Ci vuole il cuore ...alcune volte ci vuole solo questo un po' di cuore per capire le persone, per conoscerle tutte, una a una e notare che ciò che sono non è altro che l'insieme del loro vissuto, e del loro passato, quella misteriosa nube che ognuno si porta dietro e che può essere rilevata a pochi , solo ai quei prescelti che chiamano amici o amore..... sì siamo pezzi di noi, nulla di più di un agglomerato di atomi fatti di nebbia, ricordi, lacrime, pensieri, emozioni......
quelle che fottono, quelle che ti fanno piangere e gioire, quelle che colorano la vita o che la spengono, alcune volte c'è solo il buio, altre solo luce....
ci sono volte in cui le persone non capiscono semplicemnete non capiscono cosa sia giusto o meno e vivono la loro vita seguendo il ritmo della loro giornata un ritmo che spesso sa di numeri, giochi, conti, vissuto, un ritmo che sa del suo profumo.... e sono inbondata, ovunque continuo a sentirlo, ovunque lui c'è e ci sarà sempre credo, ormai, perchè lui è dentro di me è per questo che non posso liberarmene, lui è me perchè io sono il mio passato e lui è il mio passato una grossa fetta del mio passato che continua faticosamente a salire a galla, ma che ce la fa sempre e a me ormai va bene, mi sono abituatua a quest'ombra nera che mi segue ovunque la vedo sopra di me ogni giorno e più c'è luce e più si vede più c'è buio e meno si vede ma io ne ho sempre paura perchè so che grande potenza ha.....
lui c'è e ci sarà sempre tutti i più importanti ci sono e ci saranno smepre loro sono noi, sono noi e spesso è inutile cercare di cacciarli dentro, in fondo , giù nelle tenebre di quell'organo chiamato cuore perchè è così...... loro sono noi e noi siamo loro nessuno potrà mi liberarsi da questa pelle ma sai cosa si può fare??
non piangere, ridere per quanto sia possibile, e far in modo di ricordare con gioia ciò che si è vissuto, è questo il segreto fin quando il rancore, la rabbia avranno il sopravvento allora nessuno è al sicuro, allora ci siamo messe in una situazione che non può cambiare..... è così che funziona viviamo per ferirci perchè purtroppo siamo essere umani, terribilmente e stupidamente egoisti, egocentrici, privi di oni forma di altruismo, è un addio questo perchè oggi guardo i nostri ricordi mio caro ANTONIO e provo quello che è inevitabile provare.....
Ti amavo stupidamnete e rido di me e sono contenta per me perchè in quei momenti che mi hai regalato mi hai fatto stare bene come nessuno prima e ora per me è come una partita tiri i dadi e .......
vinco io..... faccio seiiiii......rido ancor aperchè non era male sai!! non eravamo poi tanto male, noi due no...non lo eravamo...
P.S: mi manchi ancora, spesso ma ormai rido delle 1001 rose rosse che non mi arriveranno mai per chiedermi scusa, 1001 e sono poche..... 1001 e sono le volte in cui io ho pianto per te.....1001 sono le volte in cui ti ho detto addio....1001 perchè sono sicura che non ci sarà la 1002 volta in cui mi farai del male.....
1001 volte in cui io perso me stessa......
e poi mi ritrovo qua e questo profumo di lavanda non è male....
R.
venerdì 29 giugno 2012
giovedì 28 giugno 2012
V di vita e D di destino
Sembra passato così poco, credimi. Se premi il tasto REWIND, i post sono così pochi prima di quel giorno.
Perché dalle menti delle persone devono scaturire pensieri così diversi? Perché le strade di quelle persone devono- in alcuni casi sembra NECESSARIAMENTE- incontrarsi?!
Questa placida ed afosa sera d'inizio estate avrebbe soggiornato nell'area relax se quel 15 marzo avesse deciso di rendermi le cose più facili e meno perfette.
Quando quella sera se n'è andato, e non parlo di quella figura con il borsone in spalle che ho visto allontanarsi durante un tardo pomeriggio con l'aria di un cane bastonato; quando quella sera in cui, da brava esploratrice, ho scovato il tesoro della verità, quando gli ho strappato la maschera senza che lui se ne accorgesse in tempo...quella sera dentro di me qualcosa si è rotto. So che nessuno all'inizio credeva potessi chiudere così, su due piedi, ma è semplicemente successo. Io non so dirmi perché.
Un moto furioso quella sera mi ha inondato e io non ho saputo fermarlo, non ho voluto.
Così il mio cuore (semmai fosse stato quello l'organo interessato), stremato, ha detto basta. Aveva portato avanti quella battaglia, trascinato quel carro per un viaggio sin troppo lungo, tortuoso e zeppo di trappole poste dal cervello e, ciononostante, aveva stretto ancor di più le cinghie, digrignato i denti e conficcato i piedi nel terreno per andare avanti. Quella era la sua battaglia e l'avrebbe portata a termine, non importava cosa ci fosse alla fine, quanto nutriente il pasto o duratura la pace: ora o mai più.
Ho preso il cellulare e, mentre dentro qualcuno gridava di fermarmi, ho cancellato tutto. Tutto quello che in un giorno come questo avrei riguardato con un'ombra nostalgica in volto, poi mi sono guardata attorno e mi sono accorta che tutto urlava il suo nome.
Giusto ciò che desideravo in quel momento: tante parti di lui da ridurre in brandelli.
Sono andata in cucina, ho afferrato le forbici (questo gesto rimanda vagamente ad eventi della vita precedente, non è vero?), sono tornata in camera, ho alzato la testa e rivolto un'occhiata iniettata d'ira verso quella sfera rosa con le orecchie che fluttuava silenziosa ai piedi del mio letto, ne ho artigliato il filo che la teneva legata alla balaustra in ferro battuto, l'ho tirata giù e dritto nella pancia ho conficcato le lamine grige e ancora e ancora e ancora. Poi, discretamente, come un killer professionista fa con una delle sue solite vittime, ho piegato il palloncino.
Ma quel luogo odorava ancora troppo di lui. Non sarebbe durato a lungo però, perché ora una figura nera schizzava veloce tra quelle quattro pareti: prima per catturare quella stupida marionetta con le sembianze di un leone, poi per quel piccolo insignificante pulcino. Tutte cose futili e tanto materiali quanto vuote in significato.
"Tutta una recita,Cecilia!"-quella me,quella che decide di farsi spazio sul palco solo quando lo spettacolo è sul punto di rivelarsi un flop, ora stava squarciando il silenzio e punendo le lacrime che, indisciplinate, avevano programmato di sgorgare come da copione- "Tutto come avevi immaginato! Guardati, sei stata solo una stupida. Come hai solo potuto pensare che fossi una di quelle persone?! Una di quelle che si meritano tutto ciò che hai avuto tu con, in aggiunta, anche un cuore sincero?! Sei stata davvero ingenua, come sempre del resto...". Come una tempesta mi districavo nella stanza producendo solo un riso nervoso e, nel frattempo, le mie mani afferravano e riponevano oggetti, prendevano pennarelli ed aprivano buste, scartavano pensieri e gettavano ricordi, estirpavano rose rosse dalla scrivania per nasconderle in un salone fin troppo visitato, essiccavano canali lacrimali e li sostituivano con sorrisi concitati, per poi ritrovarmi con un'anonima busta di cartone con su scritto "Fac- simile n°2", subito riposta in fondo, in fondo, dietro la caterva di borse insieme a quel tristissimo girasole finto. Lì, dove i miei pensieri non riescono ad arrivare tanto spesso e dove spero che quei ricordi vengano seppelliti, soffocati dalla polvere per poi dissolversi definitivamente dietro quelle spesse lastre di legno e all'interno delle mie pareti celebrali.
A volte la vita è strana, sai.
Ci poniamo inconsapevolmente delle condizioni da rispettare senza neppure considerare la cosiddetta "vita facile".
Le persone spesso decidono quali sono le strade percorribili e quali le sterrate senza neppure avanzare o, perlomeno, allungare lo sguardo. Perché? Perché così è più facile, perché così è giusto, perché se non fosse stato così, perché se avessi, per una sola stupida volta, ascoltato la ragione non avrei, no, non avrei perso ore ed ore, notti su notti dinanzi a questo schermo a guardare un paio d'occhi reali, ma a sognare una persona totalmente finta tutt'attorno.
Ma è andata così e mi son rassegnata e quando il corso dei pensieri inizia a salire la scala col suo nome e mi volto per osservarne le fotografie che ritraggono sorrisi, abbracci e balli appese alle pareti sento come un formicolio all'altezza della gola, che poi sfocia in un sinistro, ma reale riso.
E' strano, sai?
Credo di aver chiuso con lui, ma c'è una cosa che ancora non mi spiego...forse più d'una.
Te ne esporrò solo una, però, pronta?
Se la pelle non si raggrinzisce più tanto, se il sorriso non scompare più del tutto, allora perché ora l'unica domanda a cui saprei rispondere prontamente e con un sorriso smagliante è:
"Dove vuoi andare quest'estate?"
indipendence
Perché dalle menti delle persone devono scaturire pensieri così diversi? Perché le strade di quelle persone devono- in alcuni casi sembra NECESSARIAMENTE- incontrarsi?!
Questa placida ed afosa sera d'inizio estate avrebbe soggiornato nell'area relax se quel 15 marzo avesse deciso di rendermi le cose più facili e meno perfette.
Quando quella sera se n'è andato, e non parlo di quella figura con il borsone in spalle che ho visto allontanarsi durante un tardo pomeriggio con l'aria di un cane bastonato; quando quella sera in cui, da brava esploratrice, ho scovato il tesoro della verità, quando gli ho strappato la maschera senza che lui se ne accorgesse in tempo...quella sera dentro di me qualcosa si è rotto. So che nessuno all'inizio credeva potessi chiudere così, su due piedi, ma è semplicemente successo. Io non so dirmi perché.
Un moto furioso quella sera mi ha inondato e io non ho saputo fermarlo, non ho voluto.
Così il mio cuore (semmai fosse stato quello l'organo interessato), stremato, ha detto basta. Aveva portato avanti quella battaglia, trascinato quel carro per un viaggio sin troppo lungo, tortuoso e zeppo di trappole poste dal cervello e, ciononostante, aveva stretto ancor di più le cinghie, digrignato i denti e conficcato i piedi nel terreno per andare avanti. Quella era la sua battaglia e l'avrebbe portata a termine, non importava cosa ci fosse alla fine, quanto nutriente il pasto o duratura la pace: ora o mai più.
Ho preso il cellulare e, mentre dentro qualcuno gridava di fermarmi, ho cancellato tutto. Tutto quello che in un giorno come questo avrei riguardato con un'ombra nostalgica in volto, poi mi sono guardata attorno e mi sono accorta che tutto urlava il suo nome.
Giusto ciò che desideravo in quel momento: tante parti di lui da ridurre in brandelli.
