venerdì 31 dicembre 2010

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Avevo intenzione di sfogarmi, di buttare tutto giù,su lettere ma...tu hai già detto la maggior parte delle cose che avevo da dire e mi sono trovata un pò a corto quindi ora è arrivato il momento di fare ciò che meglio so fare, inventare....stavolta provo a dirmelo come fosse una storia
C'era una volta, tanto tempo fa, una piccola bambina. Il suo nome era Ellie, era bionda, con tanti boccoli che le scivolavano sulle spalle; i suoi occhi erano grandi e blu con tanti spicchi di ghiaccio e la sua piccola bocca era rossa come una coccinella. Ellie era sempre felice da bambina. Si sedeva sempre sotto un grande albero di mele e pensava.... Un giorno si alzò, si specchiò e di colpo si vide grande. Quanto tempo era passato? <<Abbastanza perchè tu possa arrivare a toccare le mele sull'albero>> le rispose il padre. 
Nessuno però conosceva il segreto di Ellie. Così,come sempre, la bambina ormai ragazza sì incamminò verso l'albero mentre guardava il suo vestito blu che era cresciuto con lei ma di colpo il suo segreto le si presentò davanti. Lo stupore fu grande e la coccinella sulle sue labbra si preparò a spiccare il volo per lasciare posto ad un sorriso. << hai visto, finalmente sono scesa di lì...avevi ragione, sai? il mondo è più bello visto da qui giù>>- <<e ora cosa hai intenzione di fare? -rispose Ellie sorpresa- ti farai rivedere alla villa? nessuno potrà mai credere a ciò che vedrà..oh, sarà stupendo, vedrai. Finalmente, hai fatto la cosa giusta,vedrai>>. Il segreto le rispose con voce allarmata:<< No! Ellie, questo non dovrà mai succedere.Nessuno dovrà vedermi, ho già fatto troppo male a quella villa e ora ritornerei solo per dar impiccio. Ellie devi prometterlo! Non una parola o un dissenso>>.Lo sguardo della ragazza si fece fioco e di colpo si trovò rassegnata ad un ulteriore silenzio. Quel giorno però Ellie si lasciò guidare da quel suo segreto e insieme ricordarono tutti i  bei posti in cui erano state prima della "sparizione". Si posarono sul fiume dove andavano quando Ellie era solo un fagottino, passeggirono sulla spiaggia e lì la ragazza dai lunghi boccoli pianse perchè capì che non avrebbero più fatto un bagno assieme vista la decisione...finchè non si fermarono sul balcone di una casa logorata dal tempo e ricoperta di edera. Ellie non capiva, poi il segreto le disse:<<guardami, gurda questa casa. Non ricordi vero?>> Ellie avrebbe tanto voluto ricordare ma era solo buio. L'altra allora continuò e,prendendola per mano, condusse la ragazza attraverso le stanze ormai vuote.<<Non puoi ricordare infatti.E' passato così tanto, come potevo..ah, beh ora ti porto in una stanza,spero tu riesca a ricordare.>> Salirono una lunga scalinata in marmo,girarono a destra e si aprì una porta. Non c'era nulla di particolare lì dentro ed Ellie perse le speranze lasciandosi andare su una vecchia poltrona impolverata. Lì le tornò tutto alla memoria; riuscì finalmente a capire perchè taneva tanto a quel segreto, guardò la poltrona e ricordò delle tante sere in cui ci aveva dormito,guardò il grande letto alla sua sinistra e le passarono davanti tutti i discorsi stupidi e i "ti voglio tanto bene". Di colpo una strana forza la fece alzare e si ritrovò di fronte a qualcosa che era un pò più in là del letto, la polvere lo avevo completamente soffocato. Iniziò a passare le mani sulla superficie e la polvere cadde a poco a poco,era uno specchio. Era lo specchio che tanto aveva sognato, ci si specchiò dentro e si vide bambina e si ritrovò in un prato a giocare con una donna che aveva i suoi stessi boccoli ma marroni, le loro gonne giravano e giravano; poi sentì anche la musica e di colpo le due si ritrovarono in una cucina che la stessa Ellie conosceva e conitnuarono a ballare e ballare e loro ridevano,la donna si stancò e con un sorriso la bimba