Forse hai ragione. Forse tutto questo finirà, tutto questo strano dolore. Sai, non credevo avrei mai trovato ragione, motivo per dover pronunciare e pensare ancora al dolore. Tra cinque giorni sono anche tre anni...a volte è più facile dimenticare che affrontare tutto insieme.
Forse è come dici tu, in fin dei conti questo blog è stato creato per questo.
Il fatto è che mi sembra così strano.
Quando devo soffrire è sempre strano. Non riesco mai ad accettarlo e d'un tratto una parte di me si separa dal corpo e, indignata, lo guarda come se non dovesse più farvi parte, perché la sofferenza, le lacrime non sono prerogativa che di solito mi aspetto da me stessa. Lo so, è una stronzata, ma sono fatta così.
Non riesco più a scrivere. Non riesco più ad essere fatta per me stessa. Mi sento come un tassello nella scatola di un puzzle sbagliato. Il fatto è che mi manca.
Mi manca così tanto e non c'è nessuno a cui possa davvero parlarne.
Non offenderti, amica mia, ma riguardo queste cose io e te siamo diverse. Sei uno dei perni su cui si regge la mia vita e non credo si possa provare sentimento più bello per un'amica, soprattutto perché questa frase viene dal cuore e non è passata al controllo-cervello prima di uscire fuori, ma ora non potresti aiutarmi. La pensiamo diversamente, tu e lui mi direste le stesse cose e io sono andata via da lui per non sentirlo più, perché ciò che dice non è per me.
Non so che dire. Mi mancano le parole, ma dentro ho una bufera.
Ritorno qui e non è cambiato molto. L'amore fa sempre schifo. Quando lo incontrai andavo per le strade sorridendo e pensando:" L'amore non è sofferenza". Mi sbagliavo. E' come se la crescita fosse un perpetuo verificare quanti errori sei capace di fare e sembra che io non me la cavi tanto male.
Mi manca, mi manca, mi manca e scriverei questo tutta la vita se potesse aggiustare le cose, ma non è così semplice.
Sono un po' arrugginita. La ragazzina che voleva diventare scrittrice ora ha perso sintonia con le lettere.
Sono brava solo a mangiare adesso.
I diciott'anni sono arrivati nel modo sbagliato: pieni di complicazioni, di sbagli, di perdite di tempo, di musica sbagliata e sono stanca di tutto questo.
Mi manca.
Mi manchi, mi manchi. Vorrei lo sapessi. Questi giorni sembrano non passare mai. Sto mangiando come un animale da giorni, perché il mio corpo non riesce ad accettare di dover vivere senza di te. Vorrei lo sapessi.
Ogni volta che il telefono squilla, che bussano alla porta o al citofono vorrei fossi tu. Vorrei vedere come stai, ma non vorrei farti vedere come sto ora io. Non voglio che pensi che senza di te non riesco a stare. Anche se è la verità, perché tutto ha perso senso. Non mi va di fare più niente. Ma questo dovevo prevederlo. Il fatto è che io ti amo sempre, sai?
Amare non è fare la cosa giusta, però.
Mi manchi, ho un blocco allo stomaco e non solo per la cioccolata.
Non me ne frega più niente di nulla ormai. Questo è brutto.
Volevo solo dirtelo. Dirti che sto provando a fare la cosa giusta, perché ti conosco, molto più di quanto possano arrivare a conoscersi due persone in quattro mesi, e so che non cambierai davvero, perché la natura delle persone non si cambia, perché se si potesse, lo avresti fatto tre mesi fa, ma non è così.
Non te ne faccio una colpa, sono solo rassegnata. Alla realtà, che non prevede un noi. Un me con te.
Non riesco neanche a piangere.
Devo solo farmi forza e lasciarti andare. Lasciarci perdere.
Mi mancherai e non ho lacrime che riescano a venire fuori. Ma mi mancherai, le tue labbra morbide, i tuoi occhi, le tue ciglia così lunghe, il tuo profumo, i tuoi muscoli, il modo che avevi di baciarmi il dorso della mano portandotela alla bocca quando mi aggrappavo al tuo braccio mentre eravamo in strada, le tue spalle, il tuo maglione grigio, la tua barba, le fossette dietro le orecchie che sembravano fatte apposta perché ci posassi le dita quando dovevo baciarti, la tua risata, le tue smorfie, tutte le canzoni che mi hai dedicato, la tua macchina e tutti i posti in cui siamo stati, perché non potrò più guardarli con te, i tuoi baci sul collo. Sarai il mio ricordo più dolce. Pensavo fossi il mio grande amore, mi veniva in mente questa frase ogni volta che eravamo insieme. Mi tormenta ancora.
Il primo bacio, il nostro. E' stato come se non avessi mai baciato prima d'ora, come se tutto il mondo fosse stato obbligato a fermarsi, come se lo avessimo fermato noi, come se avessimo una potenza tale da riuscire a fare anche quello e io le ho sentite per davvero le scintille.
Sai, da bambina pensavo che il bacio del primo amore portasse con sé una strana sensazione allo stomaco, come un'enorme goccia di miele che ti si scioglie dentro fino alle budella. Ma la vita mi ha convinta fosse una scemenza, uno di quei pensieri infantili che fanno le bambine insieme a castelli su nuvole di zucchero filato rosa. Poi sei arrivato tu, quella sera, quel bacio e io lo ho sentito. Credimi, Rì. Neanche ci avevo pensato, neanche pensavo potesse più esistere una cosa così, l'avevo dimenticata. Eppure l'ho sentito il miele che mi affogava gli organi ed è stato come sognare e poi svegliarsi e realizzare che la tua vita era quel sogno.
Amore a prima vista, amore a prima vita. Si dice così? Neanche ci credevo.
E' stato l'unico capace di farmi smettere di mangiare. L'ho amato dal primo bacio, ho capito che era lui prima ancora di conoscerlo. Non te l'ho mai detto, perché chi ci crederebbe? Non io, almeno.
Era una mattina, in spiaggia quando seppi che sarebbe venuto. Quel giorno non riuscì a pensare ad altro, non riuscivo a scacciare il pensiero e non riuscivo a capirne il motivo. Al mattino mi alzavo pensando che lo avrei visto, era l'unica cosa di cui mi importasse e non sapevo il perché. Il problema è che passò una settimana così, ma i miei occhi non avevano ancora incontrato i suoi.
Era una persecuzione, era assurdo.
Ora però è tutto diverso, tutto sbagliato e io mi sento così strana. Non avresti dovuto dirmi quelle parole.
Rita, amica mia, c'è una frase che non ti ho riportato, non ci riesco, mi fa schifo e non riesco a mandarla via. Cambieresti idea su di lui, lo avrei fatto anch'io, ma lo amo. Fa male amare, non te l'ho detto. Te lo dico ora.
No, non avresti dovuto dirmi così, perché mi hai spento il cuore, come se ti ci fossi avvicinato con un accendino per bruciarlo. Non si parla così ad una ragazza, soprattutto se l'ami. Soprattutto se lei ti ama. E pensavo avrei ingoiato quello sguardo freddo, credevo sarei andata avanti, ma continua a tormentarmi. Sono giorni in cui sfuggo la realtà che continua a dirmi che tu sei come tutti gli altri.
Tipicamente.
Non riesco a scrivere, non ci riesco più. Non so più che farmene di me stessa. Non mi importa più di nulla. Per la prima volta in vita mia non ho più neanche voglia di studiare per i test.
Capisci ora cosa voglio dire?
Non so che fare. Non so dove andare a rifugiarmi.
Non vedo una luce.
Sono così fottutamente debole e così maledettamente stupida da non farlo mai vedere per davvero a nessuno. Così piena di limiti e di stronzate che mi frullano per la testa.
Partire, ecco cosa vorrei. Non vedo l'ora che un viaggio mi sconvolga la mente.
Non sono fatta per restare. Lo sapevamo già. Lo avevo dimenticato, ma il tempo sta per finire di nuovo. E' tornato il momento di andare, quello che arriva ogni anno. Non ce la faccio più. Non so più neanche come chiudere questa frase.
Sono piena di "non", "neanche", "niente", "nulla".
No, non mi è servito a granché tutto questo.
A nulla in realtà.
Mi dispiace, la vecchia C. non c'è più.
E' sparita, dietro ad un ragazzo e io non ho voglia di trovarla.
Non ho più la forza di rialzarmi da sola.
Indipendence (just for custom)
venerdì 13 dicembre 2013
sabato 26 ottobre 2013
l'illusione di armonia
Cambierei tutto. Rifarei tutto. Diverso. Molto diverso.Vorrei andare via, lontano senza portarmi un magone dietro, vorrei scappare da me stessa e dai miei sentimenti, perchè non ci riesco? Perchè non riesco a lasciarlo andare?Perchè ho paura? Perchè non voglio perderlo? Perchè mi sono innamorata? Io non sarei dovuta cascarci, io mi sarei dovuta fidare di me stessa, io me ne sarei dovuta andare prima.. eppure sono rimasta, rimango e aspetto.
Mi sento ferita ogni secondo che passa, ogni secondo che passa io penso che lui sia la parte migliore di me, sto perdendo pezzi di me ogni volta che se ne va, eppure continuo...
ahahahaahah ironica la vita a volte, ironica veramente... ti rendi conto? questo post è stato scritto il 10 settembre. Prima che io andassi da Laura quel pomeriggio ero cos' amareggiata dal suo atteggiamento, ero delusa, triste, incazzata... poi decisi di muovermi e di non stare in una stanza nell'oscurità, di alzarmi e lottare per me stessa.Quindi lo feci, mi alzai e andai da lauretta. Lì seppi quel giorno che D. si era lasciato con la ragazza, che lo aveva fatto per me, ceh voleva stare con me, lo seppi da F., il fidanzato di Laura.
Due giorni dopo ci siamo messi assieme.
E ora sono qui... anzi siamo qui... lo capisci?? Assieme, combattendo qualcosa o qualcuno che ci fa paura e ci dà felicità al tempo stesso, quel mostro che sembra per la prima volta entrare dentro di noi o almeno sembra entrare per restare: AMORE.
Lo chiamo così, li chiamiamo così ...
Lo amo? Sì o no? Forse? Allora vuoi deciderti?
.......
Se lo dico mi scopro di quella corazza che mi ero costruita piano piano per lui, era così perfetta, almeno così sembrava, poi lui. lo stronzo cronico che io non credevo potesse mai cambiare, è entrato nella mia vita, è entrato per restarci e io mi sono trovata travolta da lui, da noi, dai suoi sentimenti e dai miei.
Sembrava cosi difficile riuscire a farcela. Impossibile. Chi ci avrebbe mai scommesso su di noi?. Chi? Chi avrebbe mai pensato che alla fine io e lui saremmo durati. Chi? Eppure ora siamo qua, eppure ora lei sembra l'ultimo dei nostri problemi, sono io il nostro problema o meglio quello che penso di lui...
Vedi lui l'ha tradita con svariate ragazze tra cui me, lui l'ha tradita, eppure lei non se n'è mai accorta, il che implica che era bravo, il che mi fa supporre che sia un ottimo bugiardo, il che mi mette un terrore assurdo.
Mi sto fidando di uno stronzo o di D. ?!?
Se lei era convinta che la loro storia fosse perfetta, perchè lui glielo aveva fatto credere, cosa mi assicuri che lui non stia facendo lo stesso con me mentre mi tradisce con altre cinque o sei persone?
Perchè IO no?