Sono andata in cucina, ho afferrato le forbici (questo gesto rimanda vagamente ad eventi della vita precedente, non è vero?), sono tornata in camera, ho alzato la testa e rivolto un'occhiata iniettata d'ira verso quella sfera rosa con le orecchie che fluttuava silenziosa ai piedi del mio letto, ne ho artigliato il filo che la teneva legata alla balaustra in ferro battuto, l'ho tirata giù e dritto nella pancia ho conficcato le lamine grige e ancora e ancora e ancora. Poi, discretamente, come un killer professionista fa con una delle sue solite vittime, ho piegato il palloncino.
Ma quel luogo odorava ancora troppo di lui. Non sarebbe durato a lungo però, perché ora una figura nera schizzava veloce tra quelle quattro pareti: prima per catturare quella stupida marionetta con le sembianze di un leone, poi per quel piccolo insignificante pulcino. Tutte cose futili e tanto materiali quanto vuote in significato.
"Tutta una recita,Cecilia!"-quella me,quella che decide di farsi spazio sul palco solo quando lo spettacolo è sul punto di rivelarsi un flop, ora stava squarciando il silenzio e punendo le lacrime che, indisciplinate, avevano programmato di sgorgare come da copione- "Tutto come avevi immaginato! Guardati, sei stata solo una stupida. Come hai solo potuto pensare che fossi una di quelle persone?! Una di quelle che si meritano tutto ciò che hai avuto tu con, in aggiunta, anche un cuore sincero?! Sei stata davvero ingenua, come sempre del resto...". Come una tempesta mi districavo nella stanza producendo solo un riso nervoso e, nel frattempo, le mie mani afferravano e riponevano oggetti, prendevano pennarelli ed aprivano buste, scartavano pensieri e gettavano ricordi, estirpavano rose rosse dalla scrivania per nasconderle in un salone fin troppo visitato, essiccavano canali lacrimali e li sostituivano con sorrisi concitati, per poi ritrovarmi con un'anonima busta di cartone con su scritto "Fac- simile n°2", subito riposta in fondo, in fondo, dietro la caterva di borse insieme a quel tristissimo girasole finto. Lì, dove i miei pensieri non riescono ad arrivare tanto spesso e dove spero che quei ricordi vengano seppelliti, soffocati dalla polvere per poi dissolversi definitivamente dietro quelle spesse lastre di legno e all'interno delle mie pareti celebrali.
A volte la vita è strana, sai.
Ci poniamo inconsapevolmente delle condizioni da rispettare senza neppure considerare la cosiddetta "vita facile".
Le persone spesso decidono quali sono le strade percorribili e quali le sterrate senza neppure avanzare o, perlomeno, allungare lo sguardo. Perché? Perché così è più facile, perché così è giusto, perché se non fosse stato così, perché se avessi, per una sola stupida volta, ascoltato la ragione non avrei, no, non avrei perso ore ed ore, notti su notti dinanzi a questo schermo a guardare un paio d'occhi reali, ma a sognare una persona totalmente finta tutt'attorno.
Ma è andata così e mi son rassegnata e quando il corso dei pensieri inizia a salire la scala col suo nome e mi volto per osservarne le fotografie che ritraggono sorrisi, abbracci e balli appese alle pareti sento come un formicolio all'altezza della gola, che poi sfocia in un sinistro, ma reale riso.
E' strano, sai?
Credo di aver chiuso con lui, ma c'è una cosa che ancora non mi spiego...forse più d'una.
Te ne esporrò solo una, però, pronta?
Se la pelle non si raggrinzisce più tanto, se il sorriso non scompare più del tutto, allora perché ora l'unica domanda a cui saprei rispondere prontamente e con un sorriso smagliante è:
"Dove vuoi andare quest'estate?"
giovedì 21 giugno 2012
credici almeno tu fallo!!! no ho smesso di fingere
fa male fore un po' ...
senti dolore ? l'ho sentito e in parte seppur attenuato lo sento ancora
perchè?non lo so chiediglielo
che farai? non lo so, vuoto,buio, totale incomincerò con un" mai più"
sbaglierai facendo così! hai ragione ma è l'unica cosa che riesco a pensare
ti manca? ogni giorno e ogni secondo e ogni microsecondo
lo odi? vorrei
perchè non ci provi? già fatto e semplicemntge inutile...
allora perchè non te ne trovi un altro? non ci riesco, non posso più fingere con U.
a chi pensi ora? a me stessa
stai a buon punto? per fare cosa???
per dimenticarlo?!! si sono a buon punto
ti potrei aiutare io? non puoi, mnon può nessuno, solo io
mi dispiace sai? lo so non ti preoccupare, ddovrò puer alzarmi da questo letto ce la farò vero?
sììì certo!!
in mente penso che no non ce la farò,è inutile mentirmi ..... vorrei solo fidarmi di ..... vorrei solo farlo così semplicemnte da sembrarmi impossibile
non mi credi vero che ce la farai?? sì ti credo ma non ora ...ora non ho tempo... ora non ho voglia e basta ....
provarci non costa nulla vero?
ti darei tutto...........ogni singolo ricordo ma non ne ho
senti dolore ? l'ho sentito e in parte seppur attenuato lo sento ancora
perchè?non lo so chiediglielo
che farai? non lo so, vuoto,buio, totale incomincerò con un" mai più"
sbaglierai facendo così! hai ragione ma è l'unica cosa che riesco a pensare
ti manca? ogni giorno e ogni secondo e ogni microsecondo
lo odi? vorrei
perchè non ci provi? già fatto e semplicemntge inutile...
allora perchè non te ne trovi un altro? non ci riesco, non posso più fingere con U.
a chi pensi ora? a me stessa
stai a buon punto? per fare cosa???
per dimenticarlo?!! si sono a buon punto
ti potrei aiutare io? non puoi, mnon può nessuno, solo io
mi dispiace sai? lo so non ti preoccupare, ddovrò puer alzarmi da questo letto ce la farò vero?
sììì certo!!
in mente penso che no non ce la farò,è inutile mentirmi ..... vorrei solo fidarmi di ..... vorrei solo farlo così semplicemnte da sembrarmi impossibile
non mi credi vero che ce la farai?? sì ti credo ma non ora ...ora non ho tempo... ora non ho voglia e basta ....
provarci non costa nulla vero?
ti darei tutto...........ogni singolo ricordo ma non ne ho
mercoledì 20 giugno 2012
la mia nuova faccia
perchè giulia e non maria o andrea anche se è femmina??? perchè una bambina appena nata non ha mai la faccia da giulia, maria o andrea , ha solo la faccia di chi è contento di quello che succede e non ci pensa poi tanto.... io che faccia avevo non lo so bho forse avervo la faccia di chi era contento anzi sicurtamente era quella la faccia che avvevo contenta ....ora mi sento così e sì se te lo stai per chiedere ho finito il libro....
di Nicholas sparks.
comunque tornando a discorsi seri, io ho smnepre penasato che fosse un bell'animale la stella marina certo non ho mai pensato di essere quell'animale ho sempre pensato altro .....
però sai che è proprio carina, certo che lo è e non c'ènulla di mare secondo me anche tu saresti stata una stella marina carina chissà .... forse saresti stata lì nel mio acquario ad ascoltarmi perchè sappi che ti riesce davvero bene a mio contrario, perchè ammetto che non è proprio il mio forte, tu invece sei brava inq uesto e esicuramente spesso penserai di scocciarti ma è normale e poi fgorse ti è sempre piaciuto osservare perchè così potevi disegnare ciò che attentamente scrutavi ...comunque alcune volte ci penso sai .....
sisiis che alla fine in fondo non p male ciò che ho, cioè non è il peggio che ci sia al mondo e mi basta e penso che sarà più oneroveolo un giorno insegnare ai miei figli che la mamma ce l'ha fatta a cosrtuirsi tutto anche se non era appoggiata dal fato, se così si può chiamare ciò che mi ha rovinato e aggiustato più volte la vita.
comunque sì, che la mamma è forte e lo è per chiò che ha vissuto e che loro sono dei bambini stupendi e sapranno di essere amati .... sai forse un giorno anche io divorzierò è un ipotesi che più volte mi risuona in testa e che continuo a tirare giù ma ieri tu mi hai riferito il discorso di mia madre sul non fare matrimoni errrati ma come si fa??
insomma credo che nessuno si sposi pensando che finirà male, si pensa che sia quello giusto e poi si fanno i figli e il vecchio e buon caro concetto di per sempre va a farsi fottere e levi tutte le foto di voi quattro e rimangono solo piccoli pezzi foto tagliate e tanti brandelli da raccogliere.
sai che ciò che siamo è dovuto a ciò che abbiamo vissuto? e se poi non fosse così male e se poi riuscissi a prendere del buono dal divorzio dei miei e se trovassi del buono?? se ne facessi qwualcosa di buono..... io sono semplicemente stranamente contenta di ciò che sono e di come sono ammetto che da quando ho provato quella sensazione di tradimento da parte di lui dubito di tutti e sono molto èiù gelosa diprima ma chiossà forse la prossima volta me lo terrò talmente ben stretto perchè sto incominciando ad archittettare un piano davvero perfetto e vedrai nessuno avrà mai motivo odi dubitare di menessuno, ieri ho messo in moto il primo ingranaggio di questa catena di montasggio e devo dire che incomincia a prendere vita.... ceci io non so cosa fare a volte, anzi ultimamente molto spesso, insomma mooolto spesso ma poi un modo per rimettere tutto in ordine lo trovo sempre e quindi incominciano da qui.
anzi riiniziamo da qui... che cosa?? la nostra estate .... cecilia è estate senti il caldo appicciosa, l'odore del mare e del vento e il tempo libero?? questa è la nostra estate quindi incominceremo a correre ovunque e dovunque perchè bne ho una voglia matta e poi cecilia ci prenderemo una bella pausa e impareremo ad amare essattamente ciò che siamo perchè ceci non siamo poi tanto male, siamo l'orgoglio di molte persone o almenotu sei il mio e quindi sei già a buon punto.
pronta!!!!!
facciamo questo canestro, centriamo in pieno la vita, insieme nel centro di quella circonferenza e speriamo che semplicemente funzioni...
di Nicholas sparks.
comunque tornando a discorsi seri, io ho smnepre penasato che fosse un bell'animale la stella marina certo non ho mai pensato di essere quell'animale ho sempre pensato altro .....
però sai che è proprio carina, certo che lo è e non c'ènulla di mare secondo me anche tu saresti stata una stella marina carina chissà .... forse saresti stata lì nel mio acquario ad ascoltarmi perchè sappi che ti riesce davvero bene a mio contrario, perchè ammetto che non è proprio il mio forte, tu invece sei brava inq uesto e esicuramente spesso penserai di scocciarti ma è normale e poi fgorse ti è sempre piaciuto osservare perchè così potevi disegnare ciò che attentamente scrutavi ...comunque alcune volte ci penso sai .....
sisiis che alla fine in fondo non p male ciò che ho, cioè non è il peggio che ci sia al mondo e mi basta e penso che sarà più oneroveolo un giorno insegnare ai miei figli che la mamma ce l'ha fatta a cosrtuirsi tutto anche se non era appoggiata dal fato, se così si può chiamare ciò che mi ha rovinato e aggiustato più volte la vita.