la abbracciò...Aveva ricordato e una volta appresi tutti i giorni,molti dei quali non vennero mai citati nella storia, riaprì gli occhi e si ritrovò di nuovo in quella stanza, in quella casa e alle sue spalle lei, il suo segreto. Quel segreto che aveva deciso di continuare a far parte della sua vita anche quando tutto sembrava impossibile; quel segreto che lei aveva custodito con tanta cura senza capirne mai il motivo. Quel segreto con cui aveva passato gran parte, forse tutta,la sua vita dimenticandola giorno per giorno.Ellie corse da lei e l'abbracciò ma svanì tutto, il segreto,la casa,lo specchio, la poltrona. Si ritrovò di colpo sotto l'albero; decise di arrampicarsi come sempre ma appena arrivò su e aprì la porta della piccola casa non ci trovò nessuno. Scese e iniziò a correre e cercare,ritornò in tutti quei posti e mentre i suoi piedi acceleravano davanti agli occhi le passarono tutte le immagini della sua infanzia e il vestito blu divenne un minuscolo corpetto, poi sparì anche quella. La radura divenne un giardino e le ballerine scarpe da ginnastica, le sue gambe si ritrovarono fasciate da un tessuto che non avevano mai indossato e il corpetto sparì per lasciare posto ad una maglia dello stesso blu del vestito; i boccoli furono sollevati dalle spalle e raccolti in una coda di cavallo. Ma Ellie correva e non fece caso a nulla e corse fino a sera, poi esausta si ritrovò davanti al cancello della villa e il suo viso era bagnato ma non era pioggia. Decise di ritornare dove era l'albero ma al suo posto c'era un tronco cavo. Le lacrime allora si fecero ancora più forti  e il corpo decise spontaneamente di accasciarsi sul suolo. La piccola bambina dentro di lei era così triste e la ragazza al di fuori così esasperata che entrambe caddero in un sonno porfondo. Quando Ellie riaprì gli occhi sentì una voce dolce che aveva partecipato ai suoi giorni fino a quel momento:<<era arrivato il momento..il mio compito era quello di farti ricordare ciò che era stato prima. Lo ho fatto e sono andata. Non piangere, non tediarti, non è questo il progetto per la tua vita. Tu rimarrai sempre nel mio cuore perchè io e te siamo legati da una sorta di legame che ti ha donato tua madre. Tu crescerai e incontrerai tante persone, alcune busseranno alla tua porta con una valigia ed irromperanno con forza nella tua esistenza, altre si fermeranno sulla soglia, altre saranno invisibili e ti accorgerai di loro quando inciameprai nelle loro valigie..cerca di essere forte. Il dolore è brutto da sopportare, lo so e sembra quasi un incubo ma ora che sai, potrai sempre correre in quella casa che prima chiamavi "la mia casetta piccina e grandina grandina", passeggiare per le stanze e piangere un pò. Lì mi troverai anche se non per davvero. Lì troverai sempre la felicità,ricorda.>> Gli occhi di Ellie erano gonfi e gli spicchi di ghiacico sembravano piccoli aghi, la sua bocca riuscì solo a dire:<<tu..tu non puoi andare via così, con una voce. Le persone importanti se ne vanno sempre in silenzio, perchè?! So come sarà, tra un paio di mesi sembrerà tutto lontano per gli altri,come succede già nella villa. Loro non hanno mai parlato di te, chissà quanto tempo fa te ne devi essere andata per loro.. tu non puoi andare via, non puoi perchè non hai mandato nessun preavviso o biglietto e io..io. La vita non può essere così ingiusta da fartene andare via senza che io possa averti neppure abbracciata..sai, un abbraccio sarà ciò che di più mi mancherà ma non potrò dirlo a nessuno perchè per loro sei già morta.>> Ellie si ritrovò ad urlare senza però avere alcuna risposta; allora si alzò e traballante si trascinò sino alla sua piccola camera,  intravide nello specchio la sua immagine riflessa e si chiese dove fosse andato a finire il suo vestito... non lo saprà mai. Tutto ciò di cui fu a conoscenza Ellie fu che era cresciuta, di colpo lo era.