Tutte mi dite "Lo vedo dal modo in cui ti guarda, lui ci tiene a te! Perchè non ti fidi? Perchè non lo capisci?"
Veramente mi chiedete il perché? Ci rimarrei a dir poco male....
"Lui con te è diverso... ma può mai fingere una persona così bene?!? " per aver convinto lei può, lei ci credeva.
Eppure io mi chiedo cosa abbia io di diverso e poi penso... nulla...
poi rivivo passo per passo la nostra storia e mi viene da ridere perchè penso che sia stata perfetta... che ogni cosa sia stata perfetta, tutto ogni singola cosa, ogni cosa, nel bene o nel male ci ha portato qui, ora, adesso, a vivere ciò che mi sembrava strano prima solo pensare.
Io e lui assieme.... sembra quasi perfetto
Mi sento ferita ogni secondo che passa, ogni secondo che passa io penso che lui sia la parte migliore di me, sto perdendo pezzi di me ogni volta che se ne va, eppure continuo...
ahahahaahah ironica la vita a volte, ironica veramente... ti rendi conto? questo post è stato scritto il 10 settembre. Prima che io andassi da Laura quel pomeriggio ero cos' amareggiata dal suo atteggiamento, ero delusa, triste, incazzata... poi decisi di muovermi e di non stare in una stanza nell'oscurità, di alzarmi e lottare per me stessa.Quindi lo feci, mi alzai e andai da lauretta. Lì seppi quel giorno che D. si era lasciato con la ragazza, che lo aveva fatto per me, ceh voleva stare con me, lo seppi da F., il fidanzato di Laura.
Due giorni dopo ci siamo messi assieme.
E ora sono qui... anzi siamo qui... lo capisci?? Assieme, combattendo qualcosa o qualcuno che ci fa paura e ci dà felicità al tempo stesso, quel mostro che sembra per la prima volta entrare dentro di noi o almeno sembra entrare per restare: AMORE.
Lo chiamo così, li chiamiamo così ...
Lo amo? Sì o no? Forse? Allora vuoi deciderti?
.......
Se lo dico mi scopro di quella corazza che mi ero costruita piano piano per lui, era così perfetta, almeno così sembrava, poi lui. lo stronzo cronico che io non credevo potesse mai cambiare, è entrato nella mia vita, è entrato per restarci e io mi sono trovata travolta da lui, da noi, dai suoi sentimenti e dai miei.
Sembrava cosi difficile riuscire a farcela. Impossibile. Chi ci avrebbe mai scommesso su di noi?. Chi? Chi avrebbe mai pensato che alla fine io e lui saremmo durati. Chi? Eppure ora siamo qua, eppure ora lei sembra l'ultimo dei nostri problemi, sono io il nostro problema o meglio quello che penso di lui...
Vedi lui l'ha tradita con svariate ragazze tra cui me, lui l'ha tradita, eppure lei non se n'è mai accorta, il che implica che era bravo, il che mi fa supporre che sia un ottimo bugiardo, il che mi mette un terrore assurdo.
Mi sto fidando di uno stronzo o di D. ?!?
Se lei era convinta che la loro storia fosse perfetta, perchè lui glielo aveva fatto credere, cosa mi assicuri che lui non stia facendo lo stesso con me mentre mi tradisce con altre cinque o sei persone?
Perchè IO no?
Tutte mi dite "Lo vedo dal modo in cui ti guarda, lui ci tiene a te! Perchè non ti fidi? Perchè non lo capisci?"
Veramente mi chiedete il perché? Ci rimarrei a dir poco male....
"Lui con te è diverso... ma può mai fingere una persona così bene?!? " per aver convinto lei può, lei ci credeva.
Eppure io mi chiedo cosa abbia io di diverso e poi penso... nulla...
poi rivivo passo per passo la nostra storia e mi viene da ridere perchè penso che sia stata perfetta... che ogni cosa sia stata perfetta, tutto ogni singola cosa, ogni cosa, nel bene o nel male ci ha portato qui, ora, adesso, a vivere ciò che mi sembrava strano prima solo pensare.
Io e lui assieme.... sembra quasi perfetto
lunedì 5 agosto 2013
l'impotenza della testa contre il cuore
Le migliori parole, le sue, le più false eppure io mi sforzo, mi sforzo di crederci, eppure non ci riesco..... "cosa vuoi che ti dica?? cosa vuoi che faccia??" queste domande continuano a risuonarmi nella testa, cosa potrebbe mai fare per guadagnare la mia fiducia.. cosa?? non lo so - dissi - non ne ho la minima idea. Il problema è questo che purtroppo non ne ho la minima idea... vorrei avergli mentito, vorrei avere una soluzione ed essere in attesa che lui la capisca, ma IO ho detto la verità... ogni parola, ogni singola parola mi sembra una piccola bugia, una bugia detta per tenermi buona, in attesa, in pausa ... so che è così, sono profondamente e totalmente convinta di aver ragione, ma poi penso che la mia è presunzione, che il mio è semplicemente un gesto di paura, paura di rimanerci male, paura di dovermi fidare di qualcuno che non lo merita, quindi .... Devo dire che delle cosa che ha detto una è una sacra verità" tu non è che non mi credi, tu sei in dubbio e nel dubbio, sapendo i miei precedenti, preferisci non credermi" e anche quando mi diceva questge parole, vere, esatte dalla prima sillaba all'ultima, io continuavo a pensare che le dicesse solo per fare il carino e non perchè gliene importasse davvero...
COSTRUITO penso che ogni cosa, sia un luuungo processo, che ogni cosa sia calcolata, in ogni piccolo dettaglio, ogni suo "credimi" mi suona falso... nel dubbio io non scelgo di non credergli, io scelgo di SALVARMI, perchè voglio almeno in questo salvarmi, non voglio farmi male, non posso cascarci del tutto, non posso .... qualcosa devo tenerlo per me, quindi continuerò a farlo, a non credergli, finchè non sarò sicura che credendogli non mi faccia male.... fino a quel momento, io combatto per me stessa, parteggio per me, combatto per vincere, combatto perchè io da questa battaglia non voglio uscire nè ferita, nè da sconfitta, quindi mettiamola così: è un gioco, che vinca il migliore.
Buon divertimento, guarda la realtà non la fantasia, guarda cosa si prova ad essere soli, nel mare del dolore..........
dicevo che eri uno sfizio, un gioco, un divertimento , un passatempo, ora vorrei vederti restarte nella mia vita....vorrei averti qui, perchè mi manchi, mi manchi tanto, mi manca la tua voce, mi manca il tuo sorriso, le tue mani su di me, la tua bocca sulla mia fronte, il tuo cuore che batte forte mentre ti sto vicino, mi mancano le tue battute, i tuoi scherzi, i tuoi modi di sfottermi, di ironizzare, mi manca mooolto, troppo e ti caccio sempre più giù, ma poi quando arriva la sera, ti aspetto, ti aspetto ogni secondo, mi manchi eppure come vorrei che non fosse così ..
R.
COSTRUITO penso che ogni cosa, sia un luuungo processo, che ogni cosa sia calcolata, in ogni piccolo dettaglio, ogni suo "credimi" mi suona falso... nel dubbio io non scelgo di non credergli, io scelgo di SALVARMI, perchè voglio almeno in questo salvarmi, non voglio farmi male, non posso cascarci del tutto, non posso .... qualcosa devo tenerlo per me, quindi continuerò a farlo, a non credergli, finchè non sarò sicura che credendogli non mi faccia male.... fino a quel momento, io combatto per me stessa, parteggio per me, combatto per vincere, combatto perchè io da questa battaglia non voglio uscire nè ferita, nè da sconfitta, quindi mettiamola così: è un gioco, che vinca il migliore.
Buon divertimento, guarda la realtà non la fantasia, guarda cosa si prova ad essere soli, nel mare del dolore..........
dicevo che eri uno sfizio, un gioco, un divertimento , un passatempo, ora vorrei vederti restarte nella mia vita....vorrei averti qui, perchè mi manchi, mi manchi tanto, mi manca la tua voce, mi manca il tuo sorriso, le tue mani su di me, la tua bocca sulla mia fronte, il tuo cuore che batte forte mentre ti sto vicino, mi mancano le tue battute, i tuoi scherzi, i tuoi modi di sfottermi, di ironizzare, mi manca mooolto, troppo e ti caccio sempre più giù, ma poi quando arriva la sera, ti aspetto, ti aspetto ogni secondo, mi manchi eppure come vorrei che non fosse così ..
R.
mercoledì 24 luglio 2013
La vitalità dei passati
Strano. Assurdo, quasi incredibile.
C'era qualcosa che non avevo mai fatto anche qui, nel luogo dove ho perso la felicità. Perso, nel senso che qui si è nascosta, perché è qui che ha voluto restare.
Non credevo e invece.
Ci crederesti, Cecilia?
No, mi ci vuole tempo per metabolizzare.
Credimi, è davvero strano.
Come è possibile che per quindici anni non mi sono mai ritrovata in questa scena? Qui, dove sembra di aver vissuto tanto a lungo e tanto intensamente da aver creato una vita a parte e poi averla vista morire tre anni fa.
Come è possibile che non avevo esaurito tutte le carte del mazzo? Come è possibile che Lei si sia dimenticata di farmi vivere una situazione del genere?
E' una banalità, ma non riesco a capire come questo possa essermi sfuggito.
Eppure non ero neanche troppo piccola.
Sono sola. Sola in questa casa. Nella Sua.
Io e la casa. Sola con lei. Sola.
Che strano. Guardo queste mura fuori dalle cuffie e le vedo piene.
Piene di anni, di passato, di vita. Ex vita. Vita. Futura vita.
Non mi importa neppure delle zanzare ora.
Sembra di esser caduta in un mondo diverso dal mio.
Non mi capitava da tanto. Una dimensione parallela.
Credimi, non puoi capire quanto tutto questo sia paradossale in questi attimi.
Un terzo mondo, estraneo al secondo, quello "normale", quello in cui vivo da un po' ormai. Quello duro, del dovere, quello dei soliti lamenti. Quello del Futuro. Non pensavo sarebbe successo di nuovo.
E, invece.
Invece ora sono qui. Sola.
Sola in questa grande casa, dove non mi sembra di aver mai lasciato la mia posizione iniziale. La postazione di partenza, prima degli spari. Oggi sembra siano tutti qui, quelli morti, quelli vivi. Assieme.
Eppure non c'è nessuno. Solo io.
I miei occhi cadono sulle scie di luce che il sole, a poco a poco, sta portandosi via e qui sembra di averli tutti al mio fianco. Ascolto le loro voci, annuso i loro sorrisi, tocco i loro sguardi.
Come può essere?
Quanti giorni possono essere mai passati qui?
Come è possibile che neppure qui avessi finito di vivere?
Se fosse qui, la mia felicità, ora potrei darle un pezzettino di questo giorno, così sarebbe completa. E poi la lascerei andare. Di nuovo. A nascondersi. Non la cercherei più, perché in fin dei conti non credevo di potermi mai rianimare ancora qui dentro. Mi sbagliavo.
C'era qualcosa di nuovo anche nel passato.
Credevo che la mia vita in questa casa se ne fosse andata con Lei. Ma ora sono qui, in una situazione nuova e sono sola.
Odora ancora di Lei questo appartamento. Io non credevo.
Sembra che sia qui ad aspettarla. Che me ne stia accoccolata in questa grande poltrona verde in sua attesa, di ritorno dal supermercato, magari. Solo che Lei non sarebbe mai andata a far la spesa da sola, ma non mi avrebbe mai neanche lasciata sola, quindi.
