Sono consapevole di essere cambiata. Sono consapevole di aver indurito il cuore e abbassato il livello di pazienza. Non so cosa mi possa essere accaduto. L'ultima cosa che ricordo è stata che mi sono alzata una domenica, in cui avrei dovuto compiere sedici anni, in cui ero sola a casa, in cui ha squillato il telefono: "Ceci, auguri!!"-"Grazie, zia.". L'ultima cosa che ricordo è l'eterna sensazione di incompleto. Come se fosse arrivato il momento di smettere di scherzare, il momento per il bambino più bravo a nascondersi di uscire, il momento di dire: "ok, adesso basta. Il gioco è finito. Forza uscite tutti, dai!". 
Come se, per tutto quel tempo, mi fossi presa in giro, mi avessero presa in giro. Come se fosse arrivato il suo momento di smetterla di scherzare e di iniziare a comporre il mio numero di casa e farmi gli auguri. Ero così arrabbiata con lei. Perchè non si decideva a chiamarmi? Per quanto ancora voleva nascondersi?!
E' stata un'agonia terribile. E' stato come avere finalmente la situazione davanti e la situazione era che un anno fa lei era sul tuo terrazzo a ballare con te e a cercare di vedere F. senza farsi notare e ora eri solo tu, nel tuo letto ad infuriarti, perchè lei non chiamava. Perchè lei non era a casa tua, sul tuo divano ad aspettare solo che tu scendessi quelle scale, per ricordarti di lei e lasciare gli invitati su, anche solo per un momento, chè per lei sarebbe stato importante? Perché non si decideva ad arrivare? 
Credimi, ho uno tzunami dentro e ora sta venendo tutto fuori. 
Avrei tanto voluto parlarne con mamma, chiederle se era strano piangere e sentirsi tremendamente spaesata il giorno più bello della sua vita, dirle che mi mancava...tanto. Poi ho capito che non avrei voluto vedere la tristezza appropriarsi nuovamente di mia madre, così ho taciuto. Da quando tutto è successo è silenzio. L'ultima cosa che vorrei è farle leggere queste righe o farle vedere queste lacrime.
E' così brutta l'illusione. Quell'illusione che continua a non voler mai finire. Quell'illusione che ti fa credere che lei si farà vedere, prima o poi. Perché va bene passare il Natale, il Capodanno, la Pasqua, l'inizio della scuola, il cambiamento di mio fratello, la sparizione dalla sua stessa casa, l'estate senza di lei, ma questo...questo non avrebbe, no, non avrebbe, dovuto farmelo.
Quanto vorrei averla qui e poter piangere tra le sue braccia di qualcosa per cui non avrebbe più senso piangere. Quanto, credimi, vorrei averti qui per sentirti dire parole che non ti ho mai dato la possibilità di pronunciare. Per dirmi che va tutto bene, anche se non è così. Non immagini quanto.
Quindi scusami se sono cambiata. Ti prego, insegnami a ritornare quella di prima. Ti prego, ne ho bisogno. Dentro di me non c'è nient'altro che lei e io non riesco più a convivere con questo dolore. 
Forse, però, sono successe tante cose anche a te ed è giusto che sia arrivato il momento di non aiutarsi più a vicenda, ma di pensare solo a se stessi. E' giusto, se è a questo che siamo arrivate. 
A volte mi sembra che l'unica verità di cui vuoi farmi venire a conoscenza sia che hai paura di parlarmi, o, forse, non ti vanno più bene le condizioni in cui puoi farlo, o, forse, non ti vado più bene io. Non posso biasimarti. Hai già dovuto sopportarmi troppo, quindi se vuoi me ne andrò, in silenzio. Se non riesci più ad importi sul chiasso scolastico, al rumore delle linee telefoniche, ai sabati in cui avrei, di gran lunga, preferito rimanere a casa che andare ad una festa, allora io me ne andrò. Tutto ritornerà come durante i primi giorni di liceo. Chiuderò questo blog. Lo stamperò. Te ne farò una copia e, forse, un giorno lo cacceremo per raccontarlo a chi non c'era.  Se vorrai non lo stamperò, non ne avrai una copia. Se vorrai, sparirà.
Questo è tutto ciò che posso offrirti ora, tutto ciò che ho e che sono. So che è poco, ma non posso far di più.