Passarono i mesi e non ritornò mai sull'albero nè in quella casa, fino ad una mattina,quando si alzò e i suoi piedi la portarono lì davanti senza che lei se ne accorgesse. Quando posò la mano sul portonicno, si accorse che era socchiuso, entrò ed aprì la porta della casa. Ritornò nella stanza e si specchiò, si vide così maledettamente grande e alle sue spalle comparve un ragazzo. Era alto e i suoi occhi erano grandi e verdi e ad Ellie sembrarono due smeraldi, la fronte era coperta da un ciuffo spettinato dove batteva un raggio di sole che lasciò intravedere il mile dei suoi capelli. Ellie si girò di botto e gli chiese con tono d'accusa chi fosse, la bocca carnosa del ragazzo si aprì per lasciar uscire un:<<io ci vengo spesso..tu chi sei invece?>>-<<io sono la proprietaria della villa e tu non dovresti essere qui.>>. Il ragazzo si mostrò sorpreso e le disse in tono più dolce:<<beh,allora scusa. Io sono Jhon comunque e vengo qui sin da quando ero piccolo e non smetterò ora, sempre se tu me lo permetterai..questo posto mi serve per pensare.>> La ragazza voleva cacciarlo via ma qualcosa la trattenne, forse il suo sorriso o forse il loro vedersi che diverrà poi quotidiano, nessuno lo saprà mai.Di ciò che succederà dopo sappiamo solo che Jhon uscirà dalla casa per andare a prendere da bere o da mangiare per poi ritornare. Ellie riuscì solo a dire:<< Sono Ellie, la nipote della vecchia proprietaria. Non so però se ti lascerò il privilegio di ritornare qui ogni qual volta  vorrai>>. I due visitarono la casa assieme e Jhon raccontò ad Ellie di tutte le volte che era entrato in quel luogo, le raccontò di una bambina che spesso giocava con lui e della padrona che gli serviva sempre una torta al latte...il suo racconto durerà una vita intera e quel portoncino verrà riaperto molte e molte altre volte, ma questa è un'altra storia.