Due punture di zanzare. Il prurito mi sta logorando.
Prima sono salita al piano di sopra. Sono rientrata nel suo bagno: cercavo qualcosa di suo. Come una bambina, come una stupida i miei occhi si sono trovati soffocati dalla foga di trovare qualcosa esattamente nel modo in cui lo aveva lasciato. Che stupidaggini, sono passati quasi tre anni ormai.
Me lo sono chiesta tante di quelle volte durante tutto questo tempo: se fosse rimasto ancora qualcosa esattamente nella stessa posizione in cui Lei lo aveva messo. Alla sua postazione di partenza. Ma non può essere.
Tante cose non possono più essere, ma ora non voglio pensarci, perché il dolore è prerogativa del secondo mondo, e io lì ancora non ci voglio tornare.
Ti sto aspettando, forse. Magari sei già qui e io non ti vedo.
Magari qui, su questa strana pellicola, tu non sei andata via e ora sei appena entrata dalla porta e mi stai cercando, ma non mi trovi. E io non trovo te. Mi sono nascosta troppo bene, forse. Probabilmente lo hai fatto anche tu, chissà.
Magari è solo che sei in un altro mondo, diverso dal mio.
Ti ho cercata in ospedale, sai?
Non volevo rientrare in quel posto, ma non l'ho fatto intenzionalmente. Non avevo realizzato, poi una mattina ero in corridoio e l'indicazione della Cappella ha vomitato tutto fuori. Le finestre strozzate, i corridoi bassi, i cartelli blu. Quanto tempo. Eccessivamente poco, ecco quanto.
E' stato meglio così. Ho imparato a conviverci e non è stato tremendo. Non facile. E' diverso da come lo abbiamo visto noi, sai?
E' solo un enorme ospedale.
Mi spiace solo che sia stato l'ultimo. Non era granché.
Forse quelli del tuo mondo sono migliori.
Magari sì.
Un giorno la vita si stancherà di farci giocare a nascondino. Quel giorno saremo di nuovo assieme.
Quel giorno anche i miei occhi li vedranno tutti qui, davanti a me. Con me.
Indipendence
C'era qualcosa che non avevo mai fatto anche qui, nel luogo dove ho perso la felicità. Perso, nel senso che qui si è nascosta, perché è qui che ha voluto restare.
Non credevo e invece.
Ci crederesti, Cecilia?
No, mi ci vuole tempo per metabolizzare.
Credimi, è davvero strano.
Come è possibile che per quindici anni non mi sono mai ritrovata in questa scena? Qui, dove sembra di aver vissuto tanto a lungo e tanto intensamente da aver creato una vita a parte e poi averla vista morire tre anni fa.
Come è possibile che non avevo esaurito tutte le carte del mazzo? Come è possibile che Lei si sia dimenticata di farmi vivere una situazione del genere?
E' una banalità, ma non riesco a capire come questo possa essermi sfuggito.
Eppure non ero neanche troppo piccola.
Sono sola. Sola in questa casa. Nella Sua.
Io e la casa. Sola con lei. Sola.
Che strano. Guardo queste mura fuori dalle cuffie e le vedo piene.
Piene di anni, di passato, di vita. Ex vita. Vita. Futura vita.
Non mi importa neppure delle zanzare ora.
Sembra di esser caduta in un mondo diverso dal mio.
Non mi capitava da tanto. Una dimensione parallela.
Credimi, non puoi capire quanto tutto questo sia paradossale in questi attimi.
Un terzo mondo, estraneo al secondo, quello "normale", quello in cui vivo da un po' ormai. Quello duro, del dovere, quello dei soliti lamenti. Quello del Futuro. Non pensavo sarebbe successo di nuovo.
E, invece.
Invece ora sono qui. Sola.
Sola in questa grande casa, dove non mi sembra di aver mai lasciato la mia posizione iniziale. La postazione di partenza, prima degli spari. Oggi sembra siano tutti qui, quelli morti, quelli vivi. Assieme.
Eppure non c'è nessuno. Solo io.
I miei occhi cadono sulle scie di luce che il sole, a poco a poco, sta portandosi via e qui sembra di averli tutti al mio fianco. Ascolto le loro voci, annuso i loro sorrisi, tocco i loro sguardi.
Come può essere?
Quanti giorni possono essere mai passati qui?
Come è possibile che neppure qui avessi finito di vivere?
Se fosse qui, la mia felicità, ora potrei darle un pezzettino di questo giorno, così sarebbe completa. E poi la lascerei andare. Di nuovo. A nascondersi. Non la cercherei più, perché in fin dei conti non credevo di potermi mai rianimare ancora qui dentro. Mi sbagliavo.
C'era qualcosa di nuovo anche nel passato.
Credevo che la mia vita in questa casa se ne fosse andata con Lei. Ma ora sono qui, in una situazione nuova e sono sola.
Odora ancora di Lei questo appartamento. Io non credevo.
Sembra che sia qui ad aspettarla. Che me ne stia accoccolata in questa grande poltrona verde in sua attesa, di ritorno dal supermercato, magari. Solo che Lei non sarebbe mai andata a far la spesa da sola, ma non mi avrebbe mai neanche lasciata sola, quindi.
Due punture di zanzare. Il prurito mi sta logorando.
Prima sono salita al piano di sopra. Sono rientrata nel suo bagno: cercavo qualcosa di suo. Come una bambina, come una stupida i miei occhi si sono trovati soffocati dalla foga di trovare qualcosa esattamente nel modo in cui lo aveva lasciato. Che stupidaggini, sono passati quasi tre anni ormai.
Me lo sono chiesta tante di quelle volte durante tutto questo tempo: se fosse rimasto ancora qualcosa esattamente nella stessa posizione in cui Lei lo aveva messo. Alla sua postazione di partenza. Ma non può essere.
Tante cose non possono più essere, ma ora non voglio pensarci, perché il dolore è prerogativa del secondo mondo, e io lì ancora non ci voglio tornare.
Ti sto aspettando, forse. Magari sei già qui e io non ti vedo.
Magari qui, su questa strana pellicola, tu non sei andata via e ora sei appena entrata dalla porta e mi stai cercando, ma non mi trovi. E io non trovo te. Mi sono nascosta troppo bene, forse. Probabilmente lo hai fatto anche tu, chissà.
Magari è solo che sei in un altro mondo, diverso dal mio.
Ti ho cercata in ospedale, sai?
Non volevo rientrare in quel posto, ma non l'ho fatto intenzionalmente. Non avevo realizzato, poi una mattina ero in corridoio e l'indicazione della Cappella ha vomitato tutto fuori. Le finestre strozzate, i corridoi bassi, i cartelli blu. Quanto tempo. Eccessivamente poco, ecco quanto.
E' stato meglio così. Ho imparato a conviverci e non è stato tremendo. Non facile. E' diverso da come lo abbiamo visto noi, sai?
E' solo un enorme ospedale.
Mi spiace solo che sia stato l'ultimo. Non era granché.
Forse quelli del tuo mondo sono migliori.
Magari sì.
Un giorno la vita si stancherà di farci giocare a nascondino. Quel giorno saremo di nuovo assieme.
Quel giorno anche i miei occhi li vedranno tutti qui, davanti a me. Con me.
Indipendence
mercoledì 10 luglio 2013
ridi il resto viene da sè
Non lo so perchè, un tempo sarei morta, ci sarei rimasta male, mooolto male eppure ho imparato a dare ad ogni individuo ceh entrava nella mia vita la giusta importanza, nulla più e nulla meno, forse ha ragione si tratta di essere a convenienza... ma perchè è così sbagliato !??!?! è così sbagliato non volere essere certi di nulla, essere sempre in bilico, non avere fame perchè una parte di te non ci capisce nulla, è così sbagliato non voler chiarire perchè la situazione ti piace così com'è?? L'incertezza costante che sia meglio questo che quello che mi hanno fatto gli altri, gli altri prima di lui... forse se non ci fosse stato A. che mi ha insegnato quanto non farsi sentire aumenti solo il desiderio di sentire una persona, che mi ha insegnato ceh non fottersene è sempre meglio di mettere in gioco tutto, cuore, anima e corpo, il MIO corpo che per un po' è stato di altri, mi ha insegnato che sono io a dirigere il gioco che devo essere io a scegliere, ebbene io scelgo di non baciarlo se mi viene chiesto, scelgo di non contattarlo, scelgo di non interessarmi, se son rose fioriranno ... questa volta non voglio essere io a mettere in gioco il 90% di me stessa per poi trovarmi con le pacche all'aria, per poi trovarmi a curarmi da sola le ferite che lui ha lasciato, per poi trovarmi con un sorriso scemo sul volto ogni volta che ci ripenso, per poi trovarmi senza di lui quando mi manca, per poi trovare il vuoto ad ogni passo verso di lui, per poi trovarmi in un vortice di paura e confusione....
Non so cosa bene voglia da questa " relazione" che non sembra portare a nulla di buono, ma oggi ho dato un consiglio ad una mia amica, dicevo più o meno questo " vivi, vivi finchè ne hai la forza, non passsare tempo a rimuginare su quanto sia stronzo, non buttare tempo, momenti della tua vita, in cui potresti girare la testa e lasciarti andare, divertiti, racconta al mondo com'è in realtà non fregarsene, divertiti e prendi quello che viene, lascia stare tutto il resto, vivi e lascia vivere, chi vivrà vedrà, vivi per vedere,vivi perchè è bello rendersi conto che sei libera di girarti dall'altra parte e non rimanerci male, libera, perchè la libertà non te la regalano, te la conquisti"
Dopo aver parlato così per mezz'ora mi sono accorta di quanto in realtà quelle parole io le stessi dicendo a me stessa e non a lei perchè per una volta non me ne fotteva...
Lui c'è, ora, lui non c'è dopo 5 minuti, lui non ci sarà mai e forse non sarà così importante nè degno di essere conosciuto da te, ma in ogni caso da tutta questa situazione ho imparato una cosa: RIDI.... il resto verrà da sè.....
Tu sai che sono una stronza pazza
Faccio quello che mi pare quando mi pare
Tutto ciò che voglio fare è perdere il controllo
Ma non te ne frega proprio niente
Tu mi assecondi, mi assecondi, mi assecondi
martedì 9 luglio 2013
I fascini della Scienza
Stasera sono stanca. Stasera sono felice. Stasera ho un nodo allo stomaco e non so cos'è.
Ci sono tante cose che non so come connettere ora. Tante cose non dette. Tante che vorrei eliminare dal mio cervello.
Ma sono felice, è questo quello che conta. Non so cosa scriverò, nè quanto avrà senso, ma è lo stesso.
Lui viene e se ne va e non ha importanza. Non ce l'ha mai.
Viene e va e prima che venga io non rido mai.
Viene e va e quando c'è rido e basta.
Viene e va, senza che io riesca a trovare qualcosa che di lui possa piacermi.
Viene e va, senza importanza. Come questo post.
Senza che io riesca a trovare qualcosa che di lui possa piacermi.
La vita è così strana e tutto questo non ha senso. Non ha senso che io ora sia qui a parlar di lui. Lui, che non voglio neppure abbia un ruolo nella mia vita.
Non ha senso niente quando sono con lui.
Sa un trilione di cose su di me e io neppure una. Sa cosa vere, mezze verità, bugie e segreti. Cose che la mia mente non ha mai detto. Sa cose che vorrei non sapesse. Sa cose che non centrano niente con lui, con questo post. Lui non centra niente con tutto questo.