comunque sì, che la mamma è forte e lo è per chiò che ha vissuto e che loro sono dei bambini stupendi e sapranno di essere amati .... sai forse un giorno anche io divorzierò è un ipotesi che più volte mi risuona in testa e che continuo a tirare giù ma ieri tu mi hai riferito il discorso di mia madre sul non fare matrimoni errrati ma come si fa??
insomma credo che nessuno si sposi pensando che finirà male, si pensa che sia quello giusto e poi si fanno i figli e il vecchio e buon caro concetto di per sempre va a farsi fottere e levi tutte le foto di voi quattro e rimangono solo piccoli pezzi foto tagliate e tanti brandelli da raccogliere.
sai che ciò che siamo è dovuto a ciò che abbiamo vissuto? e se poi non fosse così male e se poi riuscissi a prendere del buono dal divorzio dei miei e se trovassi del buono?? se ne facessi qwualcosa di buono..... io sono semplicemente stranamente contenta di ciò che sono e di come sono ammetto che da quando ho provato quella sensazione di tradimento da parte di lui dubito di tutti e sono molto èiù gelosa diprima ma chiossà forse la prossima volta me lo terrò talmente ben stretto perchè sto incominciando ad archittettare un piano davvero perfetto e vedrai nessuno avrà mai motivo odi dubitare di menessuno, ieri ho messo in moto il primo ingranaggio di questa catena di montasggio e devo dire che incomincia a prendere vita.... ceci io non so cosa fare a volte, anzi ultimamente molto spesso, insomma mooolto spesso ma poi un modo per rimettere tutto in ordine lo trovo sempre e quindi incominciano da qui.
anzi riiniziamo da qui... che cosa?? la nostra estate .... cecilia è estate senti il caldo appicciosa, l'odore del mare e del vento e il tempo libero?? questa è la nostra estate quindi incominceremo a correre ovunque e dovunque perchè bne ho una voglia matta e poi cecilia ci prenderemo una bella pausa e impareremo ad amare essattamente ciò che siamo perchè ceci non siamo poi tanto male, siamo l'orgoglio di molte persone o almenotu sei il mio e quindi sei già a buon punto.
pronta!!!!!
facciamo questo canestro, centriamo in pieno la vita, insieme nel centro di quella circonferenza e speriamo che semplicemente funzioni...
martedì 19 giugno 2012
La curva di un ricciolo
Quando ero piccola mi sentivo spesso chiedere:"Che animale vorresti essere?" e, mentre tutti rispondevano: " un delfino", io, sorridendo, sussurravo:"una stella marina". Poi un giorno mamma mi chiese il perché e io le dissi che la stella marina non si muove mai. Lei rise e pensò che la sua era una bimbetta dolce e "pigrotta". Ciò che volevo intendere io invece era che la stella marina non si muove mai. Rimane immobile, ad osservare. Osservare il cambiamento. Immaginavo un fondale tutto blu, come i miei pastelli consumati e una piccola stella rossa come lo smalto che ora si sta consumando sulle mie unghie.
Diverse volte mi sono fermata a pensare come sarebbe stata la mia vita se in molte occasioni nessuno mi avesse notata, se io non mi fossi sentita sotto esame.
Sai, la realtà è più difficile se la vedi sempre come un esame da superare, come una scalata che non riuscirai mai a finire. Alcune volte, molto spesso, mi sento così.
"Ma tanto tu non lo sai fare. Rassegnati che è meglio"- è questo ciò che mi dico di continuo. Come un ippopotamo in tutù tra tanti cigni, ecco come mi vedo io. So che può far ridere ed è per questo che molto spesso preferisco, semplicemente, rinunciare.
A me piace osservare, starmene seduta un po' in disparte e guardare come le persone filano nelle loro strane vite e, se posso, appuntare qualcosa qua e là per ricordarmi come si fa.
Sin da piccola ho sempre avuto paura di molte cose: delle capriole, dei ponti di legno per bambini, degli scivoli, delle onde alte altissime. Per tutti ero- e forse ancora sono- la piccola Cecilia, quella timida e tranquilla.
Ci sono stati giorni in cui mi sono stancata di me stessa, solo che non sapevo come fare a scrollarmela di dosso e non lo so tutt'ora. Forse, però, il problema risiede proprio nel volermi scrollare via...chissà.
Penso che se mia madre leggesse questo si farebbe catturare dalle domande e dai perché...meglio continuare a tenere questo mio mondo lontano da lei.
"E dimmi, Cecilia, perché proprio una stella marina?"-"Non lo so, maestra. Lei è ferma."
Una bambina un po' problematica, devo ammetterlo.
Non si muove. E se non si muove allora non può sbagliare, perché chi sta fermo non va né avanti, né indietro, né a destra, né a sinistra e non lascia traccia. Non da disturbo, ecco.
Io non so perché ti stia confidando queste cose. Potrebbe sembrare un discorso già fatto in realtà, ma, credimi, non mi era mai capitato di ritrarre questo territorio con colori così accesi, di parlarne in maniera esplicita. Mi sono sempre limitata a scherzarci su' o, addirittura, ad esasperare questo lato così da farlo sembrare il meno reale possibile.
Però, sai, si sta bene dopo averne parlato...credo di non essermi mai sentita così...davvero mai.
Dovrei farlo più spesso, senza paura di poter apparire una vittima. Non mi sento tale, quindi non lo sono.
Di solito tendo a cacciare dentro gli ingredienti molli e dolciastri e, alle volte, la scorza di cioccolato fondente diventa così spessa da farmi soffocare, da non permettermi di accettare i momenti di debolezza, da non sentirmi mai in diritto, mai abbastanza meritevole di sofferenza. Magari può sembrar strano, ma ogni volta che mi son trovata a piangere per lei c'è sempre stato un momento, un lungo istante, in cui singhiozzi e lacrime sono rimasti schiacciati dentro la gola a causa del passaggio di un pensiero. Un pensiero pesante, che mi diceva che io non avrei dovuto piangere, perché non ero nessuno, nessuno all'altezza di provare tanta sofferenza. Mia madre e i suoi fratelli potevano, ma io? Io non ne avevo il diritto. Il mio compito era quello di star in silenzio e cercare di prestare una spalla su cui piangere, perché, in realtà, ero solo stata una nipote, e una nipote non conta poi tanto. Quindi perché mi stavo disperando? Con quanta presunzione ed egocentrismo mi ero presa questo posto d'onore?!
E così via per tutte le cose. Tu non immagini cosa vortichi in questa testa difettosa.
Ed ecco la stella marina. Tutto è nato da lei. Se ne sta lì, attaccata ad una superficie ad osservare e a cercare di capire come avrebbe potuto fare meglio e come non riuscirà mai realmente a fare.
Ecco come alle volte, spesse volte, prima di far qualsiasi cosa, mi sento.
Quando ti dico che la competizione non è affar mio, non è per un atto di superiorità, ma unicamente perché la mia prima risposta è:"non ce la faccio". Sono una stella di mare e quelle, se provi a prenderle, non si muovono; si lasciano sollevare.
So di sbagliare, ma certe cose non si controllano.
Io sono come un ricciolo e i riccioli, si sa, son belli. Io però sono un ricciolo su una chioma appena stirata e perfettamente liscia.
indipendence
Diverse volte mi sono fermata a pensare come sarebbe stata la mia vita se in molte occasioni nessuno mi avesse notata, se io non mi fossi sentita sotto esame.
Sai, la realtà è più difficile se la vedi sempre come un esame da superare, come una scalata che non riuscirai mai a finire. Alcune volte, molto spesso, mi sento così.
"Ma tanto tu non lo sai fare. Rassegnati che è meglio"- è questo ciò che mi dico di continuo. Come un ippopotamo in tutù tra tanti cigni, ecco come mi vedo io. So che può far ridere ed è per questo che molto spesso preferisco, semplicemente, rinunciare.
A me piace osservare, starmene seduta un po' in disparte e guardare come le persone filano nelle loro strane vite e, se posso, appuntare qualcosa qua e là per ricordarmi come si fa.
Sin da piccola ho sempre avuto paura di molte cose: delle capriole, dei ponti di legno per bambini, degli scivoli, delle onde alte altissime. Per tutti ero- e forse ancora sono- la piccola Cecilia, quella timida e tranquilla.
Ci sono stati giorni in cui mi sono stancata di me stessa, solo che non sapevo come fare a scrollarmela di dosso e non lo so tutt'ora. Forse, però, il problema risiede proprio nel volermi scrollare via...chissà.
Penso che se mia madre leggesse questo si farebbe catturare dalle domande e dai perché...meglio continuare a tenere questo mio mondo lontano da lei.
"E dimmi, Cecilia, perché proprio una stella marina?"-"Non lo so, maestra. Lei è ferma."
Una bambina un po' problematica, devo ammetterlo.
Non si muove. E se non si muove allora non può sbagliare, perché chi sta fermo non va né avanti, né indietro, né a destra, né a sinistra e non lascia traccia. Non da disturbo, ecco.
Io non so perché ti stia confidando queste cose. Potrebbe sembrare un discorso già fatto in realtà, ma, credimi, non mi era mai capitato di ritrarre questo territorio con colori così accesi, di parlarne in maniera esplicita. Mi sono sempre limitata a scherzarci su' o, addirittura, ad esasperare questo lato così da farlo sembrare il meno reale possibile.
Però, sai, si sta bene dopo averne parlato...credo di non essermi mai sentita così...davvero mai.
Dovrei farlo più spesso, senza paura di poter apparire una vittima. Non mi sento tale, quindi non lo sono.
Di solito tendo a cacciare dentro gli ingredienti molli e dolciastri e, alle volte, la scorza di cioccolato fondente diventa così spessa da farmi soffocare, da non permettermi di accettare i momenti di debolezza, da non sentirmi mai in diritto, mai abbastanza meritevole di sofferenza. Magari può sembrar strano, ma ogni volta che mi son trovata a piangere per lei c'è sempre stato un momento, un lungo istante, in cui singhiozzi e lacrime sono rimasti schiacciati dentro la gola a causa del passaggio di un pensiero. Un pensiero pesante, che mi diceva che io non avrei dovuto piangere, perché non ero nessuno, nessuno all'altezza di provare tanta sofferenza. Mia madre e i suoi fratelli potevano, ma io? Io non ne avevo il diritto. Il mio compito era quello di star in silenzio e cercare di prestare una spalla su cui piangere, perché, in realtà, ero solo stata una nipote, e una nipote non conta poi tanto. Quindi perché mi stavo disperando? Con quanta presunzione ed egocentrismo mi ero presa questo posto d'onore?!
E così via per tutte le cose. Tu non immagini cosa vortichi in questa testa difettosa.
Ed ecco la stella marina. Tutto è nato da lei. Se ne sta lì, attaccata ad una superficie ad osservare e a cercare di capire come avrebbe potuto fare meglio e come non riuscirà mai realmente a fare.