domenica 26 dicembre 2010


SICUREZZA

Mi sono seduta su questa sedia ormai logorata dal tempo e ho incominciato a pensare quanto quest'anno ci ha cambiato. Credo che prima di tutto nessuna delle due avrebbe mai preso la decisione giusta con i ragazzi. Io forse sarei stata abbastanza egoista da farlo rimanere e tu tanto stupida da continuare a stare con FR.. Siamo cresciute perché il dolore,qualsiasi dolore fra crescere e diventare grandi.  La consapevolezza che continueremo a crescere non mi alletta molto detto sinceramente. Crescere vuol dire anche precludersi delle possibilità. Ora potrei stare con lui ma non è così. Non lo vedo da tempo e cerco di non pensare al dolore che forse non è un inferno. Mi abituo a farmi una ragione di ciò, fingo spesso che non mi manchi ma invece.... non so cosa mi manchi di lui, forse il fatto che non ci sia qui e ora, il non poterlo odiare perché è qui, odio perché per una volta questa stramaledetta volta lui ha deciso di ascoltarmi, forse sarà stato il suo cuore a renderlo così o forse la certezza che un giorno riusciremo a stare assieme ma per ora il mondo va così. Last kiss non parla di una persona morta ho controllato, ho letto tutta la traduzione, parla di due che si sono lasciati, di due che ormai si sono arresi al loro destino e di lei che non avrebbe mai immaginato che sarebbe stato l'ultimo bacio. Vorrei dire che anch'io non ho mai saputo che quello sarebbe stato il nostro unico e solo bacio ma è andata così. Sai in queste righe si legge molta rassegnazione ed è vero , sono rassegnata a questa realtà, che poi forse non è più così orribile. Mi manca anche non avere la mia cura a questo dolore,lui era così vicino a me insomma lui era una cura , l'unica cura che funziona. Ora non posso correre da lui , non posso urlare al mondo che c'è un mondo che io mi sono preclusa, non posso urlare che non ho sognato F. durante la notte ma lui. Era un sogno così bello , così sereno e quando mi sono svegliata piangevo perché era finito, perché la pace di quel momento era finita. C'era tanto di quella tranquillità che io non potevo farne a meno, perché dopo giorni il dolore mi aveva sopraffatto. Ora è tempo di andare avanti e capire che doveva finire così, perché sai  per una volta non so come curarmi, fermare un po' di questo vuoto. Sai cosa vorrei fare? Vorrei piangere ma non ci riesco ho questo groppo alla gola che non sale e non scende, ho un'ansia inutile da dire che continua ad esserci e la paura , il tormento che non c'è nulla oltre a lui  ad aiutarmi. Quando sto con te riesco a dimenticarlo, a farlo diventare passato ma lui resta un nome sulle mie labbra. A Natale io e mio cugino, abbiamo passato un po' di tempo al buio su l letto a guardare fuori dalla finestra e lo sfottevo poi  lui mi ha fatto accoccolare fra le sue braccia e mi sono messa lì in quell'attimo di pace, in quel relax totale. sai perché voglio bene a mio cugino? perché è il rifugio che ho sin da piccola. Quando ero una bimba mario e fabio mi escludevano e io andavo a giocare da lui. Era così bello aver la sua protezione. Ora so che ho bisogno di una sicurezza che non riesco a trovare, sai tante volte, ho cercato una sicurezza che no ho mai trovato. Credo che per quanto strano sia dovuto ai miei genitori. Da quando si sono separati mi  sono sempre sentita così piccola e fragile, così una cosa che ormai la sicurezza la cerco in tutto. Sai alcune volte vorrei capire se Mario abbia mai sofferto , bene ora lo so . So che questo ha reso tutto un inferno, so che lui non era così insopportabile quando io ero piccola, Mario non  litigava sempre con mamma e comunque dato  che papà c'era di rado, non esistevano solo urla e grida. Sai quando tu dici che vorresti vedere i tuoi divisi , separati, mi ricordi me, ma sai lasci una  cosa sicura nel nostro mondo, una famiglia, anche se non perfetta , anche se non completamente affiatata, una famiglia, composta da madre, padre e figli e tutto ciò di meraviglioso che c'è nell'avere il proprio papà a casa com'è senza cambiamenti e senza influssi negativi, non puoi sapere cosa trovi dopo. Avevo bisogno di scrivere ma se ti dicessi che ho pianto sarei un'ipocrita, perché nonostante ......
Good Luck

venerdì 17 dicembre 2010

E sarà più semplice sorridere senza chiedere allora?