E io non voglio avere problemi. Con me. Con lui. Con il suo ruolo in questa casa.
Ho un brain storming nella mente. O, forse, è il brain storming che ha la mia mente dentro.
Mi viene da urlare, mi viene da dirgli di andar via, che non mi serve più. Eppure ora è qui. Già qui.
Non è stato un gesto d'istinto. In realtà, tutte le volte che ho scritto di un ragazzo prima che divenisse Il ragazzo, è svanito. Nel nulla.
Spero riaccada. Prego sia così.
Eppure lui viene e va. E io son qui.
E me l'ero ripromesso: niente più persone, che all'anagrafe e agli atti di legge sono considerate ADULTE.
Oggi ero stanca, però.
Lui ha bussato al campanello e io ero stanca. E non ce l'ho fatta. Ero stanca. Lui mi ha detto che non era possibile che non avessi ragazzi di cui parlare, che non gli parlassi mai di me, sempre degli altri. E io ero stanca. E lui- come sempre- ha attaccato con il suo monologo su quanto io in realtà fossi noiosa. E io stavo lì, a divertirmi guardandolo mentre mi ritraeva. In maniera completamente diversa da come sono. E mentre lo osservavo, osservavo gli occhi della gente del Mondo di Fuori e il loro modo di vedermi. Ed ero stanca. E mi sono accorta di quanto sia brava a fingere una me, che qui dentro non riesco a trovare, a creare. Ma ero stanca e non ce l'ho fatta a rimanere in silenzio e lasciarglielo credere. E così ho parlato. Di me. Ho visto ogni singola asse della costruzione che si era creato cadere nei suoi occhi. L'ho visto e più lo vedevo, più mi sentivo debole. Non avevo mai parlato di me, di com'ero a qualcuno. E mi sono accorta di quanto mi senta falsa a raccontarmi. Eppure stavo dicendo la verità. Eppure lui era lì, mentre io parlavo di me.
Pensava fossi una convinta. Mi credeva una piena di sè. Mi è venuto da ridere e ogni singolo suono che usciva dalla mia bocca era frammento del desiderio del voler essere esattamente come lui mi aveva vista.
E ho ringraziato il cielo per apparire così al mondo. E gli ho detto di quanto in realtà fossi un'insicura del ca__o. Solo che quando dici una cosa vera, quando ti apri, non sembra mai abbastanza e devi mettercene una falsa vicina.E più mi aprivo, più volevo richiudere tutte quelle parole dentro la gabbia toracica, perché dopo mi son sentita nuda. E falsa. Da fuori può sembrar bello dirsi timida, brava, buona. Da dentro fa schifo, questo volevo dirgli. Da fuori può sembrare che voglia far colpo. Da dentro fa solo schifo, questo volevo dirgli. Eppure le parole andavano come un fiume.E quindi ho inventato, per un po'. Gli ho raccontato una storia, una di quelle che per metà è già accaduta, solo non adesso. Prima. Ma ero stanca. Stanca di vedermi con i suoi occhi. Occhi di chi non ti conosce affatto. Occhi di chi ha il tempo di osservarti solo superficialmente. E gli ho raccontato quello che lui voleva sentirsi dire. Eppure lui rideva. Io ridevo. E sono passate due ore. Di verità, di bugie, di mezze certezze. E lui mi guardava in modo strano e poi rideva. E io ho odiato dovergli dire tutte quelle cose. Ma ero stanca.
E poi ho guardato il cellulare. Erano passate due ore e doveva arrivare il tempo di ritirare tutto dentro, di rimettere tutto a posto. Di parlare di Fisica.
Ma non è successo. Gli ho chiesto cose che esulavano. Abbiamo parlato di Integrali, di derivate. E mi è piaciuto. E più mi appassionavo, più lui si esaltava. Perché a me la Fisica piace poco, ma quando la spiega lui è diverso.
Perché ora mi ritrovo con centomila fogli di cose che non mi serviranno a niente e con tanta confusione nel cervello. Gli ho detto che dovevamo vederci solo una volta a settimana e il suo sguardo si è indurito e mi ha detto che avrei dovuto iniziare a studiarmeli da sola, gli argomenti. Gli ho chiesto fin dove avrei dovuto far da sola e mi ha risposto:" Fin dove arrivi. Se non capisci qualcosa, la rivediamo assieme".
Oggi quando è arrivato, avrei voluto dirgli:"Non studiamo. Parliamo e basta. Ti prego, sono stanca."
E con lui ci discuto. Con lui che è grande. Troppo per me. Ho provato a dirglielo. Gliel'ho messo tra una risposta e una domanda, tra una verità e un muro: "...Forse per te e i tuoi amici, che siete grandi". Mi ha detto che non è così. Che all'Università non si è grandi. Che non è vero nulla.
E avrei voluto dirgli che non può far così, perché un modo per scacciarlo dalla testa devo pur trovarlo. Che deve aiutarmi a farsi uscire dal cervello, che di problemi ne ha fin troppi.
E avrei voluto che lui vedesse i miei lati positivi. Che mi conoscesse per quella che sono e non per quella che voglio esser ai suoi occhi.
Ma lui non ha importanza. Non voglio che l'abbia. Non più almeno. Ecco perché.
Indipendence
Ci sono tante cose che non so come connettere ora. Tante cose non dette. Tante che vorrei eliminare dal mio cervello.
Ma sono felice, è questo quello che conta. Non so cosa scriverò, nè quanto avrà senso, ma è lo stesso.
Lui viene e se ne va e non ha importanza. Non ce l'ha mai.
Viene e va e prima che venga io non rido mai.
Viene e va e quando c'è rido e basta.
Viene e va, senza che io riesca a trovare qualcosa che di lui possa piacermi.
Viene e va, senza importanza. Come questo post.
Senza che io riesca a trovare qualcosa che di lui possa piacermi.
La vita è così strana e tutto questo non ha senso. Non ha senso che io ora sia qui a parlar di lui. Lui, che non voglio neppure abbia un ruolo nella mia vita.
Non ha senso niente quando sono con lui.
Sa un trilione di cose su di me e io neppure una. Sa cosa vere, mezze verità, bugie e segreti. Cose che la mia mente non ha mai detto. Sa cose che vorrei non sapesse. Sa cose che non centrano niente con lui, con questo post. Lui non centra niente con tutto questo.
E io non voglio avere problemi. Con me. Con lui. Con il suo ruolo in questa casa.
Ho un brain storming nella mente. O, forse, è il brain storming che ha la mia mente dentro.
Mi viene da urlare, mi viene da dirgli di andar via, che non mi serve più. Eppure ora è qui. Già qui.
Non è stato un gesto d'istinto. In realtà, tutte le volte che ho scritto di un ragazzo prima che divenisse Il ragazzo, è svanito. Nel nulla.
Spero riaccada. Prego sia così.
Eppure lui viene e va. E io son qui.
E me l'ero ripromesso: niente più persone, che all'anagrafe e agli atti di legge sono considerate ADULTE.
Oggi ero stanca, però.
Lui ha bussato al campanello e io ero stanca. E non ce l'ho fatta. Ero stanca. Lui mi ha detto che non era possibile che non avessi ragazzi di cui parlare, che non gli parlassi mai di me, sempre degli altri. E io ero stanca. E lui- come sempre- ha attaccato con il suo monologo su quanto io in realtà fossi noiosa. E io stavo lì, a divertirmi guardandolo mentre mi ritraeva. In maniera completamente diversa da come sono. E mentre lo osservavo, osservavo gli occhi della gente del Mondo di Fuori e il loro modo di vedermi. Ed ero stanca. E mi sono accorta di quanto sia brava a fingere una me, che qui dentro non riesco a trovare, a creare. Ma ero stanca e non ce l'ho fatta a rimanere in silenzio e lasciarglielo credere. E così ho parlato. Di me. Ho visto ogni singola asse della costruzione che si era creato cadere nei suoi occhi. L'ho visto e più lo vedevo, più mi sentivo debole. Non avevo mai parlato di me, di com'ero a qualcuno. E mi sono accorta di quanto mi senta falsa a raccontarmi. Eppure stavo dicendo la verità. Eppure lui era lì, mentre io parlavo di me.
Pensava fossi una convinta. Mi credeva una piena di sè. Mi è venuto da ridere e ogni singolo suono che usciva dalla mia bocca era frammento del desiderio del voler essere esattamente come lui mi aveva vista.
E ho ringraziato il cielo per apparire così al mondo. E gli ho detto di quanto in realtà fossi un'insicura del ca__o. Solo che quando dici una cosa vera, quando ti apri, non sembra mai abbastanza e devi mettercene una falsa vicina.E più mi aprivo, più volevo richiudere tutte quelle parole dentro la gabbia toracica, perché dopo mi son sentita nuda. E falsa. Da fuori può sembrar bello dirsi timida, brava, buona. Da dentro fa schifo, questo volevo dirgli. Da fuori può sembrare che voglia far colpo. Da dentro fa solo schifo, questo volevo dirgli. Eppure le parole andavano come un fiume.E quindi ho inventato, per un po'. Gli ho raccontato una storia, una di quelle che per metà è già accaduta, solo non adesso. Prima. Ma ero stanca. Stanca di vedermi con i suoi occhi. Occhi di chi non ti conosce affatto. Occhi di chi ha il tempo di osservarti solo superficialmente. E gli ho raccontato quello che lui voleva sentirsi dire. Eppure lui rideva. Io ridevo. E sono passate due ore. Di verità, di bugie, di mezze certezze. E lui mi guardava in modo strano e poi rideva. E io ho odiato dovergli dire tutte quelle cose. Ma ero stanca.
E poi ho guardato il cellulare. Erano passate due ore e doveva arrivare il tempo di ritirare tutto dentro, di rimettere tutto a posto. Di parlare di Fisica.
Ma non è successo. Gli ho chiesto cose che esulavano. Abbiamo parlato di Integrali, di derivate. E mi è piaciuto. E più mi appassionavo, più lui si esaltava. Perché a me la Fisica piace poco, ma quando la spiega lui è diverso.
Perché ora mi ritrovo con centomila fogli di cose che non mi serviranno a niente e con tanta confusione nel cervello. Gli ho detto che dovevamo vederci solo una volta a settimana e il suo sguardo si è indurito e mi ha detto che avrei dovuto iniziare a studiarmeli da sola, gli argomenti. Gli ho chiesto fin dove avrei dovuto far da sola e mi ha risposto:" Fin dove arrivi. Se non capisci qualcosa, la rivediamo assieme".
Oggi quando è arrivato, avrei voluto dirgli:"Non studiamo. Parliamo e basta. Ti prego, sono stanca."
E con lui ci discuto. Con lui che è grande. Troppo per me. Ho provato a dirglielo. Gliel'ho messo tra una risposta e una domanda, tra una verità e un muro: "...Forse per te e i tuoi amici, che siete grandi". Mi ha detto che non è così. Che all'Università non si è grandi. Che non è vero nulla.
E avrei voluto dirgli che non può far così, perché un modo per scacciarlo dalla testa devo pur trovarlo. Che deve aiutarmi a farsi uscire dal cervello, che di problemi ne ha fin troppi.
E avrei voluto che lui vedesse i miei lati positivi. Che mi conoscesse per quella che sono e non per quella che voglio esser ai suoi occhi.
Ma lui non ha importanza. Non voglio che l'abbia. Non più almeno. Ecco perché.