Ecco come alle volte, spesse volte, prima di far qualsiasi cosa, mi sento.
Quando ti dico che la competizione non è affar mio, non è per un atto di superiorità, ma unicamente perché la mia prima risposta è:"non ce la faccio". Sono una stella di mare e quelle, se provi a prenderle, non si muovono; si lasciano sollevare.
So di sbagliare, ma certe cose non si controllano.
Io sono come un ricciolo e i riccioli, si sa, son belli. Io però sono un ricciolo su una chioma appena stirata e perfettamente liscia.
indipendence
L'ascensore dell'umore
La domanda qui è una e una sola: perché le cose non possono semplicemente andare come si vuole?
Perché, mi chiedo, la vita non può filare come dovrebbe, perché in qualche modo DOVREBBE pur andare.
Invece no. Invece tutto va come gli gira e nulla si ferma ad ascoltare gli ordini. Sarebbe così semplice pensare ciò che poi avviene, almeno per una volta...o due magari.
Invece no. Invece non possiamo metter mano da nessuna parte e il mondo si consola dicendo frasi del tipo:"Sarebbe noioso se tutto andasse come desiderato, pensaci".
Beh, ci ho pensato e... NO!
No che non sarebbe noioso. Se l'ho scelto io, allora vuol dire che per me va bene, che è tutto quello che desidero, come lo desidero, nel momento stesso in cui lo desidero.
Invece no. Invece non solo gli eventi si danno fiaccamente ad un perpetuo sciopero, ci sono volte in cui le cose accadono addirittura nei momenti più sbagliati.
Quante relazioni mandate in sfascio solo per la foga di fare o per il dovere dell'istante? Quante parole dolci pronunciate in un giorno fin troppo mieloso e destinata, dunque, a svanire tra la folla?! Quanti progetti preparati con fatica e sudore che poi si rivelano solo vie d'uscita ordite in momenti SBAGLIATI in cui si era semplicemente sommersi dal dovere?! Quanti?!! Troppi te lo dico io...
Sono nervosa. Molto nervosa, come non lo ero da troppo...troppo poco.
Solo perché le leggi dicono che determinate azioni sono giuste e altre no,ciò non vuol dire che sia vero.
Sono stufa di mettere mattoni su mattoni per poi non avere più calce.
Vorrei essere da un'altra parte ora. Dovrei esser lì, se solo le cose fossero semplicemente andate come speravo...se solo tutto fosse ruotato nel senso giusto.
Invece no. E invece no, perché sarebbe stato troppo facile, troppo tranquillo, troppo perfetto.
A me andava già bene il quasi perfetto.
Non sai che rabbia. Non sai quanto mi faccia uscir di senno la consapevolezza di essere nella stessa situazione di molte altre per una sola stupida persona. Di nuovo, anche se stavolta l'unica cosa che ci vorrebbe sarebbe davvero una migliore amica che si decida a prenderselo...tranquilla, non parlo di te. Il riferimento era generale.
Ma forse sono solo io che non mi ritrovo con più nulla tra le mani: non c'è ansia. La mia mente non è inondata dai feroci cavalloni della routine e quindi il pensiero vola leggero dove ormai non dovrebbe più neppure voltarsi...neppure per un millesimo di secondo.
Sarà, è solo noia.
Lui era, è e sarà solo noia...devo solo cacciar via questa sensazione.
Non mi serve un altro per sentirmi libera, per esser me stessa...non più.
indipendence
Perché, mi chiedo, la vita non può filare come dovrebbe, perché in qualche modo DOVREBBE pur andare.
Invece no. Invece tutto va come gli gira e nulla si ferma ad ascoltare gli ordini. Sarebbe così semplice pensare ciò che poi avviene, almeno per una volta...o due magari.
Invece no. Invece non possiamo metter mano da nessuna parte e il mondo si consola dicendo frasi del tipo:"Sarebbe noioso se tutto andasse come desiderato, pensaci".
Beh, ci ho pensato e... NO!
No che non sarebbe noioso. Se l'ho scelto io, allora vuol dire che per me va bene, che è tutto quello che desidero, come lo desidero, nel momento stesso in cui lo desidero.
Invece no. Invece non solo gli eventi si danno fiaccamente ad un perpetuo sciopero, ci sono volte in cui le cose accadono addirittura nei momenti più sbagliati.
Quante relazioni mandate in sfascio solo per la foga di fare o per il dovere dell'istante? Quante parole dolci pronunciate in un giorno fin troppo mieloso e destinata, dunque, a svanire tra la folla?! Quanti progetti preparati con fatica e sudore che poi si rivelano solo vie d'uscita ordite in momenti SBAGLIATI in cui si era semplicemente sommersi dal dovere?! Quanti?!! Troppi te lo dico io...
Sono nervosa. Molto nervosa, come non lo ero da troppo...troppo poco.
Solo perché le leggi dicono che determinate azioni sono giuste e altre no,ciò non vuol dire che sia vero.
Sono stufa di mettere mattoni su mattoni per poi non avere più calce.
Vorrei essere da un'altra parte ora. Dovrei esser lì, se solo le cose fossero semplicemente andate come speravo...se solo tutto fosse ruotato nel senso giusto.
Invece no. E invece no, perché sarebbe stato troppo facile, troppo tranquillo, troppo perfetto.
A me andava già bene il quasi perfetto.
Non sai che rabbia. Non sai quanto mi faccia uscir di senno la consapevolezza di essere nella stessa situazione di molte altre per una sola stupida persona. Di nuovo, anche se stavolta l'unica cosa che ci vorrebbe sarebbe davvero una migliore amica che si decida a prenderselo...tranquilla, non parlo di te. Il riferimento era generale.
Ma forse sono solo io che non mi ritrovo con più nulla tra le mani: non c'è ansia. La mia mente non è inondata dai feroci cavalloni della routine e quindi il pensiero vola leggero dove ormai non dovrebbe più neppure voltarsi...neppure per un millesimo di secondo.
Sarà, è solo noia.
Lui era, è e sarà solo noia...devo solo cacciar via questa sensazione.
Non mi serve un altro per sentirmi libera, per esser me stessa...non più.
indipendence
giovedì 14 giugno 2012
il candore della vita
ora ti raconterò una storia, è strana ma pienamente diversa dalle altre ...è una storia che ..... vabbè leggi
lei stava camminando, le è sempre piaciuto camminare sul prato a piedi nudi, insomma a chi non piace, ma a lei rilassava...
non si ricordava dove aveva letto che camminare a piedi scalzi aiuta a scaricare lo stress e lei aveva sempre odiato camminare in casa con le pantofole, insomma si passa tutta la giornata con le scarpe che male c'è se a casa non lo si fa??
certo, però , avrebbe insegnato alle sue figlie che bisognava mettere le pantofole in casa ma forse anche loro si sarebbero ribellate a questa stupida convenzione. Le pantofole ? una futilità, inutilità almeno così è sempre stato per lei, viceversa non lo era mai stato camminare sul verde, con coccinelle, insetti carini, anche se alcune le facevano un po' schifo, e tutte quei piccoli animali che ti vedono come un gigante un po' come quando gli uomini camminano guardando in alto vedendo grattacieli con insegne, specchi e la propria immagine deformata ovunque, un po' come se fossero loro le formiche.... già l'uomo è una formica che continua a lavorare, a testa bassa, a fare il suo dovere perchè è l'unica cosa che gli hanno saputo insegnare sin da piccolo "prima il dovere e poi il piacere".... classico proverbio che il padre le ripeteva ogni giorno, di ogni secondo della sua vita.
A lei non era mai piaciuto ma non aveva mai potuto fare il contrario, lo aveva sempre involontariamnete applicato nella sua vita perchè a lei in fondo in fondo non le dispiaceva poi tanto sentire pressione sulle spalle in quel momento sapeva che invece di abbattersi e stancarsi, si caricava e pian piano quasi come un carillion che caricando la rondella incomincia a produrre musica così era per lei.... caricandola di pressione si doveva dimostrare all'altezza e quindi prendeva forza alcune volte neanche capendo da dove e BOOM! partiva come un razzo riusciva a fare cose che in condizioni normali non avrebbe mai sostenuto, lei ci riusciva e questo faceva impressione....
era un po' strana amava il prato ma amava il lavoro, la pressione, a volte crollava e altre era pazza, lei era due persone perchè realmente aveva due modi di vedere la vita opposti.... lei sapeva essere due individui separati e chissà forse un giorno avrebbe amamto i due opposti forse un giorno ....
.....
il prato era un po' bagnato si erano da poco accesi gli irrigatori che dopo 5 secondi contati di orologio si erano spenti, pensò che si fossero rotti così si avvicinò, guardò e vide una piccola pietrina che ostruiva il passaggio, la stava per levare quando un ragazzo le disse" se la levi ti fai il bagno" e lei ridendo gli rispose" e allora è estate che fa?" lui la guardò stupito, meravigliato e con un sorriso a 32 denti pronunciò con tono severo ed autoritario quasi come un padre che rimprovera il figlio queste parole" faccio io non ti preoccupare" Sofia che aveva sempre odiato l'espressione sin da piccola "non ti preoccupare" rispose con tono sgarbato" infatti io non mi preoccupo!!"lui lo fece lo stesso e tolta la pietrina indirizzò il getto d'acqua verso di lei che ridendo e saltando cercava di scappare..... aveva una maglietta bianca che bagnata metteve in risalto le sue curve che mancavano un po' davanti ma ormai aveva superato questo complesso....
era tutta fradicia dalla testa ai piedi, anche i suoi pantaloncini.... ho dimenticato di dirvi che lei è scorpione e si sa sono abbastanza vendicativi, così si avvicinò tutta sculettando, lui imbambolato come un deficiente e prese in mano il getto d'acqua e in cinque secondi anche lui si ritrovò come un pulcino infreddolito.... lei rideva, rideva fino a contorcersi dal dolore poi alzò il viso e noto il suo fisico scolpito dalla polo blue che aveva indosso e pensò che il ragazzo non era niente male...
lei amava scherzare e quando lui si accrse che lo stava osservando gli disse il proprio nome"Andrea"..... lei rispose con il proprio.
Ora che lo guardava bene poteva avere massimo 25 anni solo 1 in più di lei.... solo uno ......
incominciarono a parlare del più e del meno e di che lavoro facevano, lei stava iniziando la specializzazione e lui invece aveva appena finito l'università e aveva appena trovato lavoro, era un veterinario. Quando poi le chiese finalemente il numero di telefono e se poteva chiamrala un giorno di questi lei disse " ma certo! ci possiamo vedere per un caffè io adoro il caffè!!" ridacchindo ancora le rispose" va bene!! " lei gli diede uno schiffetto sul braccio e lo salutò con un bacio sulla guancia.
tornando a casa in macchina non faceva che pensare a lui e a quanto fosse strano che le piacesse un ragazzo del genere, moro alto, con gli occhi neri, scuro di carnagione, non era proprio il suo tipo solitammente a lei piacevano i ragazzi con gli occhi chiari e non troppo scuri di carnagione altrimenti si sentiva una mozzarella....anche se la sua carnagione era normale.
aprì la porta di casa, mise la borsa sulla sedia all'entrata e andò in cucina.