Era tanto che non scrivevo qui...era tanto che non battevo i tasti. 
Fa freddo, oggi, come ieri e domani,fa freddo tanto che le ossa delle dita si urtano e scorticano come felcro e strap.  Prima pensavo...pensavo che fra poco è Natale e potrei dirti che son cambiate tante cose..forse è vero sai. Io però sono ancora qui, seduta, a scrivere solo che prima non avevo risposta; sono sempre qui con la musica ed è sempre Taylor Swift ma le canzoni sono diverse. A volte mi chiedo perchè qui non ci sia la correzione automatica, poi ho capito che in reatlà io e te siamo l'unico blog italiano qui e nessuno può correggerci. Cos'è cambiato davvero?...so cos'è cambiato, oh se lo so anche se per un attimo ho provato a dimenticarlo.
Fuori è natale, te ne sei accorta realmente? forse io non lo ho ancora capito...se mi affaccio dal balcone vedo altri balconi ricoperti di lucine e se apro la porta, ghirlande di auguri mi si presentano davanti per invadermi la mente e tormentarmi il cuore..e io me lo guardo, me lo guardo questo Natale, lo guardo passare come il precedente. Mi dico che sono una spettatrice,che per me il natale arriverà e intanto mi chiedo di essere contenta, mi costringo perchè ho bisogno di pensare e di sorridere come facevo prima...non succede più tanto spesso, sai? 
L'altro giorno,durante l'ora di religione abbiamo lavorato sul Natale e alla domanda "cos'è per te il Natale?" mi sono sfogata, nessuno l'aveva chiesto, è successo e così ho preso la penna e ho iniziato: " per me questo Natale è silenzio,attesa..attesa in qualcosa che spero abbia un lieto fine.." poi mi sono bloccata perchè la realtà era troppo pesante per metterla per un pò da parte..
Per me questo Natale..vuoi sapere cos'è davvero Dà? per me una casa dove è sempre settembre, per me è una parete da imbiancare senza però riuscire a trovare la vernice..sarà una sedia d'ospedale con qualche abbraccio, o forse quello sarà Capodanno, chissà... per me questo Natale è indifferenza furiosa che prova a nascondersi perchè orribile e sono stanca di doverti tormentare, lo sono davvero perchè non te lo meriti e in questi giorni non ne sto parlando perchè odio...odio STARE MALE, lo odio. Odio doverti scrivere tutto questo e non volevo ma non riesco a cancellarlo perchè lo faccio già dentro di me e....e non ci sono più lacrime, solo il forte peso, il pensiero di dover piangere che mi fa salire tutto sù ma rimane lì. 
" Tre settimane fa era tutto normale...ma non pensiamoci" sembra facile non pensarci..sembra facile dover uccidere tutte le immagini di quella casa che forse era l'unico posto dove mi sentivo davvero a casa, sembra facile dimenticare o mettere a posto ma io non sono mai stata ordinata e i pensieri se ne vanno insime alle penne o ai tasi, tutti allo sbaraglio. No, non è facile e non mi serve che tu mi dica che 3 settimane fa era tutto normale, mamma, non mi serve a nulla e mi viene da urlare perchè non piango più e  la verità è che non vengo lì perchè non ce la faccio, non reisco ad entrare, ad oltrepassare la porta blu per vedere solo attraverso un monitor quello che prima...lascia stare cos'era. E ora sto urlano lo senti, no, non puoi perchè urlo dentro.

Non ci sono ghirlande qui, qui è terra di nessuno, qui è un deserto e i giorni con il sughero, i pastorelli, le palline e il vischio,non ci sono più...ma guarda, cosa vedi nel buio? una piccola luce, avvicinati è un piccolo presepe e non fa nulla se piccolo, è l'unica cosa che puoi avere ora, l'unica per cui hai la forza di giorire perchè in realtà non ci sarebbe forza o sorriso dietro ad un grande albero ora. 
Sai Dà, a volte fingo di non capirti quando dici che i ricordi sono tutto quello che hai perchè non mi va che tu possa finire col respirare solo di vento vecchio però qui posso dirti tutto quello che il mio ruolo d'amica mi impedisce di fare nella realtà...tutti quei Natali o i capodanni rimarranno ricordi e ringrazio il cielo di averne passati di così belli e allegri..i ricordi sono importanti perchè aiutano nei momenti così dove non puoi crearne altri di ricordi così perchè il presente è vuoto.