L'altro giorno, mentre eri all'interrogazione di inglese, la mente mi ha portata in una dimensione in cui tu non c'eri. Non c'eri più. Non c'era più il tuo banco. In cui portavo a tua madre da mangiare, affinché non si disturbasse a cucinare. In cui ogni notte mi sarei trovata a parlarti. In cui ogni mattina avrei sentito i tuoi piedi ostacolare il mio passo. In cui avrei dovuto sforzarmi a cancellarti e, credimi, è stato fantastico poter riaprire gli occhi e ritrovarti lì ad annaspare con l'inglese, che credi di non sapere. 
Tu sei questo per me. Se una parte della mia vita a cui mi sono legata troppo. Quando qualcosa diventa parte di te, non hai bisogno di controllarla sempre, perché sai che è inutile. Lei è te, sarebbe stupido. Poi,però ci sono delle volte in cui ti accorgi che quella frazione di te è in procinto di atrofizzarsi o che è da un pò che, non sai perché, non vuole partecipare alla tua vita. Così inizi a spaventarti, a pensare che se quella parte non funziona, allora tutto il resto non funzionerà. Tu sei questo per me. Qualcosa che è mischiato a molte parti di me e completamente scisso da tutta l'altra me, anche se quell'altra me è molto più grande. 
Non ti capisco quando sei arrabbiata o quando hai i tuoi momenti di totale indifferenza. Prima me ne parlavi, ora ti limiti a "fartelo passare".  Se è a questo che siamo arrivate, allora va bene.
Sappi che ti vorrò bene fin quando avrò fiato per esalare l'ultimo respiro, nonostante tutto. Sappi che il "ti vorrò bene per sempre" non lo sentirai mai più uscire dalle mie labbra, perchè le persone cambiano e io non credo più al "per sempre". Credo nei conti non troppo a lungo. Credo nell'immediato futuro, per cui, se mi vorrai, ci sarò anche quando sarà il tuo momento. Quando dovrai compiere sedici anni. 
Sembra passata un'infinità, ma solo un anno fa è nato questo posto. Tutto dal tuo compleanno, dagli auguri. Tutto quando molto c'era ancora. Tutto quando ancora eravamo dietro la porta del futuro.
Se me lo concederai, quel giorno sarà perfetto. Se me ne darai la possibilità, se riusciremo ancora a ricavarci del tempo, lo ricorderai per sempre. E' così tanto che ci penso. Se avrai ancora voglia di parlarmi, allora ti sentirai dire ancora "Auguri!".





indipendence

domenica 9 ottobre 2011

Cosa pensa il trapezista mentre vola? non ci pensa mica a come va a finire

TO YOU. TO WHAT IN WHICH YOU MAKE ME BELIEVE. TO WHAT IN WHICH YOU MAKE ME HATE. DON'T FORGET. PLEASE.

indipendence

mercoledì 5 ottobre 2011

Lo straccio di uno strascico







Io...io non sono brava in certe cose. In altre sì e mi costa ammetterlo, ma in altre sono da buttare. Io...io non sono brava a perdonare le ingiustizie...le mie ingiustizie, quelle che commettono contro di me e quelle che commettono e basta. Io non sono affatto brava, perchè non sono brava neppure con me. Non sono brava a giustificarmi, a scusarmi. Sono molto severa con me stessa, alle volte, senza accorgermi di quanto possa essere accomodante verso gli altri. 
Ho passato tre anni di inferno alle medie e quando sono arrivata al liceo mi sono imposta di non cambiare e di non rimanere me stessa per nessuno. Tutto ciò che volevo erano amici, amici su cui puoi contare, anche se non per sempre, perchè il per sempre è troppo lungo. Non credo più al per sempre io...non più almeno. 
E' strano, sai? C'è un'altra persona che sta male come me in questo esatto secondo. C'è una famiglia che sta soffrendo come ha sofferto la mia e come continua a fare. 
Com'è vederlo da fuori? Strano. Soprattutto se ci sei stato e ci sei ancora dentro. Se dovessi dirti che non so dove metter mano, se dovessi dirti che non so che mano porgere a chi ora la sta porgendo a chi non c'è più, se dovessi dirti che non saprei cosa rispondere a ciò per cui sono in attesa di una risposta, mentirei. So esattamente in che punti far passare l'ago per non far sentire dolore, so esattamente cosa fare per tentare di non far pensare. So esattamente di essere sui carboni ardenti, ma so di dover rischiare per una delle persone a me più care, anche se lei non dovesse esserci come ci sarò io... sempre se riuscirò ad esserci come voglio. 
So che non sai di cosa, di chi parlo, ma lo capirai presto. 
E' l'ora di rimboccarsi i polsi della camicia, è ora che i poli facciano spazio ad una sensazione che ho davvero bisogno di rivedere, cazzo, anche se non per me. E' il momento di convocare la Felicità, di convocarla per qualcun altro.
Ogni santo giorno torno a casa e mi dico:"un altro giorno sta procedendo e sto andando avanti. Sono ad un passo dalla guarigione." e solo ora mi accorgo che non serve a niente dirlo, ma devo farlo lo stesso.
Come quando hai la passione della danza e sai che, pur danzando, non dimagrirai come vuoi, ma lo fai stesso e, quando ti decidi a smettere, ti ritrovi a ballare da sola in camera. Continui perché ti fa bene. Perché ti fa andare avanti. Un avanti che è ben lontano dal per sempre.
Cos'è che non si deve sapere quando subisci una grave perdita? 
Che non è vero che passa. Vai solo avanti.
Che non è vero che la vita va avanti. Ci sarà sempre un vuoto immenso e in quell'immenso ti trascinano appesa ad un carro per misurarne, in ogni suo più piccolo millimetro, la grandezza. Ah, per chi non lo sapesse, la grandezza è immensa!
Che ti troverai un giorno, dopo una festa che aspettavi da tanto, da sola, pensando che tutto quello che volevi era solo ciò che non potevi avere.
Che non è vero che le persone non si dimenticano. Si dimenticano eccome. Il processo è graduale, ma efficace. 
Quali sono le cose da far ripetere fino allo spasmo?
Nessuna...
Dì solo che ci sarai e allora tutto andrà per il meglio. 
Sarà dura, ma ormai non ricordo più qualcosa di semplice. 
Le persone continuano ad arrivare a casa e a dirci che le persone se ne vanno e, da quando lo ho scoperto, se ne vanno sempre di più. 
Dico così tante preghiere la sera che non ricordo più quali siano il Padre Nostro o l'Ave Maria.
E' questa la crescita?
 Non può essere questa. Crescere non può voler dire che, mentre tu cresci, gli altri continuano a crescere fino a quando sono troppo grandi e allora...allora basta.
Basta, davvero. Sono stanca di essere stanca, stanca di dover pensare sempre alla stessa cosa. 
Vorrei avere il potere di fermare una persona la mattina, così, mentre vengo a scuola, di passarle attraverso e noleggiare la sua vita, anche solo per un giorno. Vorrei posare la mente nella testa di qualcun altro. Vorrei che i miei pensieri fossero nei capelli così da tagliarli via tutti e perdere la memoria. Perdere me e dover ancora crescere...crescere in quel modo. Perché, per il resto, ero ancora troppo piccola ... anche la mia mano era tesa verso qualcun altro.