"sono tornata"gli cinse il corpo con le braccia e gli baciò il collo, lui le aveva fatto trovare tutto pronto a tavola, quanto era stato dolce e se ripensava a quello che aveva appena fatto si sentiva un mostro ma in fin dei conti aveva solo scherzato un po'? mica è un reato divertirsi....
però per qualche ragione disse al suo ragazzo Marco che si era bagnata perchè improvvisamente si erano accesi gli irrigatori e lui ci credette senza sospettare minimamente.....
Era più grande di ben 4 anni, era un ingegnere e anche abbastanza affermato per l'età che aveva.
il pranzo era buonissimo, una prelibatezza, la coccolava sempre, la riempiva di attenzioni, c'era sempre per lei non le diceva mai di no certo qualche vbolta litigavano ma niente di particolramtne significativo. Tranne una volta dove lei si imputò come una bambiina di volere un cane e lui si era riufiutato, dicendo che in casa sporcano, che puzzano e lei proprio non concepiva queste frasi , fu l'unica volta in cui deisderò vermante di staccargli la testa dal collo e farlo smettere di dire fesserie.
iIcani sporcano, puzzano , costano...e bla bla bla a un tratto non sentiva neanche più una parola pensava solo di farlo a pezzettini prese le prime cose che aveva sul letto, prese la borsa, le chiavi della macchina e uscì di casa sbattendo la porta...
pensava "stronzo , perfezionista del cazzo, fissato con l'ordine e con gli odori, ogni volta si lamenta di qeusto e di quello,ahahhahaha " insomma si era alterata ma solo quella volta poi lui dispiaciuto le aveva chiesto scusa per aver alzato la voce ma non c'era verso di farlgi cambiare idea... ma gli scorpioni sono anche terribilmente cocciuti e lei si era ripromessa che gli avrebbe dato il tormento, lui prorpio non riusciva a capire il suo bisogno di avere un animale in casa era completamnte freddo, gelido al riguardo.
QUella fu la loro unica seria litigato dopo 7 anni che stavano assieme, di cui 2 di convivenza.
quel giorno ci pensava forse aveva sbagliato a giocare con quel ragazzo ma in quel momento non ci aveva pensato e poi chi lo avrebbe più rivisto?
dopo pranzo Sofia doveva andare a lavorare e anche lui, la loro giornata era frenetica ma a lei piaceva...comunque si vestì come le era solito e uscì di casa stampandogli un bel bacio rosso sulla guancia, lui la prese e le sussurrò che era bellssima era questo che le piaceva, si sentiva amata con lui veramente, poi se ne andò ridendo e scherzando scordandosi di quel ragazzo che aveva conosciuto su un prato, Andrea.
qualche giorno dopo camminando con Marco vide un cucciolo di cane infreddolito che piangeva, aveva una zampina rotta, zoppicava e lei si fermò lo prese in braccio e chiese a Marco se potevano tenerlo perchè non voleva lasciarlo da solo, sarebbe morto di lì a poco, naturalmente rispose di no ma lei andò a casa da sola sotto la pioggia a piedi senza ombrello mentre Marco le correva dietro cercando di spiegarle che non poteva prenderlo e basta lei si voltò e gli rispose con le lacrime agli occhi, arrabbiata come nessuno l'aveva mai vista" sei un bastardo, non hai cuore e se non posso portarlo a casa non ti preoccupare" Marco non ci poteva credere insomma era follia litigare per un cane, come può pensare una cosa del genere, andarsene per un cane infreddolito e pensare che quella mattina lui aveva deciso di scendere a fare un giro lei non si sentiva molto bene, si sentiva gonfia e con lo stomaco sottosopra.
Comunque Marco era sciuro che avrebbe cambiato idea così la lasciò andare.
mentre stava tornando a casa incontrò Andrea che camminva con il suo pastore tedesco, si avvicinò per salutarla e poi a lei venne in mente l'idea di chiedergli di guarire il cagnolino.
Così dopo averlo salutato con un bacio sulla guancia lui le diede la sua giacca ( l'aveva lasciata in macchine di Marco) le diede una mano.
incominciò a parlare prima lui" come mai tutta sola, sotto la pioggia, senza neanche un ombrello?" giusta osservazione pensò, acuto il ragazzo. Il pèroblema era spipegargli cosa era accaduto e decise di dirgli la verità. Quando lui sentì la parola ragazzo rimase unpo ' strano poi però si girò e le disse" sta messo veramnte male" fece una piccola pausa" il cane intendo, dobbiamo portarlo in clinica vieni con me".
così lui dopo averle dato un passaggio in clinica con la macchina , con amore mai visto curò il cane, gli fasciò e steccò la gambina, lo asciugò con un asciugamano e lo mise attorno ad una coperta e quasi come un bambino che dorme lo diede tra le braccia di Sofia.
Lei aspettò un attimo e gli disse grazie per l'aiuto poi pesnò che doveva tornare a casa ed affrontare la faccenda, lui accorgerndosi dei suoi pensieri le disse che poteva tenerlo per un po' a casa sua e che lei sarebbe potuta venire ogni giorno che voleva. Sofia lo ringraziò e gli diede un bacio sulla guancia.
Quando tornò a casa trovò Marco che l'aspettava seduto sul divano con le braccia incrociate, sentendo il rumore della chiave si girò e le chiese di parlarle ma lei non voleva sentire ragioni.
Lui disse" ma è possibile che dobbiamo litigare per uno stupido cane? è mai possibile che desideri un animale più di quanto tu desideri stare con me? allora?? mi rispondi?" lei sempre sin da piccola er aabituaa a non litigare con le persone a non spiegare leproprioe ragioen perchè tanti anni a vivere con la mamma e il fratello le avevano insegnato che era inutile, però, quella volta disse quello che pensava" sei senza cuore, non so come fai a essere così freddo con un animale, mi fai schifo non voglio più vederti" e incominciò a dargli pugni sul petto mentre il suo volto era rigato dalle lacrime" non parli, stai sempre zitto, non vuoi mai uscire con i miei amici perchè ti scocci di socializzare" e disse quest'ultima parola con particolare enfasi" sei freddo come nessuno io non posso vivere così, io non posso, tu mi stai distruggendo, non ridiamo mai, sei sempre serio, io non ne posso più basta!!! fatti una vita tua, vivi da solo come un eremita, costriusciti una casa non lo so ma prendi la tua roba e vattene all'istante !! questa è casa mia e non ti voglio più vedere qui, mi stai inquinando la vita vattene ho detto!!!"
dove prese una pausa per respirare e lui offeso, irritato le diede uno schiaffo....
lei lo " aiutò" a fare la valigia , sarebbe tornato dai suoi certamente.
pianse a dirotto tutta la giornata, era abituata a tornare a casa e a non essere sola, era abituata a lui ma era davvero troppo diverso da lei troppo. così gli disse addio e uba settimana dopo chiamò Andrea.
" pronto"
" ciao ANdrea sono Sofia"
" ciao dimmi tutto"ù
" senti volevo venirmi a prendere il cagnolino quando ti è più comodo"
lui rispose dopo un poco " puoi venire anche oggi anche se in realtà sarebbe meglio che restasse con me per un po', però facciamo così tu vieni oggi, domani, dopo domani quando vuoi e così lui si abitua a te e resta con mecontemporaneamente e poi giuro che te lo ristituisco, ma tu puoi tenerlo a casa? ne sei sicvura?"
sofia non voleva dirgli che aveva lasciato il suo ragazzo per un cane ma poi" certo ho appena litigato con il mio ex e se ne andato più o meno di sua spontranea volontà"
lui no disse mi dispiace come lei si aspettava perchè era chiaro che per lui era tutto il contrario ma disse solo" vieni un po' da me che il cagnolino deve conoscerti, anche se solitamtne chi li salva diventa per loro il padrone"
lei rise e disse " Arrivo, ma tu dove abiti?? "
lui " ahahah è vero... abito a via giuseppe verdi 51" lei stuopefatta disse" allora faccio prima a piedi il mio palazzo è il 49 !!!"
entrambi risero poi lei attaccò.
Si vestì si mise dei pantaloncini una canotta delle ballerine e scese...
bussò e lui le aprii la porta, ancora una volta pensò a quanto fosse bello, poi lo salutò e il cagnolino che ancora non aveva un nome le corse incontro zoppicando. A quel punto lui le disse" haivisto ti riconosce cosa ti avevo detto io?sono troppo intelligente per questo mondio?!!" lei rise e disse " facciamo che sei troppo intelligente per poter dire scemenze del genere"
risero ancora una volta era da un po' che non rideva così di gusto, lui le offrì un caffè e lei naturalmente accettò dicvendo però " anche se non è lo stesso di quello al bar..." lui rise" vogliamo scendere a prendere un caffè " e la ragazza disse " non oggi, domani mattina?"
lui annuì.
bevvero assieme il caffè poi lei si mise assieme a lui a coccolare e notare i progressi di cagnolino ew incominciarono un lungo dibattito sul nome Andrea propose un nome di persona lei fece una faccia disgustata da farlo incomincaiare a ridere a crepapelle poi disse che forse era meglio come nome Snoopy, lei lo abbracciò e disse " è perfetto bravo" e con molta disinvoltura continuò a giocare c on il cagnolino al quale ripetè più volte il suo nome per farglielo assimilare.
nel giro di poche settimane si videro quasi tutti i giorni xcon la scusa del cane finchè lui un giovedì sera con imbarazzo le chiese se le andava d uscire assieme.
la sera stessa lei chiamò la sua migliore amica in panico non sapendo minimante cosa mettersi quella sera e Cecilia, così si chiamava le disse che stava venendo.
Così dopo averla abbracciata e aveer passato ore a provare vestiti decisero per un tubino nero aderente e un paio di scarpe nere con il tacco.
L'amica la aiutò a truccarsi a farsi i capelli come quando erano piccole e uscivano la sera, quello era il momneto più bello della serata...
lei uscì did casa e lui la stava spettando con la sua bmw sotto casa a un metro di distanza da casa sua, lei entrò lui la guardò ma fece finta di nulla era strano no essere riempita di complimenti ma nicominciarono subito a a scherzare e a ridere poi lui le aprì la porta della macchina e del ristorante ed entrarono in un posticino davvermolto chic.... aveva solo ora notato come lui si era messo in tiro.... passarono la serata così fra una risatga e l'altra.
Andrea era l'opposto di Marco, erano diversi, molto non comprendeva proprio cosa le piaceva di lui ma sembrava perfetto.