Ho pensato tante volte a cosa dirò il giorno dopo la maturità, quando tutte queste storie saranno finite. Forse riederemo insieme delle canzoni e di questo blog o forse sarai così lontana da me che questo diventerà l'unico modo per palrarti..arriverà sai quel giorno in cui mi girerò e non ti troverò più seduta dietro di me, quel giorno in cui non ci sarà più nessun " mi dai il tuo diario?"..ci pensavo prima e non so perchè. I ricordi sono così importanti in effetti, solo alcuni ricordi però...
Ho pensato che magari saremo sedute, grandi come Valeria Sinisi l'altro giorno in via Scarlatti, con quello sgurado un pò indurito dai troppi inverni e dalle batoste, saremo sedute su una di quelle panchine in Floridiana e rideremo del giorno in cui ci siamo buttate sotto l'irrigatore per il troppo caldo o della pioggia senza ombrelli. Magari una delle due avrà una valigia e allora l'altra le darà le foto per ricordarsi di tutto quello che fino al quel momento era stato un mondo a parte... Grazie, io non riuscirò mai a dirtelo abbastanza e non mi riferisco a quello che succederà. A volte ti guardo mentre parli e mi chiedo come tu possa darmi così tanta forza anche non chiedendola, come tu possa essere così presente anche quando non ci sei e... forse saremo davvero grandi quel giorno e non piangeremo più davanti ad una cioccolata calda...e non te lo dico per dire. 
Sai Dà, io non so se sarò brava come te quando ti troverai in una brutta situazione, non so se sarò così brava..perdonami se sarà così..ci proverò, con tutte le mie forze per essere almeno una piccola parte di quanto sei tu per me..non montarti ora, non riesco a dirtele a voce perchè quando scrivo posso gestirmi come voglio e dire davvero tutto... 
Forse io e te non saremo amiche per sempre e forse io non ci sarò quando ne avrai più bisogno perchè sarò troppo lontana o forse tu non ci sarai fuori dalla sala parto quando partorirò, però ti giuro una cosa...parlerò di te, forse in un dolce, ai miei figli, se li avrò, ad un marito, se avrò anche lui..dirò che lei era una che a vederla non immaginavi cosa avesse dentro, una di quelle ragazze che sono le amiche dei film ma dietro le quinte sono anche meglio con i pianti e dirò che le piaceva la cioccolata calda soprattutto quando poteva addolcire una scottatura di un ragazzo e gli racconterò la storia di prugnetto e tutti rideranno e gli racconterò la storia della collanina e di Dada e di come mi sia iniziato a piacere il nome Rita sin dall'inizio e gli dirò che noi eravamo due ma una sola nei problemi e gli dirò che lei riusciva a regalarmi tanto ogni giorno senza che nessuna delle due se ne accorgesse e poi mi dispiacerò nel dirgli che io non ho saputo fare lo stesso. Passerò una sera intera a spiagare a mia figlia come si può passare il sabato a casa con un'amica e con il cd e magari le darò il cd di Taylor Swift e le racconterò del giorno in cui lo ho ricevuto...magari un giorno ti arriverà una telefonata e forse il non sentire da tanto tempo quel "dada",forse un pò incerto per la tua voce cambiata, ti riscalderà il cuore e forse questo blog lo chiuderemo a 18 anni e allora lo stamperò e me lo terrò nascosto in un baule e forse per sbaglio mia figlia a 15 anni lo leggerà..
E se e un giorno aprirai la cassetta della posta della tua casa da filme che tanto sogni e ci troverai dentro una busta gialla o se in uno di quei giorni da libri, quando andrai in libreria e aprirai un libro per caso troverai scritto in prima pagina " per te, per i gatti, per le pizze del sabato sera, per quel salone grande e caldo, per la collanina e per tutto il resto...era una promessa,grazie" allora sorridi perchè la mia vita sarà felice, perchè avrai da raccontare a tuo marito perchè vorrà dire che quella è la storia di due amiche che per caso avrebbero anche potuto non conoscersi o finire in un gruppo diverso il giorno dei cartelloni, perchè vorrà dire che quella è la nostra storia e allora avrò ricordato e lo avrai fatto anche tu...