Indipendence
giovedì 13 giugno 2013
Tutti a volte nelle nostre vite abbiamo pene,
Tutti abbiamo del dolore
Ma se siamo saggi
Sappiamo che c'è sempre un domani.
Tutti abbiamo del dolore
Ma se siamo saggi
Sappiamo che c'è sempre un domani.
Conta su di me, quando non sei forte
Sarò tuo amico
Ti aiuterò ad andare avanti
Non passerà a lungo
Che io avrò bisogno
Di qualcuno su cui contare.
Sarò tuo amico
Ti aiuterò ad andare avanti
Non passerà a lungo
Che io avrò bisogno
Di qualcuno su cui contare.
Per piacere, manda giù il tuo orgoglio
Ho cose che tu hai bisogno di prendere in prestito
Perchè nessuno può occuparsi delle esigenze
Che non vuoi mostrare.
Ho cose che tu hai bisogno di prendere in prestito
Perchè nessuno può occuparsi delle esigenze
Che non vuoi mostrare.
Conta su di me, quando non sei forte
Sarò tuo amico
Ti aiuterò ad andare avanti
Non passerà a lungo
Che io avrò bisogno
Di qualcuno su cui contare.
Sarò tuo amico
Ti aiuterò ad andare avanti
Non passerà a lungo
Che io avrò bisogno
Di qualcuno su cui contare.
Se c'è un carico che devi sopportare
Che non riesci a tenere
Sono qui sulla strada
A condividere il tuo carico
Se solo mi chiami.
Che non riesci a tenere
Sono qui sulla strada
A condividere il tuo carico
Se solo mi chiami.
Quindi chiamami fratello, quando hai bisogno di una mano
Tutti abbiamo bisogno di qualcuno su cui contare
Potrei io avere un problema che tu capiresti
Tutti abbiamo bisogno di qualcuno su cui contare
Tutti abbiamo bisogno di qualcuno su cui contare
Potrei io avere un problema che tu capiresti
Tutti abbiamo bisogno di qualcuno su cui contare
Conta su di me, quando non sei forte
Sarò tuo amico
Ti aiuterò ad andare avanti
Non passerà a lungo
Che io avrò bisogno
Di qualcuno su cui contare.
Sarò tuo amico
Ti aiuterò ad andare avanti
Non passerà a lungo
Che io avrò bisogno
Di qualcuno su cui contare.
CE LA FAREMO.
BASTA CHE RIMANIAMO INSIEME, IL MONDO NON SARA' UN PROBLEMA. NON LO E' MAI STATO IN FIN DEI CONTI,ALTRIMENTI NON SAREMO QUI ORA.
Ansia, solo questo, ansia, paura e terrore allo stato puro di quello ceh sta per succedere e ogno giorno in cui non studio mi sento in colpa, sempre di più, sempre di più, opgni giorno temo, temo di non fare abbastanza perchè quest'estate me la vorrei godere eppure non ci riesco, non riesco a non pensare ogni giorno"devi studiare"... ma la mia maente continua a dirmi che studiare poi non serve a molto perchè ci sarà sempre qualcuno che vale di più di me e che sicuro entrerà, entrerà e riscalderà quella sedia che io volevo riscaldare, si ruberà il mio futuro e lo farà davanti ai miei occhi, davanti ai miei occhi
domenica 9 giugno 2013
La carica dei proiettili
Oggi. Oggi.
Sì, oggi.
Oggi è l'inizio, ma anche la fine. Oggi è un giorno importante, per entrambe.
Oggi è il compleanno di tua madre. Oggi vado a ballare.
Oggi si festeggia.
Questi ultimi giorni sono stati perfetti, credimi. Quelli che aspettavo, da tanto. Non che sia successo alcunché di particolare, no. Solo sono stati perfetti.
Finalmente.
Da qui in poi si può solo migliorare, perché è finita. Perché è cominciata.
E' come se fossimo dinanzi ad un tavolo di vetro, sul quale è poggiato un bicchiere pieno a metà. Noi siam lì, a fissarlo,con aria perplessa e preoccupata, indossando gonne al ginocchio e uno chignon alto.
Quanto è stata dura quest'anno. Davvero, quanto lo è stato.
Sembrava così lontana questa fine. Così tanti progetti da portare a termine e così poco spazio. Un solo obiettivo, grande come la Savana e tosto come le scogliere di Dover.
A volte la vita sembra insuperabile, poi, in men che non si dica, ti ritrovi già alla fine.
Il tempo di un respiro risucchiato all'indietro ed ero qui, seduta a questa stessa scrivania a temere l'inizio dell'anno. Ora, invece, è già finito.
E' stato strano. Sembra un istante fa, ma ogni secondo è stato oscenamente massiccio.
Eppure è finita. Anche quando credevo non si potesse, ce l'ho fatta e credimi se ti dico che ogni 1° del mese mi son sentita come fossi ai piedi di un monte di cui non vedevo la vetta. Conciliare tutto. Casa, famiglia, scuola,media,british,corsi,corsa. Tutto di corsa. Corri, Cecilia! Corri e non ti fermare, non ora. Non lasciar trasparire niente e vai avanti. Non fermarti ora, non stancarti adesso. Pensa, pensati!
Ogni santo giorno, ogni benedetta sveglia, ogni sera passata fino a tardi su libri che non sapevi neppure di cosa potessero mai parlare a quel punto. Ogni mattina squarciata prima di tutti gli altri, nel letto con il freddo, con il caldo, che avrei voluto e che non ha fatto in tempo ad arrivare, a ripetere materie per le quali un'ora dopo non sei stata neppure mai interpellata. Ogni secondo, ogni istante speso solo a dare il meglio, in una corsa in cui mi son sentita sempre senza allenamento.
Concilia tutto, Cecilia. Dai, che sei forte, forte, forte. Forte, certo. Si fa presto a dire così, poi ti ritrovi con un cervello compresso e delle lacrime che non sai davvero come mai stiano venendo fuori, perché si son chiamate da sole. Corri, tu corri sempre però!
E no, non lamentarti, Cecilia, perché con chi vuoi farlo? E di cosa poi? E chi incolpare?
Nessuno, è solo colpa tua che vuoi fare questo da grande, più di ogni altra cosa.
Io non lo so, io non sono una che si batte, ma ho capito una cosa quest'anno. Sono una tenace, sono una che non molla. Fino allo sfinimento, fino all'esaurimento, che stavolta mi ha raggiunta e che sto curando a poco a poco.
Non c'è stata giornata in cui abbia rinunciato a qualcosa. Tutto è stato frutto di un piano, di un progetto, per andare sempre meglio. Ed è stata dura, davvero dura, credimi. So che può sembrare difficile a vedersi, perché per questi lunghissimi dieci mesi non mi son permessa nessuna emozione, ma è stata una battaglia. Se mi guardo indietro ancora non riesco ad intravedere la fonte che mi ha fornito tutta quella forza. Eppure.
Eppure ora sono qui e non fa niente se psicologicamente sono da resettare. Ce l'ho fatta. Li ho scalati tutti, i monti.
Da fuori non si capisce mai. Da fuori non è mai come dal di dentro, perché quest'anno è stata una battaglia contro me stessa. Contro quella che diceva che tanto non ce l'avrei fatta.
Invece no. Non stavolta. Non per questo.
Tu mi hai fatto rendere conto di una cosa. Hai pronunciato una frase, che non dimenticherò:"Non ho conosciuto mai persone che vogliono qualcosa così tanto". E io ancora non lo sapevo che quello significava volere qualcosa. Lo facevo e senza chiedermi, perché non vedevo nessun'altra uscita. Poi ho capito.
Io lo voglio. Lo voglio e basta, lo voglio. Sì, lo voglio, è così che si dice?
E quando vuoi tanto qualcosa, ci provi fino a rimanerne provata. Poi, al resto ci pensano i piani Alti.
Niente, quindi niente.
Siam io e te, sedute dinanzi a questa lastra di vetro, a fissare il bicchiere con dell'acqua che lo segna giusto a metà.
Oggi è la fine, ma anche all'inizio.
Fissiamo questo bicchiere perplesse.
Sta a noi decidere che visuale adottare.
O è mezzo pieno o mezzo vuoto. La risposta giusta è la vita che volevamo, quella sbagliata e siamo fuori.
La si può vedere come la fine del riposo, il termine di una sosta ridicolmente breve. Oppure.
Può essere quel momento nei film in cui i supereroi vengono riforniti delle armi speciali.
Mezzo vuoto? Mezzo pieno?
Fine? Inizio?
Fuori? Dentro?
Guarda avanti. Non ti fermare, Cecilia! Corri! Pensa, pensati!
Non ci fermiamo. No, non adesso.
indipendence
giovedì 30 maggio 2013
La terra dei cereali
Quanto mi è mancato tutto questo. Davvero, tu non hai idea di quanto lo scrivere mi sia mancato. Mi sento un come un treno in corsa ora che questo schermo ha riacceso le luci. Sembra passato un secolo, sembra di avere un oceano di cose da dire.
Incredibile quanto la lontananza dalla scrittura sia stata insostenibile. Ci sono stati giorni in cui la gola mi si è stretta, come avesse un laccio di corda attorno. Credimi, è stato proprio così.
Scrivere, respirare per me sono due modi di esprimere lo stesso concetto, me ne son resa conto solo ora.
Com'è difficile vivere senza la scrittura. Io non credevo, sai?
Eppure ci son persone che non sanno che farsene di un mucchio di lettere messe in fila, una dietro l'altra. Come si fa? Me lo sono chiesta e ancora non riesco a trovarvi risposta.
Come si fa a tenersi tutte le storie dentro? Come fai a frenare i personaggi dentro la testa? Non si può. Almeno io non ci riesco.
Negli ultimi giorni mi è capitato diverse volte di sentire le dita fremere per la mancanza della battitura.
E' un'assurda condizione la separazione dalla scrittura. Ancora una settimana e avrei dato di matto.
Non mi ricordo neppure più cosa avevo da dirti.
Probabilmente niente. Probabilmente il desiderio di scrivere era tale che la foga ha inondato tutto, come l'uragano Katrina. Portando via tutto, lasciando nulla.
E io non ho nulla più da dirti, se non che quando mi son seduta qui fuori pioveva e c'era il sole e un binomio così perfetto non l'avevo visto ancora quest'anno. Scrittura e solpioggia. E' la condizione meteorologica che preferisco, insieme alle giornate di sole in cui fa un freddo secco come ghiaccio.
Ora che guardo fuori dalla finestra, però, il cielo è grigio pece e questo no, non mi piace neppure un po'.
Ma oggi ho scritto e niente può più andar male. Ho finalmente scritto. Sembra incredibile. Quanto lo ho desiderato nei giorni passati, tu non sai.
E' stata una separazione silenziosamente tremenda, quella tra me e la scrittura e adesso che l'ho ritrovata, mi sento invincibile. So che può sembrare una follia, ma è questo ciò che provo e non posso farci nulla. Come se avessi un scettro potentissimo tra le mani, con cui infondere tanta felicità e magia nel cuore del mondo.
Senza le lettere mi sento senz'anima. Lo sono. Impazzisco, ed è pazzesco averlo compreso.
Ho sempre scritto, fin da bambina, fin dalle elementari. Permette al sangue di fluire più facilmente nelle mie vene, la scrittura intendo; la sua assenza ne stava rischiando la coagulazione. E' la mia q, la mia condizione necessaria. E' l'unica occasione in cui vedo negli occhi di mia madre orgoglio puro per la propria figlia. E' il mio mondo, capisci?
Che strano! Che follia! Quant'è vero, però.