Quella sera verso mezzanotte mentre stavano tornando a casa lui le chiese se voleva un gelato e lei lo guardò stupita poi disse di sì ridendo e si prese un gelato al cioccolato. era bello stare con qualc uno di diverso da lei riguardo a questo, lui non pianificava e per ora questo le piaceva.
quando tornarono lui la accompagnò sotto casa a piedi perchè avevano posato la macchiana più avanti e la baciò lentamnete, accarezzandole il volto, e dicendole per la prima volta " sei bellissima" lei pensò di invitarlo dentro ma poi rifiutò non era da lei fare una cosa del genere, ma con lui era diversa, finalemmente si sentiva viva e non più sola in questo viaggio.
passarono qualche settimana e naturlamente si videro continuamente, lei portò snoopy in casa, lui dormì da lei varie volte e viceversa finchè un giorno notò che era esttamente un mese che non le veniva il ciclo.....
un mese ma un mese fa lei non era ancora andata a letto con Andrea,però avrebbe potuto concepire il figlio durante questo mese, era questioni disettimane.
era terrorizzata , amava i bambini e ne aveva sempre voluto uno ma come doveva fare, cose doveva fare, chiamò Andrea.
" amore senti dobbiamo parlare"lui per la prima volta da quando stavano insieme fu serio
" dimmi cì"
" ho un ritardo, ma non sono sicura che il figlio sia tuo potrebbe essere anche di Marco"
andrea era ancora in silenzio" andiamo dal ginecologo e vediamo da quanto tempo sei incinta"
" questo è tutto quello che sai dirmi? tutto qui? "
lui dall'altra lato del telefono" calmati! vengo da te, mi metto le scarpe e scendo!". chiuse il telefono no avevano llitigato mai ma lei questa volta era stata un po' antipatica.
Aprii la porta e si trvovò Andrea che subito le cinse la vita e incominciò a darle dei baci sulla testa per calmarla come era solito fare quando era agitata.
lei non piangeva per il bambino non aveva ipotizzato neanche per un attimo di abortire ma era scossa e impaurita. e se fosse stato di Marco?? allora?? cosa sarebbe successo? cosa avrebbe fatto? come andrebbe a finirte fra lei e andrea? e andrea rtimarebbe con elli?e se fosse di andrea ?? e se non lo accettasse?? e se neanche Marco lo facesse?
tanti dubbi la tormentavano.
Chiamò subito il ginecologo e dopo averlo suppliacato lo convinse a farle uan visita la sera stessa fuori orario....
Andrea voleva accompagnarla ma lei non voleva...
si misi comoda e uscì di casa, mentre Andrea rimase lì con snoopy ad aspettarla...
in quei secondi le sembrò di vivere in un inferno, non poteva esssere vero, non poteva essere vero, poi si calmò e pensò che non faceva bene al bambino. Ad un semaforo si accarezzò la pancia pensando chegli voleas già bene se possibile e anche se nessuno avesse voluto lei lo avrebbe cresciuto da sola perchè ormai era già parte di lei.
entrata in clinica il ginecologo, suo amico da anni, le disse di stendersi su un lettino e che averebbero fatto uan radiografia, lui la guardò e le disse che era incinta di 3 settimane, il figlio era di Andrea.
era contenta per questo ma non sapeva come avrebbe reagito stavano insieme da poco eppure già lo amava, era perfetto...
quando tornò a casa vide ANdrea ai fornelli che le cucinava le uova all'occhio di bue con amore. lo girò e lo guardò finchè lui non capì e la abbracciò. mentre si abbracciavano lei si sentiva sollevata, lui aveva accettato il bambino ed era tutto in ordine, certo era difficile, ma lui la amava e lei anche. Incominciò a baciarla sul collo,sul nasino e ad accarezzarle il volto poi scese e le toccò la pancia che non era ancora minimante deformata.
lui già amava il bambino.
Decisero di andare a vivere da lui perchè casa sua era più grande e aveva una camera per il bambino. lui era premuroso no le faceva fare niente, neanche piegare i vestiti e lei ogni tanto si lamentavca ma sapeva che ogni suo gesto era fatto con amore.
Ristrutturarono la casa e lei continuò la specioalizzazione e ad andare in ospedale. lui ugualmente. chi tornava prima cucinava, mettevan i piatti in lavastoviglie perchè si scocciavano entrambi di fare i servizi, avevano una cameriera perchè lui non sapeva fare nulla e lei non poteva fare sforzi. il medico le aveva detto che la sua gravidsanza era a rischio, da quel momento Andrea era iper protettivo, non le lasciava fare nulla, conobbe i genitori di lui al 2 mese di gravidanza, erano delle brave persone, e poi le chiesero se potevano tenere il bambino ogni tanto e lei ridendo disse " anche tutti i giorni" loro la presero in parola e si offrirono volontari per tenere il bambino ogni volta che entrambi erano fuori casa per lavoro.
Furono nove mesi bellissimi per Sofia anche se ogni tqanto si sentiva una botte e Andrea la consolava dicendole che era bellissima e facendola ridere coma al suo solito.
fecero anche un ecografi per scoprire il sesso ed era femmina. Sofia incominciò a progettare la stanza e a chiedere consiglio al marito poi il giorno del parto lei trascorse 24 ore di travaglio e quando nacque la bambina la salutò c on queste parole "ciao piccola Rita".
lei stava camminando, le è sempre piaciuto camminare sul prato a piedi nudi, insomma a chi non piace, ma a lei rilassava...
non si ricordava dove aveva letto che camminare a piedi scalzi aiuta a scaricare lo stress e lei aveva sempre odiato camminare in casa con le pantofole, insomma si passa tutta la giornata con le scarpe che male c'è se a casa non lo si fa??
certo, però , avrebbe insegnato alle sue figlie che bisognava mettere le pantofole in casa ma forse anche loro si sarebbero ribellate a questa stupida convenzione. Le pantofole ? una futilità, inutilità almeno così è sempre stato per lei, viceversa non lo era mai stato camminare sul verde, con coccinelle, insetti carini, anche se alcune le facevano un po' schifo, e tutte quei piccoli animali che ti vedono come un gigante un po' come quando gli uomini camminano guardando in alto vedendo grattacieli con insegne, specchi e la propria immagine deformata ovunque, un po' come se fossero loro le formiche.... già l'uomo è una formica che continua a lavorare, a testa bassa, a fare il suo dovere perchè è l'unica cosa che gli hanno saputo insegnare sin da piccolo "prima il dovere e poi il piacere".... classico proverbio che il padre le ripeteva ogni giorno, di ogni secondo della sua vita.
A lei non era mai piaciuto ma non aveva mai potuto fare il contrario, lo aveva sempre involontariamnete applicato nella sua vita perchè a lei in fondo in fondo non le dispiaceva poi tanto sentire pressione sulle spalle in quel momento sapeva che invece di abbattersi e stancarsi, si caricava e pian piano quasi come un carillion che caricando la rondella incomincia a produrre musica così era per lei.... caricandola di pressione si doveva dimostrare all'altezza e quindi prendeva forza alcune volte neanche capendo da dove e BOOM! partiva come un razzo riusciva a fare cose che in condizioni normali non avrebbe mai sostenuto, lei ci riusciva e questo faceva impressione....
era un po' strana amava il prato ma amava il lavoro, la pressione, a volte crollava e altre era pazza, lei era due persone perchè realmente aveva due modi di vedere la vita opposti.... lei sapeva essere due individui separati e chissà forse un giorno avrebbe amamto i due opposti forse un giorno ....
.....
il prato era un po' bagnato si erano da poco accesi gli irrigatori che dopo 5 secondi contati di orologio si erano spenti, pensò che si fossero rotti così si avvicinò, guardò e vide una piccola pietrina che ostruiva il passaggio, la stava per levare quando un ragazzo le disse" se la levi ti fai il bagno" e lei ridendo gli rispose" e allora è estate che fa?" lui la guardò stupito, meravigliato e con un sorriso a 32 denti pronunciò con tono severo ed autoritario quasi come un padre che rimprovera il figlio queste parole" faccio io non ti preoccupare" Sofia che aveva sempre odiato l'espressione sin da piccola "non ti preoccupare" rispose con tono sgarbato" infatti io non mi preoccupo!!"lui lo fece lo stesso e tolta la pietrina indirizzò il getto d'acqua verso di lei che ridendo e saltando cercava di scappare..... aveva una maglietta bianca che bagnata metteve in risalto le sue curve che mancavano un po' davanti ma ormai aveva superato questo complesso....
era tutta fradicia dalla testa ai piedi, anche i suoi pantaloncini.... ho dimenticato di dirvi che lei è scorpione e si sa sono abbastanza vendicativi, così si avvicinò tutta sculettando, lui imbambolato come un deficiente e prese in mano il getto d'acqua e in cinque secondi anche lui si ritrovò come un pulcino infreddolito.... lei rideva, rideva fino a contorcersi dal dolore poi alzò il viso e noto il suo fisico scolpito dalla polo blue che aveva indosso e pensò che il ragazzo non era niente male...
lei amava scherzare e quando lui si accrse che lo stava osservando gli disse il proprio nome"Andrea"..... lei rispose con il proprio.
Ora che lo guardava bene poteva avere massimo 25 anni solo 1 in più di lei.... solo uno ......
incominciarono a parlare del più e del meno e di che lavoro facevano, lei stava iniziando la specializzazione e lui invece aveva appena finito l'università e aveva appena trovato lavoro, era un veterinario. Quando poi le chiese finalemente il numero di telefono e se poteva chiamrala un giorno di questi lei disse " ma certo! ci possiamo vedere per un caffè io adoro il caffè!!" ridacchindo ancora le rispose" va bene!! " lei gli diede uno schiffetto sul braccio e lo salutò con un bacio sulla guancia.
tornando a casa in macchina non faceva che pensare a lui e a quanto fosse strano che le piacesse un ragazzo del genere, moro alto, con gli occhi neri, scuro di carnagione, non era proprio il suo tipo solitammente a lei piacevano i ragazzi con gli occhi chiari e non troppo scuri di carnagione altrimenti si sentiva una mozzarella....anche se la sua carnagione era normale.
aprì la porta di casa, mise la borsa sulla sedia all'entrata e andò in cucina.
"sono tornata"gli cinse il corpo con le braccia e gli baciò il collo, lui le aveva fatto trovare tutto pronto a tavola, quanto era stato dolce e se ripensava a quello che aveva appena fatto si sentiva un mostro ma in fin dei conti aveva solo scherzato un po'? mica è un reato divertirsi....
però per qualche ragione disse al suo ragazzo Marco che si era bagnata perchè improvvisamente si erano accesi gli irrigatori e lui ci credette senza sospettare minimamente.....
Era più grande di ben 4 anni, era un ingegnere e anche abbastanza affermato per l'età che aveva.
il pranzo era buonissimo, una prelibatezza, la coccolava sempre, la riempiva di attenzioni, c'era sempre per lei non le diceva mai di no certo qualche vbolta litigavano ma niente di particolramtne significativo. Tranne una volta dove lei si imputò come una bambiina di volere un cane e lui si era riufiutato, dicendo che in casa sporcano, che puzzano e lei proprio non concepiva queste frasi , fu l'unica volta in cui deisderò vermante di staccargli la testa dal collo e farlo smettere di dire fesserie.
iIcani sporcano, puzzano , costano...e bla bla bla a un tratto non sentiva neanche più una parola pensava solo di farlo a pezzettini prese le prime cose che aveva sul letto, prese la borsa, le chiavi della macchina e uscì di casa sbattendo la porta...
pensava "stronzo , perfezionista del cazzo, fissato con l'ordine e con gli odori, ogni volta si lamenta di qeusto e di quello,ahahhahaha " insomma si era alterata ma solo quella volta poi lui dispiaciuto le aveva chiesto scusa per aver alzato la voce ma non c'era verso di farlgi cambiare idea... ma gli scorpioni sono anche terribilmente cocciuti e lei si era ripromessa che gli avrebbe dato il tormento, lui prorpio non riusciva a capire il suo bisogno di avere un animale in casa era completamnte freddo, gelido al riguardo.