the pursuit of happyness
 

sabato 4 dicembre 2010

sonno

Questa musica è assordante,chissà come sono i nostri pain-chocolate. ho ripetuto storia e che scocciatura, ho finito e che scocciatura.
Ho ancora in mente quel vestito stupendo di ieri e il rimorso di no averlo comprato. Ho in mente quella truss da 39,90 euro di Coin,era così piena di trucchi, era un paradiso terrestre.
Quando l'ho vista ho pensato a tutte quelle volte che potevamo passare la giornata in bagno e sognare, mentre ascoltavamo la musica.Oggi i ricordi sono sempre più forti, penso a quando ci siamo conosciuti veramente, alla prima volta che  ti ho dovuto spiegare dove abitavo, ho pensato a quante volte abbiamo parlato sul divano del salotto  e quanto è bello stare a casa solo io e te in un mondo dove esiste solo la musica, i dolci e un mondo diverso dalla monotonia.
POI ho pensato al tempo sprecato a parlare di stupidi esseri viventi senza cervello nè cuore e quante lacrime fredde abbiamo sprecato per loro. 
Sai non pensavo che c'era un mondo là fuori, vedi fuori a queste mura c'è qualcosa solo che essere ottuse fa parte di noi, solo che queste dita non mi seguono più e sto scrivendo cose senza senso e mi sto addormentando mentre scrivo anche se c'è il sole, sono così rilassata come quando mi metti le mani in faccia che ora mi addormenterei ma devo muovermi e devo andare un bacio
good luck

giovedì 2 dicembre 2010

BACK TO DECEMBER




Sono così felice che hai trovato il tempo di vedermi
Come va la vita, dimmi come sta la tua famiglia?
Non li vedo da un po'.
Sei stato buono, più impegnato che mai.
Abbiamo chiacchiato, sul lavoro e sul tempo.
La tua guardia è alta ed io so perché.

Perchè l'ultima volta che mi hai visto
È ancora impressa nella tua mente.
Mi hai dato delle rose e le ho lasciate lì a morire.

Quindi sono io ad ingoiare il mio orgoglio,
Qui in piedi di fronte a te dicendo che mi dispiace per quella notte,
E ritorno a dicembre tutte le volte.
Ho capito che la libertà non è niente, ma mi manchi,
Sto desiderando di capire quello che avevo quando eri mio.
Tornerei a dicembre, capovolgerei tutto e farei le cose come si deve
Ritorno a dicembre tutte le volte

In questi giorni non ho dormito
Sono rimasta in piedi a ripetere quell'addio,
Quando è stato il tuo compleanno io non ho chiamato.
E penso all'estate, tutti i bei tempi trascorsi
Ti ho visto ridere dalla parte del passeggero
Ho capito che ti amavo in autunno.
Poi è arrivato il freddo, i giorni bui quando la paura si è insinuata nella mia mente.
Tu mi hai dato il tuo amore e tutto quello che ti ha dato io è stato un addio.

Quindi sono io ad ingoiare il mio orgoglio,
Qui in piedi di fronte a te dicendo che mi dispiace per quella notte,
E ritorno a dicembre tutte le volte.
Ho capito che la libertà non è niente, ma mi manchi,
Sto desiderando di capire quello che avevo quando eri mio.
Tornerei a dicembre, capovolgerei tutto e farei le cose come si deve
Ritorno a dicembre tutte le volte

Mi manca la tua pelle abbronzata, il tuo sorriso dolce, così bello per me, così giusto,
E come mi tenevi tra le tue braccia quella notte di settembre,
La prima volta che mi hai vista piangere.
Forse questo è solo un desiderio,
Probabilmente un sogno senza testa
Se ci amassimo di nuovo giuro che ti amerei nel modo giusto.

Tornerei indietro nel tempo e lo cambierei, ma non posso
Quindi, se la catena è sulla tua porta, lo capisco.