Tutto è più luminoso ora, tutto è più facile in questo istante.
Mi sento libera. Ora. Adesso. E non smetterò finché avrò respiro. Finché la mia mente ruoterà attorno a questo universo. Finché le mie storie, i miei personaggi mi inseguiranno per divenire reali. Reali anche per gli altri: sono stanchi di vivere solo in questo cervello.
Buona non-estate, Rì.
indipendence
mercoledì 15 maggio 2013
Con le vesti sporche
Spesso mi fermo a pensarci, mentre oggi tu eri interrogata in arte io facevo finta di ascoltarvi ma in realtà fissavo il vuoto, in attesa di un qualcosa o di qualcuno che entrasse da quella porta perchè voleva chiarire, ma più che una realtà vivevo cosciamente un bellissimo sogno.
All'improvviso mi sono svegliata e ho pensato" smettila, smettila, lui non entrerà da quella porta! semmai gli venisse in mente arriverrebbe sul suo cavallo bianco con sopra già un'altra principessa"
il bello delle favole è questo... tu sai che non sono vere eppure lasciano speranza, allora spero e spero e spero ma nella realtà il principe se ne va sempre con la principessa sbagliata....
tu rimani sempre da sola nel bosco a vagare come una disperata o sotto un albero con le vesti sporche di terreno e i capelli zuppi perchè come se non bastasse ha anche piovuto.
Nella realtà mentre tu sei zuppa e piove e sei stanca e cammini e cammini non troverai un principe azzurro, nella realtà ti alzerai da terra, ti scrollerai l'acqua dai vestiti, camminerai e aspetterai il sole per asciugarti; quando finalemente uscirà, quando finalmente ci sarà bel tempo e i tuoi capelli saranno asciutti ma scompigliati, le tue vesti non più bagnate ma ancora un po' sporche, quando starai bene ma ci saranno ancora dei segni, quando finalemente arriverai a casa e lì ti potrai lavare, cambiare e truccare, quando questo momento arriverà, allora incontrerai un uomo, un giovane che forse non sarà un principe con vesti regali che forse non avrà i capelli perfettamtne pettinati e gli occhi azzurri, forse farà il fornaio di professione ma avrà un cuore migliore di molti principi.
Avrà un carattere migliore di molti principi e avrà amore tanto e te lo darà....
forse non sarà un principe, forse sarà bello, forse ti amerà e basta, il suo amore basterà, basterà per te e per lui, colmerà quello che avevi perso.....ti aiuterà...
forse il principe azzurro non esiste, anzi non esiste ma qualcosa mi dice che esistono persone migliori di un principe azzurro o forse no...
io sto aspettando, sto aspettando il mio uomo azzurro perchè il mio principe mi è già passato davanti con il cavallo bianco e una bella principessa dietro...
sto aspettando..
aspetto qualcuno di migliore di un principe azzurro qualcuno che assomigli un po' a te... giàà....
P.S: mi manchi A.
R.
All'improvviso mi sono svegliata e ho pensato" smettila, smettila, lui non entrerà da quella porta! semmai gli venisse in mente arriverrebbe sul suo cavallo bianco con sopra già un'altra principessa"
il bello delle favole è questo... tu sai che non sono vere eppure lasciano speranza, allora spero e spero e spero ma nella realtà il principe se ne va sempre con la principessa sbagliata....
tu rimani sempre da sola nel bosco a vagare come una disperata o sotto un albero con le vesti sporche di terreno e i capelli zuppi perchè come se non bastasse ha anche piovuto.
Nella realtà mentre tu sei zuppa e piove e sei stanca e cammini e cammini non troverai un principe azzurro, nella realtà ti alzerai da terra, ti scrollerai l'acqua dai vestiti, camminerai e aspetterai il sole per asciugarti; quando finalemente uscirà, quando finalmente ci sarà bel tempo e i tuoi capelli saranno asciutti ma scompigliati, le tue vesti non più bagnate ma ancora un po' sporche, quando starai bene ma ci saranno ancora dei segni, quando finalemente arriverai a casa e lì ti potrai lavare, cambiare e truccare, quando questo momento arriverà, allora incontrerai un uomo, un giovane che forse non sarà un principe con vesti regali che forse non avrà i capelli perfettamtne pettinati e gli occhi azzurri, forse farà il fornaio di professione ma avrà un cuore migliore di molti principi.
Avrà un carattere migliore di molti principi e avrà amore tanto e te lo darà....
forse non sarà un principe, forse sarà bello, forse ti amerà e basta, il suo amore basterà, basterà per te e per lui, colmerà quello che avevi perso.....ti aiuterà...
forse il principe azzurro non esiste, anzi non esiste ma qualcosa mi dice che esistono persone migliori di un principe azzurro o forse no...
io sto aspettando, sto aspettando il mio uomo azzurro perchè il mio principe mi è già passato davanti con il cavallo bianco e una bella principessa dietro...
sto aspettando..
aspetto qualcuno di migliore di un principe azzurro qualcuno che assomigli un po' a te... giàà....
P.S: mi manchi A.
R.
lunedì 15 aprile 2013
Non dirmi che volevi essermi solo amica, perché non è così che si è amici
E te lo vorrei già aver detto, ma tanto che te lo dico a fare. E io odio trovarmi in questa situazione, perché io non sono fatta per le liti. Non mi piace, perché io non dico mai nulla, a me va bene tutto. Va bene sempre tutto. Eppure.
Ma tanto che te lo dico a fare. Io non so che cosa sia successo, fatto sta che- tutto a un tratto- mi è sembrato non avesse più senso venire qui. Io non lo so perché ti sei comportata come ti sei comportata.
E non ce la faccio a non chiedermi se è colpa mia, perché io non ci so stare nelle liti. Io mi faccio sempre andare bene tutto, è solo che tu mi hai come frantumato lo stomaco l'altra sera. Come la punta dell'iceberg, la ciliegina sulla torta, così è stato l'altra sera. Credevo di conoscerti. E' questo il problema. Come quando tua madre prepara la sua solita torta e ti chiama per dartene una fetta e tu arrivi in cucina con il cuore e lo stomaco aperto, solo che poi l'addenti e scopri che le uova che aveva usato erano marce. Com'è possibile? Era sempre la solita torta, quella che ti piaceva tanto e ora non era più la stessa.
Io non so spiegartelo, perché vorrei non esser mai arrivata a questo punto, ma è stato orribile. Punto.
Io non sono arrabbiata, almeno credo. Sono soltanto...dispiaciuta. Vorrei non volere usare questa parola, credimi, ma è come mi sento ora e non posso tenermela più dentro...è delusione. Un po', però c'è.
Il fatto è che per tutti questi giorni per ogni tua risposta acida, per ogni volta che mi son ritrovata a parlare con tuo fratello, invece che con te, anche quando stavo per partire per Londra e non te ne è fregato neppure per un secondo di farmi uno squillo, ma l'unica tua preoccupazione è stata quella di lasciarti degli schemi di Filosofia, per ogni volta, credimi ogni volta, in cui ho perso il fiato cercando di pensare a come fare per risollevarti senza che mai tu ti sforzassi di farmi capire, per tutte quelle volte io ti ho sempre creduta triste, DELUSA, amareggiata perchè era un brutto periodo, perché era tornato chi ho detestato così tanto al posto tuo per il male che ti ha fatto e allora ho taciuto e l'ho fatto in silenzio, perché non mi è pesato, MAI, e lo rifarei mille e mille volte. Solo che poi tu mi hai aperto gli occhi, una te che mi sono accorta di non conoscere o di non aver mai visto prima d'ora. E' stato tremendo rendersi conto che con gli altri, tutti gli altri, questi problemi sparivano, comprendere che per loro avevi sempre un sorriso e una risata e quando si trattava di voltarsi da questo lato c'era solo acidità, rabbia e un "Tanto che fa, non fa niente, tanto lei non dice niente."
Ed è vero, hai ragione, io non dico mai nulla, perché penso che l'amicizia sia un'altra cosa rispetto a ciò che l'hai ridotta esser tu. Pensavo fosse lo stesso anche per te.
E poi è arrivato sabato e tutto è stato più chiaro. Ed è stato tremendo realizzare che non potevo firmarti nessuna giustifica per il modo in cui ti eri comportata con me.
Ora è come se tutto fosse più chiaro. Lo è.
Ascolta, tu non hai più bisogno di me. Hai tanti amici ora, sei venuta a casa mia, un posto in cui credevo non mi avresti mai abbandonata, hai cercato complicità con un'altra persona - che mi andava benissimo- ma a scapito mio ed è come se non riuscissi ancora passarci sopra. Tu non dovevi, Rita, e io non credo di averti mai detto cosa dovevi e cosa no e ora che mi trovo a scriverti questo mi rendo conto che le cose sono cambiate. Forse perché la ragazza che conoscevo prima non si sarebbe mai permessa di parlarmi alle spalle in casa mia e senza neppure pronunciare una parola, ma solo con uno sguardo; forse perché la ragazza che conoscevo prima era sempre la prima ad aiutarmi e credevo non mi avrebbe mai abbandonata, pensavo di salire sul terrazzo e trovarmela ancora lì con la scopa in mano a chiedersi come avessero potuto gli altri ad andarsene via senza importarsi di nulla; forse perché la ragazza che conoscevo prima mi diceva tutto e non esagerava amplificando un dispiacere che in presenza di altri si è rivelato solo una finzione. Forse perché la ragazza che conoscevo prima non esiste.
Mi hai spaventata, sarà esagerato, ma è questo quello che sento di dirti.
Io non ti servo più, Rì. Non lo dico con rabbia, ma evidentemente era arrivato il momento in cui nella tua vita occupavo il ruolo del "lascia il tempo che trova". E a me non va, non va più almeno.
Tanto so di lasciarti in buona compagnia. Ora hai di nuovo loro e puoi dire loro quello che dicevi a me, puoi amplificare con loro un dolore per persone che ti hanno fatto male tempo fa. Io sono solo dispiaciuta, tanto e troppo. Più di quanto dovrei forse, ma il fatto è che ci tenevo.
Il fatto è che tu eri quella che non avrei mai immaginato mi desse per scontata, quella che non mi avrebbe mai criticato o pensato del male, non senza dirmelo dopo, figuriamoci comportarsi come se fossi la prima estranea o l'ultima stupida che ha sempre tempo per ascoltare, per stare in silenzio. Sempre la prima da dimenticare.
Da quel che ho capito tu non ti sei accorta di niente. Credimi, non fa niente, perché io non devo perdonarti per nulla, perché non c'è nulla da perdonare, non c'è mai. Sembra quasi senza senso questo scriverti, perché sembra assurdo trovarmi in una situazione così fredda con te, che ci chiamano migliori amiche, ma ci sono adesso. E adesso ti dico che pagherei milioni per tornare indietro un mese, una settimana e pregarti di non allontanarmi come hai fatto, anche solo per non dover iniziare tutto questo, ma non si può fare.
Una volta eravamo a casa, era una delle prime volte, se non proprio la prima. Eravamo in camera di mio fratello e stavamo finendo un cartellone. C'era anche Mè. Non ricordo bene come, ma ad un certo punto disse:"No, per me è meglio quando uno dice le cose alle spalle, invece che dirle in faccia". E io me lo ricordo il tuo sguardo, lo ricordo come fosse ieri, perché diceva tutto quello che avevo in testa e poi giù a dirgliene di tutti i colori per quanto più si poteva, perché noi pensavamo l'esatto opposto. E sono passati quattro anni. E io pensavo fosse sempre lo stesso. E io pensavo sarebbe stato così per sempre.