QUella fu la loro unica seria litigato dopo 7 anni che stavano assieme, di cui 2 di convivenza.
quel giorno ci pensava forse aveva sbagliato a giocare con quel ragazzo ma in quel momento non ci aveva pensato e poi chi lo avrebbe più rivisto?
dopo pranzo Sofia doveva andare a lavorare e anche lui, la loro giornata era frenetica ma a lei piaceva...comunque si vestì come le era solito e uscì di casa stampandogli un bel bacio rosso sulla guancia, lui la prese e le sussurrò che era bellssima era questo che le piaceva, si sentiva amata con lui veramente, poi se ne andò ridendo e scherzando scordandosi di quel ragazzo che aveva conosciuto su un prato, Andrea.
qualche giorno dopo camminando con Marco vide un cucciolo di cane infreddolito che piangeva, aveva una zampina rotta, zoppicava e lei si fermò lo prese in braccio e chiese a Marco se potevano tenerlo perchè non voleva lasciarlo da solo, sarebbe morto di lì a poco, naturalmente rispose di no ma lei andò a casa da sola sotto la pioggia a piedi senza ombrello mentre Marco le correva dietro cercando di spiegarle che non poteva prenderlo e basta lei si voltò e gli rispose con le lacrime agli occhi, arrabbiata come nessuno l'aveva mai vista" sei un bastardo, non hai cuore e se non posso portarlo a casa non ti preoccupare" Marco non ci poteva credere insomma era follia litigare per un cane, come può pensare una cosa del genere, andarsene per un cane infreddolito e pensare che quella mattina lui aveva deciso di scendere a fare un giro lei non si sentiva molto bene, si sentiva gonfia e con lo stomaco sottosopra.
Comunque Marco era sciuro che avrebbe cambiato idea così la lasciò andare.
mentre stava tornando a casa incontrò Andrea che camminva con il suo pastore tedesco, si avvicinò per salutarla e poi a lei venne in mente l'idea di chiedergli di guarire il cagnolino.
Così dopo averlo salutato con un bacio sulla guancia lui le diede la sua giacca ( l'aveva lasciata in macchine di Marco) le diede una mano.
incominciò a parlare prima lui" come mai tutta sola, sotto la pioggia, senza neanche un ombrello?" giusta osservazione pensò, acuto il ragazzo. Il pèroblema era spipegargli cosa era accaduto e decise di dirgli la verità. Quando lui sentì la parola ragazzo rimase unpo ' strano poi però si girò e le disse" sta messo veramnte male" fece una piccola pausa" il cane intendo, dobbiamo portarlo in clinica vieni con me".
così lui dopo averle dato un passaggio in clinica con la macchina , con amore mai visto curò il cane, gli fasciò e steccò la gambina, lo asciugò con un asciugamano e lo mise attorno ad una coperta e quasi come un bambino che dorme lo diede tra le braccia di Sofia.
Lei aspettò un attimo e gli disse grazie per l'aiuto poi pesnò che doveva tornare a casa ed affrontare la faccenda, lui accorgerndosi dei suoi pensieri le disse che poteva tenerlo per un po' a casa sua e che lei sarebbe potuta venire ogni giorno che voleva. Sofia lo ringraziò e gli diede un bacio sulla guancia.
Quando tornò a casa trovò Marco che l'aspettava seduto sul divano con le braccia incrociate, sentendo il rumore della chiave si girò e le chiese di parlarle ma lei non voleva sentire ragioni.
Lui disse" ma è possibile che dobbiamo litigare per uno stupido cane? è mai possibile che desideri un animale più di quanto tu desideri stare con me? allora?? mi rispondi?" lei sempre sin da piccola er aabituaa a non litigare con le persone a non spiegare leproprioe ragioen perchè tanti anni a vivere con la mamma e il fratello le avevano insegnato che era inutile, però, quella volta disse quello che pensava" sei senza cuore, non so come fai a essere così freddo con un animale, mi fai schifo non voglio più vederti" e incominciò a dargli pugni sul petto mentre il suo volto era rigato dalle lacrime" non parli, stai sempre zitto, non vuoi mai uscire con i miei amici perchè ti scocci di socializzare" e disse quest'ultima parola con particolare enfasi" sei freddo come nessuno io non posso vivere così, io non posso, tu mi stai distruggendo, non ridiamo mai, sei sempre serio, io non ne posso più basta!!! fatti una vita tua, vivi da solo come un eremita, costriusciti una casa non lo so ma prendi la tua roba e vattene all'istante !! questa è casa mia e non ti voglio più vedere qui, mi stai inquinando la vita vattene ho detto!!!"
dove prese una pausa per respirare e lui offeso, irritato le diede uno schiaffo....
lei lo " aiutò" a fare la valigia , sarebbe tornato dai suoi certamente.
pianse a dirotto tutta la giornata, era abituata a tornare a casa e a non essere sola, era abituata a lui ma era davvero troppo diverso da lei troppo. così gli disse addio e uba settimana dopo chiamò Andrea.
" pronto"
" ciao ANdrea sono Sofia"
" ciao dimmi tutto"ù
" senti volevo venirmi a prendere il cagnolino quando ti è più comodo"
lui rispose dopo un poco " puoi venire anche oggi anche se in realtà sarebbe meglio che restasse con me per un po', però facciamo così tu vieni oggi, domani, dopo domani quando vuoi e così lui si abitua a te e resta con mecontemporaneamente e poi giuro che te lo ristituisco, ma tu puoi tenerlo a casa? ne sei sicvura?"
sofia non voleva dirgli che aveva lasciato il suo ragazzo per un cane ma poi" certo ho appena litigato con il mio ex e se ne andato più o meno di sua spontranea volontà"
lui no disse mi dispiace come lei si aspettava perchè era chiaro che per lui era tutto il contrario ma disse solo" vieni un po' da me che il cagnolino deve conoscerti, anche se solitamtne chi li salva diventa per loro il padrone"
lei rise e disse " Arrivo, ma tu dove abiti?? "
lui " ahahah è vero... abito a via giuseppe verdi 51" lei stuopefatta disse" allora faccio prima a piedi il mio palazzo è il 49 !!!"
entrambi risero poi lei attaccò.
Si vestì si mise dei pantaloncini una canotta delle ballerine e scese...
bussò e lui le aprii la porta, ancora una volta pensò a quanto fosse bello, poi lo salutò e il cagnolino che ancora non aveva un nome le corse incontro zoppicando. A quel punto lui le disse" haivisto ti riconosce cosa ti avevo detto io?sono troppo intelligente per questo mondio?!!" lei rise e disse " facciamo che sei troppo intelligente per poter dire scemenze del genere"
risero ancora una volta era da un po' che non rideva così di gusto, lui le offrì un caffè e lei naturalmente accettò dicvendo però " anche se non è lo stesso di quello al bar..." lui rise" vogliamo scendere a prendere un caffè " e la ragazza disse " non oggi, domani mattina?"
lui annuì.
bevvero assieme il caffè poi lei si mise assieme a lui a coccolare e notare i progressi di cagnolino ew incominciarono un lungo dibattito sul nome Andrea propose un nome di persona lei fece una faccia disgustata da farlo incomincaiare a ridere a crepapelle poi disse che forse era meglio come nome Snoopy, lei lo abbracciò e disse " è perfetto bravo" e con molta disinvoltura continuò a giocare c on il cagnolino al quale ripetè più volte il suo nome per farglielo assimilare.
nel giro di poche settimane si videro quasi tutti i giorni xcon la scusa del cane finchè lui un giovedì sera con imbarazzo le chiese se le andava d uscire assieme.
la sera stessa lei chiamò la sua migliore amica in panico non sapendo minimante cosa mettersi quella sera e Cecilia, così si chiamava le disse che stava venendo.
Così dopo averla abbracciata e aveer passato ore a provare vestiti decisero per un tubino nero aderente e un paio di scarpe nere con il tacco.
L'amica la aiutò a truccarsi a farsi i capelli come quando erano piccole e uscivano la sera, quello era il momneto più bello della serata...
lei uscì did casa e lui la stava spettando con la sua bmw sotto casa a un metro di distanza da casa sua, lei entrò lui la guardò ma fece finta di nulla era strano no essere riempita di complimenti ma nicominciarono subito a a scherzare e a ridere poi lui le aprì la porta della macchina e del ristorante ed entrarono in un posticino davvermolto chic.... aveva solo ora notato come lui si era messo in tiro.... passarono la serata così fra una risatga e l'altra.
Andrea era l'opposto di Marco, erano diversi, molto non comprendeva proprio cosa le piaceva di lui ma sembrava perfetto.
Quella sera verso mezzanotte mentre stavano tornando a casa lui le chiese se voleva un gelato e lei lo guardò stupita poi disse di sì ridendo e si prese un gelato al cioccolato. era bello stare con qualc uno di diverso da lei riguardo a questo, lui non pianificava e per ora questo le piaceva.
quando tornarono lui la accompagnò sotto casa a piedi perchè avevano posato la macchiana più avanti e la baciò lentamnete, accarezzandole il volto, e dicendole per la prima volta " sei bellissima" lei pensò di invitarlo dentro ma poi rifiutò non era da lei fare una cosa del genere, ma con lui era diversa, finalemmente si sentiva viva e non più sola in questo viaggio.
passarono qualche settimana e naturlamente si videro continuamente, lei portò snoopy in casa, lui dormì da lei varie volte e viceversa finchè un giorno notò che era esttamente un mese che non le veniva il ciclo.....
un mese ma un mese fa lei non era ancora andata a letto con Andrea,però avrebbe potuto concepire il figlio durante questo mese, era questioni disettimane.
era terrorizzata , amava i bambini e ne aveva sempre voluto uno ma come doveva fare, cose doveva fare, chiamò Andrea.
" amore senti dobbiamo parlare"lui per la prima volta da quando stavano insieme fu serio
" dimmi cì"
" ho un ritardo, ma non sono sicura che il figlio sia tuo potrebbe essere anche di Marco"
andrea era ancora in silenzio" andiamo dal ginecologo e vediamo da quanto tempo sei incinta"
" questo è tutto quello che sai dirmi? tutto qui? "
lui dall'altra lato del telefono" calmati! vengo da te, mi metto le scarpe e scendo!". chiuse il telefono no avevano llitigato mai ma lei questa volta era stata un po' antipatica.