Ma questa sono io ed ingoio il mio orgoglio,
Qui in piedi di fronte a te dicendo che mi dispiace per quella notte,
E ritorno a dicembre tutte le volte.
Ho capito che la libertà non è niente, ma mi manchi,
Sto desiderando di capire quello che avevo quando eri mio.
Tornerei a dicembre, capovolgerei tutto e lo rifarei
Tornerei a dicembre, capovolgerei tutto e farei le cose come si deve
Ritorno a dicembre tutte le volte

Tutte le volte








ecco cosa mancava in questo blog ...... un  po' della nostra musica, uno scacciapensieri.

mercoledì 1 dicembre 2010

con il sole e raggi...

Stavolta mi sono messa qui e come in una felpa mi sono chiusa la cerniera alle spalle per godermi il pail caldo che spero affievolirà questo mal di testa...è successa una cosa strana, quasi surreale...

Ho trovato sulla scrivania un foglio bianco con uno schizzo rappresentante un guanto e ho immaginato un lungo vestito rosso, con lunghi guanti vellutati e poi di colpo lo avevo indosso e, come in un film, mi sono ritrovata in una grande sala da ballo con i capelli semi-raccolti che fluttuavano e mille luci e lampadari e un principe sul fondo e in primo piano io e il mio sguardo stupito, sorpreso di essere arrivata lì tutto d'un colpo e mille altri vestiti fluttuanti di altre ragazze e un gran galà come quello di Cenerentola. Poi come il suono di uno scintillio,il rumore di un braccialetto che urta contro qualcosa di metallico. Gli occhi hanno visto un lume, un lume che non aveva nulla a che fare con quel galà...era il lume sulla mia scrivania, era la mia scrivania, era il mio computer, era la musica...il foglio era ancora lì, il guanto sul foglio era ancora lì... sospiri dell'immaginazione che pur di fuggire da questa situazione si è messa d'accordo con la razionalità e mi ha fatto tuffare in una felpa tutta "principesse e lampadari"...è durato un attimo però è stato come un flash-back..era tutto così preciso, tutto così..così reale. A volte fa bene essere rapiti da qualcosa, anche se per poco.

Non mi va di parlare della realtà oggi, o meglio, non ne ho la forza nè la speranza..se solo l'avessi ancora nè parlerei ancora e ancora... ma non mi va di tediarti ancora, non mi va di ritrovarmi ad urlare, a sbattere le mani sul pavimento, a strapparmi letteralmente i capelli..Ieri ho pianto per un tempo che solo tu sei riuscita a determinare come 1 ora e mezza,sai ora ho capito perchè non riesco a piangere davvero con te nè con nessun altro...io parlo da sola, dico cose senza senso, prego Dio, parlo con nonna e mi incavolo con chi non dovrei e forse con qualcuno non riuscirei a farlo.Ora ti dirò un segreto, io piango con la musica e sai perchè? ..la mia voce mi impaurisce. Quando piango è diversa, è rauca, dice cose a vanvera e mi ritrovo a ripetere un "ti prego, ti prego" come se fosse l'ultima parola prima di morire. Spengo la luce se c'è uno specchio, lo copro se non posso chiudermi nel buio perchè non riesco a vedermi e poi mi spavento perchè vedo le mie mani che cercano di strappare i vestiti, poi cerco di scappare da qualcosa ma non c'è nulla da cui scappare e sento il respiro soffocare perchè mi sto attaccando al muro perchè essendo seduta non trovo altra via di scampo che aggrapparmi al muro, come una vittima che sta fuggendo dal pugnale ma sa che invitabilmente arriverà tutto addosso... e quando se ne rende conto, quando io me ne rendo conto, sono accasciata sul marmo del pavimento del bagno ad abbracciare la vasca o a morderla per non cercare di urlare o di piangere ancora perchè la testa mi scoppia o mi gira... Alla fine è andata così anche stavolta..mi dispiace.