Ma le cose cambiano, me lo hai detto tu, te l'ho detto io e ce lo siamo detto, scritto, urlato, cantato un sacco di volte, senza mai capire cosa volesse dire davvero.
Ti voglio bene, Rita, e non scherzavo quando all'inizio ti dicevo che non avrei potuto, Mai, neanche se avessi voluto, non volertene più, ma mi manchi. Mi manca la Rita che conoscevo, forse però quella non è mai esistita. Mi manca, ma a me mancano sempre le persone che non sono mai sicura siano esistite davvero: prima Lei, poi D. e ora anche tu. E io non credevo.
Ci son rimasta troppo male. Troppo, come non vorrei.
Io sono qui, ci sarà sempre un posto per te, perché non ho mai mentito ed è vero che per me sei come una sorella, ma non riesco ancora a capire. Capire se tu hai ancora bisogno di me, o se ormai per amicizia intendi qualcos'altro che io non riesco a tradurre. Capire come puoi non esserti accorta di quanto io ci rimanessi male ogni volta.
Non volevo scriverti una sottospecie di lettera, perché speravo avremo concluso con le parole, ma è andata così. Forse è così che doveva andare, in nessun modo. In silenzio e con tante parole.
Forse siamo cresciute abbastanza e in due modi troppo diversi per rimanere amiche come lo eravamo prima.
Non lo so. Soltanto mi dispiace. Avrei solo voglia di dirti che sarai la mia migliore amica per sempre e che non ti devi preoccupare, perché è una stronzata, che la si supera, perché tanto siamo insieme, come faccio sempre, ma stavolta tu ti sei dimenticata di me, sono diventata solo una scocciatura, una che tanto adesso siamo in silenzio,sorridiamo, va tutto bene, poi dopo, quando non siamo più insieme, diciamo le cose che non ci sono andate bene. E forse adesso ho paura, ma paura davvero, che non sarà più lo stesso.
Basta scrivere, ti prego,
Cè
Ma tanto che te lo dico a fare. Io non so che cosa sia successo, fatto sta che- tutto a un tratto- mi è sembrato non avesse più senso venire qui. Io non lo so perché ti sei comportata come ti sei comportata.
E non ce la faccio a non chiedermi se è colpa mia, perché io non ci so stare nelle liti. Io mi faccio sempre andare bene tutto, è solo che tu mi hai come frantumato lo stomaco l'altra sera. Come la punta dell'iceberg, la ciliegina sulla torta, così è stato l'altra sera. Credevo di conoscerti. E' questo il problema. Come quando tua madre prepara la sua solita torta e ti chiama per dartene una fetta e tu arrivi in cucina con il cuore e lo stomaco aperto, solo che poi l'addenti e scopri che le uova che aveva usato erano marce. Com'è possibile? Era sempre la solita torta, quella che ti piaceva tanto e ora non era più la stessa.
Io non so spiegartelo, perché vorrei non esser mai arrivata a questo punto, ma è stato orribile. Punto.
Io non sono arrabbiata, almeno credo. Sono soltanto...dispiaciuta. Vorrei non volere usare questa parola, credimi, ma è come mi sento ora e non posso tenermela più dentro...è delusione. Un po', però c'è.
Il fatto è che per tutti questi giorni per ogni tua risposta acida, per ogni volta che mi son ritrovata a parlare con tuo fratello, invece che con te, anche quando stavo per partire per Londra e non te ne è fregato neppure per un secondo di farmi uno squillo, ma l'unica tua preoccupazione è stata quella di lasciarti degli schemi di Filosofia, per ogni volta, credimi ogni volta, in cui ho perso il fiato cercando di pensare a come fare per risollevarti senza che mai tu ti sforzassi di farmi capire, per tutte quelle volte io ti ho sempre creduta triste, DELUSA, amareggiata perchè era un brutto periodo, perché era tornato chi ho detestato così tanto al posto tuo per il male che ti ha fatto e allora ho taciuto e l'ho fatto in silenzio, perché non mi è pesato, MAI, e lo rifarei mille e mille volte. Solo che poi tu mi hai aperto gli occhi, una te che mi sono accorta di non conoscere o di non aver mai visto prima d'ora. E' stato tremendo rendersi conto che con gli altri, tutti gli altri, questi problemi sparivano, comprendere che per loro avevi sempre un sorriso e una risata e quando si trattava di voltarsi da questo lato c'era solo acidità, rabbia e un "Tanto che fa, non fa niente, tanto lei non dice niente."
Ed è vero, hai ragione, io non dico mai nulla, perché penso che l'amicizia sia un'altra cosa rispetto a ciò che l'hai ridotta esser tu. Pensavo fosse lo stesso anche per te.
E poi è arrivato sabato e tutto è stato più chiaro. Ed è stato tremendo realizzare che non potevo firmarti nessuna giustifica per il modo in cui ti eri comportata con me.
Ora è come se tutto fosse più chiaro. Lo è.
Ascolta, tu non hai più bisogno di me. Hai tanti amici ora, sei venuta a casa mia, un posto in cui credevo non mi avresti mai abbandonata, hai cercato complicità con un'altra persona - che mi andava benissimo- ma a scapito mio ed è come se non riuscissi ancora passarci sopra. Tu non dovevi, Rita, e io non credo di averti mai detto cosa dovevi e cosa no e ora che mi trovo a scriverti questo mi rendo conto che le cose sono cambiate. Forse perché la ragazza che conoscevo prima non si sarebbe mai permessa di parlarmi alle spalle in casa mia e senza neppure pronunciare una parola, ma solo con uno sguardo; forse perché la ragazza che conoscevo prima era sempre la prima ad aiutarmi e credevo non mi avrebbe mai abbandonata, pensavo di salire sul terrazzo e trovarmela ancora lì con la scopa in mano a chiedersi come avessero potuto gli altri ad andarsene via senza importarsi di nulla; forse perché la ragazza che conoscevo prima mi diceva tutto e non esagerava amplificando un dispiacere che in presenza di altri si è rivelato solo una finzione. Forse perché la ragazza che conoscevo prima non esiste.
Mi hai spaventata, sarà esagerato, ma è questo quello che sento di dirti.
Io non ti servo più, Rì. Non lo dico con rabbia, ma evidentemente era arrivato il momento in cui nella tua vita occupavo il ruolo del "lascia il tempo che trova". E a me non va, non va più almeno.
Tanto so di lasciarti in buona compagnia. Ora hai di nuovo loro e puoi dire loro quello che dicevi a me, puoi amplificare con loro un dolore per persone che ti hanno fatto male tempo fa. Io sono solo dispiaciuta, tanto e troppo. Più di quanto dovrei forse, ma il fatto è che ci tenevo.
Il fatto è che tu eri quella che non avrei mai immaginato mi desse per scontata, quella che non mi avrebbe mai criticato o pensato del male, non senza dirmelo dopo, figuriamoci comportarsi come se fossi la prima estranea o l'ultima stupida che ha sempre tempo per ascoltare, per stare in silenzio. Sempre la prima da dimenticare.
Da quel che ho capito tu non ti sei accorta di niente. Credimi, non fa niente, perché io non devo perdonarti per nulla, perché non c'è nulla da perdonare, non c'è mai. Sembra quasi senza senso questo scriverti, perché sembra assurdo trovarmi in una situazione così fredda con te, che ci chiamano migliori amiche, ma ci sono adesso. E adesso ti dico che pagherei milioni per tornare indietro un mese, una settimana e pregarti di non allontanarmi come hai fatto, anche solo per non dover iniziare tutto questo, ma non si può fare.
Una volta eravamo a casa, era una delle prime volte, se non proprio la prima. Eravamo in camera di mio fratello e stavamo finendo un cartellone. C'era anche Mè. Non ricordo bene come, ma ad un certo punto disse:"No, per me è meglio quando uno dice le cose alle spalle, invece che dirle in faccia". E io me lo ricordo il tuo sguardo, lo ricordo come fosse ieri, perché diceva tutto quello che avevo in testa e poi giù a dirgliene di tutti i colori per quanto più si poteva, perché noi pensavamo l'esatto opposto. E sono passati quattro anni. E io pensavo fosse sempre lo stesso. E io pensavo sarebbe stato così per sempre.
Ma le cose cambiano, me lo hai detto tu, te l'ho detto io e ce lo siamo detto, scritto, urlato, cantato un sacco di volte, senza mai capire cosa volesse dire davvero.
Ti voglio bene, Rita, e non scherzavo quando all'inizio ti dicevo che non avrei potuto, Mai, neanche se avessi voluto, non volertene più, ma mi manchi. Mi manca la Rita che conoscevo, forse però quella non è mai esistita. Mi manca, ma a me mancano sempre le persone che non sono mai sicura siano esistite davvero: prima Lei, poi D. e ora anche tu. E io non credevo.
Ci son rimasta troppo male. Troppo, come non vorrei.
Io sono qui, ci sarà sempre un posto per te, perché non ho mai mentito ed è vero che per me sei come una sorella, ma non riesco ancora a capire. Capire se tu hai ancora bisogno di me, o se ormai per amicizia intendi qualcos'altro che io non riesco a tradurre. Capire come puoi non esserti accorta di quanto io ci rimanessi male ogni volta.
Non volevo scriverti una sottospecie di lettera, perché speravo avremo concluso con le parole, ma è andata così. Forse è così che doveva andare, in nessun modo. In silenzio e con tante parole.
Forse siamo cresciute abbastanza e in due modi troppo diversi per rimanere amiche come lo eravamo prima.
Non lo so. Soltanto mi dispiace. Avrei solo voglia di dirti che sarai la mia migliore amica per sempre e che non ti devi preoccupare, perché è una stronzata, che la si supera, perché tanto siamo insieme, come faccio sempre, ma stavolta tu ti sei dimenticata di me, sono diventata solo una scocciatura, una che tanto adesso siamo in silenzio,sorridiamo, va tutto bene, poi dopo, quando non siamo più insieme, diciamo le cose che non ci sono andate bene. E forse adesso ho paura, ma paura davvero, che non sarà più lo stesso.
Basta scrivere, ti prego,
Cè
mercoledì 10 aprile 2013
un punto che non da sa fine...
Alcune volte ne senti la mancanza... di quei giorni persi sul mare a ridere e scherzare, ma siamo sincere non sono certo i 45° gradi all'ombra a mancarmi o il sudore o la prova costume o le amiche e gli amici... sii seria e sincera, R., a mancarti è lui...
ogni giorno vado sulla dua bacheca sperando che la foto con lei come immagine del profilo sia stata levata, ogni giorno spero che ciò avvenga eppure ogni giorno non vedo mai questo cambiamento, ogni giorno torno su questo blog cerco di scrivere qualcosa che poi cancello, perchè trovo stupido,inutile, snervante, stancante parlare sempre di lui eppure eccomi qui ora, dopo avere passato giorni infernali a cercare di scrivere qualcosa che abbia senso.
In realtà non ho nessuna cosa importante da raccontare.... forse bè qualcuna ma tu, C., la sai e questo blog non ha motivo di sentirne parlare ulteriormente.. anche se già so che lo farò altre volte e altre volte ancora...
devo essere sincera?
ne sentirai palrare a lungo. sentirai raccontare delle cattiverie della gente, del cielo, dello studio, dello stress, della partita di pallavolo, di tutto ma ci sarà una sola K e quella caro mio blog sarà lui...
ho sbagliato io, io sono stata stupida, dovevo capirlo prima io, io dovevo agire.
gettargli una torta in faccia è riduttivo, picchiarlo lo è ancora di più, io vorrei solo quel qualcosa che cambi come mi sento...