indipendence

martedì 4 ottobre 2011

mi dispiace...

vorrei sapere la verità, alcune volte le bugie rovinano e si può fare poco.... mi hanno mentito dall'inizio ed è proprio questo che non riesco a digerire.
Sarò stupida ma mi fa più male questo che qualsiasi altra cosa.... 
mentire, è brutto perchè riesci a guardare una persona negli occhi e a mentirle, sembra assurdo ma lui mi manca....mi sforzo per non sentirlo e forse questo mi aiuterà sono mesi che non lo vedo e non lo sento e lo evito ma davvero sono pronta?? non lo so mi domando sempre se lui veramente ci tenesse a me e ora?? 
Ora so che forse non se ne fotte niente e forse è meglio così...non mi interessa.
Sai ho capito che devo andare avanti e se è questo l'unico modo mi dispiace ma è l'unico, ricordati che mi dispiace ricordatelo .... 

sabato 1 ottobre 2011

ancora un po'..



oggi c'è la tua festa di compleanno ma.... non è il tuo compleanno quindi non ti ho fatto gli auguri o forse avrei dovuto ma non si fanno!!io no sono come quei deficienti che non sanno manco qual è il giorno del tuo compleanno il lo so e non mi piace l'ipocrisia...
volevo scriverti uno di quei biglietti sdolcinati ma poi ho pensato tanto lo leggerai, lo leggerai fra queste righe.


cara cè, 
oggi fai 16 anni ma non sei euforica come il tuo solito forse perchè non è il tuo compleanno o forse perchè ti manca qualcuno.
Mi dispiace per questo, ma lei c'è, anche se non è qui fisicamente, girati e la potrai vedere ovunque.
Lei è negli alberi che si vedono dalla finestra di classe, lei è nel cielo che guardi la mattina, lei è nelle tue parole, nei tuoi modi di fare, nei tuoi occhi, lei è nella strada che percorri per andare a scuola, lei è nella vita di tutti i giorni e nelle cose di tutti i giorni, lei è qui vicino a me per farti dire che va tutto bene e che ti vuole bene, lei ti guarda, ti osserva crescere, compiere 16 anni, lei c'è nella gioia che ti manca, lei è in nella'asfalto che vedi, nelle mura, nella mente, lei è presente sempre ogni secondo,lei è nella luce che vedi entrare dalla finestra, lei c'è e ci sarà sempre per te, lei ci sarà anche fra vent'anni perchè tu sei la sua cecilia, lei c'è soprattutto nel tuo cuore, che batte ogni secondo per ricordati che sei viva e che anche lei lo è dentro di te.
Io la posso vedere dentro i tuoi racconti e dentro di te...non ti scordare mai che qualsiasi cosa tu faccia lei  C'è.
oggi però è il tuo non compleanno e quindi io non so cosa dirti se non questo " Fra 100 anni tu sarai la persona più irrazionale e pazza ed io sarò la più pazza assieme a te ma almeno lo faremo in due o no??"


Un buono non compleanno


P.S: dimenticavo il classico ti voglio bene che per quanto vero non esprime quello che provo per te, la mia spalla, la mia amica, la mia migliore amica, la mia voglio di vita, la mia parte mancante.