Aprii la porta e si trvovò Andrea che subito le cinse la vita e incominciò a darle dei baci sulla testa per calmarla come era solito fare quando era agitata.
lei non piangeva per il bambino non aveva ipotizzato neanche per un attimo di abortire ma era scossa e impaurita. e se fosse stato di Marco?? allora?? cosa sarebbe successo? cosa avrebbe fatto? come andrebbe a finirte fra lei e andrea? e andrea rtimarebbe con elli?e se fosse di andrea ?? e se non lo accettasse?? e se neanche Marco lo facesse?
tanti dubbi la tormentavano.
Chiamò subito il ginecologo e dopo averlo suppliacato lo convinse a farle uan visita la sera stessa fuori orario....
Andrea voleva accompagnarla ma lei non voleva...
si misi comoda e uscì di casa, mentre Andrea rimase lì con snoopy ad aspettarla...
in quei secondi le sembrò di vivere in un inferno, non poteva esssere vero, non poteva essere vero, poi si calmò e pensò che non faceva bene al bambino. Ad un semaforo si accarezzò la pancia pensando chegli voleas già bene se possibile e anche se nessuno avesse voluto lei lo avrebbe cresciuto da sola perchè ormai era già parte di lei.
entrata in clinica il ginecologo, suo amico da anni, le disse di stendersi su un lettino e che averebbero fatto uan radiografia, lui la guardò e le disse che era incinta di 3 settimane, il figlio era di Andrea.
era contenta per questo ma non sapeva come avrebbe reagito stavano insieme da poco eppure già lo amava, era perfetto...
quando tornò a casa vide ANdrea ai fornelli che le cucinava le uova all'occhio di bue con amore. lo girò e lo guardò finchè lui non capì e la abbracciò. mentre si abbracciavano lei si sentiva sollevata, lui aveva accettato il bambino ed era tutto in ordine, certo era difficile, ma lui la amava e lei anche. Incominciò a baciarla sul collo,sul nasino e ad accarezzarle il volto poi scese e le toccò la pancia che non era ancora minimante deformata.
lui già amava il bambino.
Decisero di andare a vivere da lui perchè casa sua era più grande e aveva una camera per il bambino. lui era premuroso no le faceva fare niente, neanche piegare i vestiti e lei ogni tanto si lamentavca ma sapeva che ogni suo gesto era fatto con amore.
Ristrutturarono la casa e lei continuò la specioalizzazione e ad andare in ospedale. lui ugualmente. chi tornava prima cucinava, mettevan i piatti in lavastoviglie perchè si scocciavano entrambi di fare i servizi, avevano una cameriera perchè lui non sapeva fare nulla e lei non poteva fare sforzi. il medico le aveva detto che la sua gravidsanza era a rischio, da quel momento Andrea era iper protettivo, non le lasciava fare nulla, conobbe i genitori di lui al 2 mese di gravidanza, erano delle brave persone, e poi le chiesero se potevano tenere il bambino ogni tanto e lei ridendo disse " anche tutti i giorni" loro la presero in parola e si offrirono volontari per tenere il bambino ogni volta che entrambi erano fuori casa per lavoro.
Furono nove mesi bellissimi per Sofia anche se ogni tqanto si sentiva una botte e Andrea la consolava dicendole che era bellissima e facendola ridere coma al suo solito.
fecero anche un ecografi per scoprire il sesso ed era femmina. Sofia incominciò a progettare la stanza e a chiedere consiglio al marito poi il giorno del parto lei trascorse 24 ore di travaglio e quando nacque la bambina la salutò c on queste parole "ciao piccola Rita".
domenica 3 giugno 2012
STAI CESSANDO DI VIVERE. QUANDO TI DECIDERAI A PARLARE PER DAVVERO, SOLO ALLORA AVREMO QUALCOSA DI CUI PARLARE. QUANDO TI DECIDERAI A DIRMI QUELLO CHE SO GIA', SOLO ALLORA SARO' DISPOSTA AD ASCOLTARTI REALMENTE...SONO STANCA DI GUARDARTI MENTRE VUOI SOLO CONTINUARE A CADERE. HO PROVATO A DIRTELO IN TUTTI I MODI, MA A TE PIACE GIOCARE QUESTO RUOLO E ORA IO GIOCHERO' IL MIO. QUELLO IN CUI TI FACCIO ARRABBIARE...PURCHE' QUALCOSA ESCA FUORI. PURCHE' TU SIA FINALMENTE CHIARA, PERCHE' - E SIA CHIARO QUESTO- IO NON MI SONO STANCATA DI ASCOLTARTI, QUELLO NON POTRA' MAI ACCADERE, AL CONTRARIO DI QUANTO TU POSSA PENSARE. POTRAI RINFACCIARMI QUALUNQUE COSA TU VOGLIA NELLA VITA A VENIRE, MA NON MI STANCHERO' MAI DI APRIRTI LA PORTA E SENTIRTI RACCONTARE. IO SONO QUI, MA TU NON SEMBRI VOLERE REALMENTE IL MIO AIUTO. SONO STUFA DI VEDERTI BUTTATA SU TE STESSA. NON ASSISTERO' AL TUO DECLINO...SE E' PER DAVVERO UN DECLINO. QUINDI VEDI UN PO' COSA DEVI FARE, PERCHE' QUI C'E' QUALCOSA CHE DEVI RISOLVERE E, SE VORRAI, NON SARAI SOLA.
wow
immagina una scrigno dentro metti tutto quello che senti e provi e poi una neve incomincia a caderci sopra e a coprirlo .....era grigio ora è bianco ....
ognuno di quesio fiocchi di neve è una bugia che mi è stat detta. fredda, gelida, bianca come il peccato che è sempre perdonato,sporco come il caos della mente della persona che mente, lo scrigno necessita di coperta insomma non ci vuole molto a capirlo.... lo scrigno non conosce la temperatura ambiente uno scrigno dove tutto confluisce in una sola cosa.... lo scrifgno alcune volte è soffocato dalle coperte altre ha caldo e si mette e si leva una coperta e così via la lentezza del mondo umano, la stanchezza di ogni essere vivente che si porta dietro il peso di una bugia meglio, un altro piccolo peccato che vale e che non si può perdonare.
Forse è così che deve andare un'eterna eclissi di luna, oggi ho parlato tanto con te, ceci non so sono solo stanca di sentirmi come un sacco buttato ogni volta che un'altra cosa sembra migliore di me solo questa e allora penso che l'unica cosa che non mi potrà mai lasciare sola sono io, io e il mio futuro a fare i conti un eterno faccia a faccia ma mi continuo a chiedere se è tutto qui... se la mia vita è tutta qui.
Sì rita è tutta qui e accontentati perchè nessuno vuole darti di più ma io non voglio di più ma il minimo voglio solo essere in pace con il mondo, solo in pace il vuoto nulla che ricordi minimante una tempesta, nulla che ricordi una burrasca voglio solo questo ma alcune volte è chiedere troppo.
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Ascolta non c'è niente da perdere in questa vita intendo, vai lontano, corri, corri ho detto, sei resistente, vai, senti il rumore della macchina, le ruote che corrono su un autostrade dritta piana, 220 all'ora dicono che sia illegale ma non è mai stato illegale scappare e correre via, ancora ancora, ci sei quasi, sei quasi arrivata, continua 230 all'ora ora sei fuori controllo, il vento sulla faccia, forza che ci sei, ancora ancora, continuano a girare le ruote della macchina, aumenta i giri 3000 cavalli, questa macchina è una potenza, forza ho detto scattare!!!! allora perchè ancora 230 ? aumenta, aumenta 240 ora sei in procinto di perdere la tua vita ma tu hai il controllo, hai il controllo di quella macchina, in questo momento sei nel migliore tipo di equilibrio che possa esistere tra la follia e la calma , ora ti stai riposando ma non c'è tempo continua a correre devi andare lontano molto lontano, non c'è tempo butta tutto alle spalle e fatti forza spezza le ali del vento ora stai volando, ti giri ,guardi ogni cosa e BOOM!
ora ci sono solo pezzi che volano da ogni parte e tu con loro ma è la sensazione più liberale che tu abbia mai provato, sei forte ora lo sei....
questo questo sono ora finalmente ..... libera da tutto..... sono dura come il diamante non ci riuscirai mai mai.....non puoi più farmi niente .....
ognuno di quesio fiocchi di neve è una bugia che mi è stat detta. fredda, gelida, bianca come il peccato che è sempre perdonato,sporco come il caos della mente della persona che mente, lo scrigno necessita di coperta insomma non ci vuole molto a capirlo.... lo scrigno non conosce la temperatura ambiente uno scrigno dove tutto confluisce in una sola cosa.... lo scrifgno alcune volte è soffocato dalle coperte altre ha caldo e si mette e si leva una coperta e così via la lentezza del mondo umano, la stanchezza di ogni essere vivente che si porta dietro il peso di una bugia meglio, un altro piccolo peccato che vale e che non si può perdonare.
Forse è così che deve andare un'eterna eclissi di luna, oggi ho parlato tanto con te, ceci non so sono solo stanca di sentirmi come un sacco buttato ogni volta che un'altra cosa sembra migliore di me solo questa e allora penso che l'unica cosa che non mi potrà mai lasciare sola sono io, io e il mio futuro a fare i conti un eterno faccia a faccia ma mi continuo a chiedere se è tutto qui... se la mia vita è tutta qui.
Sì rita è tutta qui e accontentati perchè nessuno vuole darti di più ma io non voglio di più ma il minimo voglio solo essere in pace con il mondo, solo in pace il vuoto nulla che ricordi minimante una tempesta, nulla che ricordi una burrasca voglio solo questo ma alcune volte è chiedere troppo.
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Ascolta non c'è niente da perdere in questa vita intendo, vai lontano, corri, corri ho detto, sei resistente, vai, senti il rumore della macchina, le ruote che corrono su un autostrade dritta piana, 220 all'ora dicono che sia illegale ma non è mai stato illegale scappare e correre via, ancora ancora, ci sei quasi, sei quasi arrivata, continua 230 all'ora ora sei fuori controllo, il vento sulla faccia, forza che ci sei, ancora ancora, continuano a girare le ruote della macchina, aumenta i giri 3000 cavalli, questa macchina è una potenza, forza ho detto scattare!!!! allora perchè ancora 230 ? aumenta, aumenta 240 ora sei in procinto di perdere la tua vita ma tu hai il controllo, hai il controllo di quella macchina, in questo momento sei nel migliore tipo di equilibrio che possa esistere tra la follia e la calma , ora ti stai riposando ma non c'è tempo continua a correre devi andare lontano molto lontano, non c'è tempo butta tutto alle spalle e fatti forza spezza le ali del vento ora stai volando, ti giri ,guardi ogni cosa e BOOM!
ora ci sono solo pezzi che volano da ogni parte e tu con loro ma è la sensazione più liberale che tu abbia mai provato, sei forte ora lo sei....
questo questo sono ora finalmente ..... libera da tutto..... sono dura come il diamante non ci riuscirai mai mai.....non puoi più farmi niente .....
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