Il lato positivo è che quando studio non penso ad altro, quindi....... non ci penso a lui, ma quando guardo la mia immagine riflessa allo specchio, vedo una ragazza che lui non conosce, con una frangetta che lui non ha mai visto, con un trucco hce lui non conosce, con vestiti che lui non conosce e mi piace questo cambiamento,mi piace perchè è tremendamente e assolutamente lontano da lui e per questo sono contenta............
la realtà è che sono contenta solo in parte,un'altra parte di me vorrebbe fargliela conoscere questa nuova me e dimostrargli che non sono così infantile come lui dice, che non è sbagliata per lui , che va bene per lui, che va bene per chiunque abbia un po' di cervello da rendersene conto. Me lo sono chiesto così tante volte da quel giorno.. sono io l'errore di laboratorio?? sono io quella sbagliata?? Logicamnete parlando direi sì, perchè data la realtà dei fatti è lui che ora è tranquillamente fidanzato e sono io che tranquillamente nella mia cameretta rosa(infantile) con la felpa di mio fratello grande di 10 taglie(infantile:una bambina che indossa la giacca del padre, perchè vuolce crescere) scrivo di lui ( infantile: bambina che scrive sul suo diario del bambino che le piace), sono io quella che ancora piange per lui e che ha pianto per lui, mentre lui cresce e vive.
Allora sono io quella che ha perso questa battaglia e non so se sia peggio questo o la consaspevolezza che per la prima volta lui se n'è andato, non si è voltato per cercare me, non mi ha contattato, non mi ha voluta e sono io che per la prima volta vorrebbe prendere a pugni il mondo, sono io quella che è molto innervosita,sono io che ho perso.
mi sento come un giocatore che ha fallito la sua missione nel gioco, mi sento con quell'amare in bocca... credo di sentirmi come ha detto oggi la prof. in classe «tu non sai qual sapore le ceneri dei sogni abbiano».... ti lascio così... senza un punto o una frase di senso compiuto, ti lascio perchè è giusto che lo lasci andare e con lui se ne vadano i sogni di noi...
R.
ogni giorno vado sulla dua bacheca sperando che la foto con lei come immagine del profilo sia stata levata, ogni giorno spero che ciò avvenga eppure ogni giorno non vedo mai questo cambiamento, ogni giorno torno su questo blog cerco di scrivere qualcosa che poi cancello, perchè trovo stupido,inutile, snervante, stancante parlare sempre di lui eppure eccomi qui ora, dopo avere passato giorni infernali a cercare di scrivere qualcosa che abbia senso.
In realtà non ho nessuna cosa importante da raccontare.... forse bè qualcuna ma tu, C., la sai e questo blog non ha motivo di sentirne parlare ulteriormente.. anche se già so che lo farò altre volte e altre volte ancora...
devo essere sincera?
ne sentirai palrare a lungo. sentirai raccontare delle cattiverie della gente, del cielo, dello studio, dello stress, della partita di pallavolo, di tutto ma ci sarà una sola K e quella caro mio blog sarà lui...
ho sbagliato io, io sono stata stupida, dovevo capirlo prima io, io dovevo agire.
gettargli una torta in faccia è riduttivo, picchiarlo lo è ancora di più, io vorrei solo quel qualcosa che cambi come mi sento...
Il lato positivo è che quando studio non penso ad altro, quindi....... non ci penso a lui, ma quando guardo la mia immagine riflessa allo specchio, vedo una ragazza che lui non conosce, con una frangetta che lui non ha mai visto, con un trucco hce lui non conosce, con vestiti che lui non conosce e mi piace questo cambiamento,mi piace perchè è tremendamente e assolutamente lontano da lui e per questo sono contenta............
la realtà è che sono contenta solo in parte,un'altra parte di me vorrebbe fargliela conoscere questa nuova me e dimostrargli che non sono così infantile come lui dice, che non è sbagliata per lui , che va bene per lui, che va bene per chiunque abbia un po' di cervello da rendersene conto. Me lo sono chiesto così tante volte da quel giorno.. sono io l'errore di laboratorio?? sono io quella sbagliata?? Logicamnete parlando direi sì, perchè data la realtà dei fatti è lui che ora è tranquillamente fidanzato e sono io che tranquillamente nella mia cameretta rosa(infantile) con la felpa di mio fratello grande di 10 taglie(infantile:una bambina che indossa la giacca del padre, perchè vuolce crescere) scrivo di lui ( infantile: bambina che scrive sul suo diario del bambino che le piace), sono io quella che ancora piange per lui e che ha pianto per lui, mentre lui cresce e vive.
Allora sono io quella che ha perso questa battaglia e non so se sia peggio questo o la consaspevolezza che per la prima volta lui se n'è andato, non si è voltato per cercare me, non mi ha contattato, non mi ha voluta e sono io che per la prima volta vorrebbe prendere a pugni il mondo, sono io quella che è molto innervosita,sono io che ho perso.
mi sento come un giocatore che ha fallito la sua missione nel gioco, mi sento con quell'amare in bocca... credo di sentirmi come ha detto oggi la prof. in classe «tu non sai qual sapore le ceneri dei sogni abbiano».... ti lascio così... senza un punto o una frase di senso compiuto, ti lascio perchè è giusto che lo lasci andare e con lui se ne vadano i sogni di noi...
R.
martedì 2 aprile 2013
ricordo di una ragazza distrutta
Era un bel sogno, davvero un bel sogno, uno di quelli che la mattina dopo ti svegli con un sorriso a 360°, uno di quelli che ti rendono la giornata migliore.
2 aprile 2013
Avevo iniziato questo post giorni prima di oggi ma ora non voglio più parlarne, lentamente il mio desiderio di inciderlo su un sito sconosciuto agli altri mi ha abbandonato. Mi è sorto un altro desiderio, però, quello di tentare di descrivere quello che provo, ebbene c'è tanto da dire, ma da dove incominciare...... mmmmmmmm. comincerò così.
comincerò da qualche tempo fa....
Tempo fa c'era una ragazza dura come una roccia, lei era una macchina da guerra, lei era tenace, orgogliosa, insistente, testarda ma poi qualcosa la cambiò.
Gli scenziati parlano di 6 secondi, bastano 6 secondi per cambiare il centro del proprio universo, bastano 6 secondi per cambiare una persona radicalmente, per rimodellarla, peccato che nessuno li preannunci mai questi 6 secondi, peccato che non ci sia nessun cartello triangolare rosso e bianco, peccato che non ci sia un codice che ti aiuti a uscirne o una strada da seguire.
I 6 secondi più belli della tua vita, sei solamente S-E-I, sei secondi per mutare tutto.
Ebbene credo che le bambine di 14 anni non debbano vivere queste emozioni, ma purtroppo per loro ciò accade sempre alle perasone migliore, perchè amare è considerato un bene, un grande bene, peccato che io lo consideri il più grande dei mali.
Ebbene una bambina di 14 anni in una calda giornata estiva della durata di 24h, cioè 1440 m, cioè 86400 s, in solo 6 secondi di 86400 si sia innamorata.
Quella bambina ne aveva già tanti di pasticci, di piccoli guai che ti riempono la vita, ma per qualche ragione se ne aggiunse un altro, uno che le avrebbe condizionato i prossimi 3 anni della sua vita....
dopo 3 anni
ora c'è una ragazza fragile come un'unghia già spezzata a metà, lei è una macchina per la neve, lei è debole, lasciva, stanca, lei è diversa da com'era....
gli scenziati parlano di 6 secondi per innamorarsi, ma non parlano dei 3 anni o più per smetter di farlo, la televisione parla delle storie finite bene, ma non parla di quelle che ora sono sfumate via,
parlano di questi maledetti 6 secondi ma non del resto del mondo che va avanti in questi 6 secondi in cui il tempo si ferma, le persone parlano di sè tante volte e litigano ancora di più, come vorrei ancora poter litigare con lui, potergli dire ciao, eppure ho fatto le mie scelte e non me ne pento, affatto, eppure sono così ferita, che non riesco più a trattenere le lacrime che ormai non rigavano più questo viso per così' tanto tempo da molto teeempo.
Mi sento così fragile, ogni cosa mi butta a terra, lui mi ha buttato a terra, lui mi ha ferito perchè felice, perchè per una volta è veramente tale, non posso arrabbiarmi con A. perchè ha fatto bene, non posso avercela con lui perchè ha ragione, eppure io ho una rabbia dentro e vorrei piangere per anni per poter sfogare tutto, per poter lasciare andare tutto alle spalle, vorrei urlare per ore, correre, piangere, vorrei smettere di fare qualsiasi cosa, vorrei solo capire cosa è successo dentro di me, cosa mi ha cambiata così radicalmente.
dopo 1 ora, oggi
vedo il mio gatto che dorme e respira calmo, vedo il suo dolce cuoricino pulsare, la sua testa cadere leggermente, vedo poi i suoi occhietti chiusi , le sue orecchi dritte, il suo modo di contrarre gli occhietti quando dorme, di muovere i baffi, i suoi polpastrelli macchiati, il suo nasino tricolore, non vedo altro e puure tutto mi porta a dire che probabilmente è l'esserino più bello che esista al mondo e che mentre mi viene vicino perchè vuole le coccole, cerca solo di essere amato, di sentirsi protetto, perchè sa che io la difenderò sempre, le persone credono che sia facile amare perchè dicono che bastino 6 secondi............
due anni fa
c'era una ragazza triste, finita l'estate aveva scoperto che la sua amica ci aveva provato con il suo ragazzo, era sconsolata ma tirava avanti, eppure scendendo nel parco epr prendere un po' di rosmarino vestita come una zingara, incontrò la cosa più bella al mondo e impiegò 6 secondi per innamorarsi.
Lei non lo sapeva ancora ma sarebbero stati i 6 secondi più significativi della sua vita, più pieni d'amore, eppure quella volta non ci fu niente a preannunciare quei 6 secondi, perchè altrimenti la magia di quei sei secondi sarebbe volata via come le parole.
oggi
non so se mi dimenticherò mai di lui, ma forse sarebbe meglio ricomporre ciò che ero prima, evitare ciò che sono e cercare ostinatamente me stessa, cercare ogni parte di me e scavare, non so se tornerò più come quella ragazza di 3 anni fa ma qualunque sia il mio destino, ovunque io vada ti prego una cosa, non lasciarmi mai la mano e nei giorni in cui io non riuscirò a muovermi vienimi a prendere, nei giorni in cui cadrò e non riuscirò ad alzarmi, portami in braccio, e per ogni volta che tu farai questo per me io farò lo stesso per te, per ogni volta che tu avrai bisogno di me anche se non ci parlassimo da anni io verrò da te e busserò alla porta perchè una migliore amica rimane tale per sempre....
prima o poi grazie al sole rifiorirò e tornerò a essere come in primavera, fino a quel momento mi nutrirò dell'acqua che cade su di me,che mi attraversa, che arriva alle mie radici e che secca le mie foglie..........
grazie perchè so già che come le volte precedenti lo farai ancora e ancora... grazie di cuore ...
R.
2 aprile 2013
Avevo iniziato questo post giorni prima di oggi ma ora non voglio più parlarne, lentamente il mio desiderio di inciderlo su un sito sconosciuto agli altri mi ha abbandonato. Mi è sorto un altro desiderio, però, quello di tentare di descrivere quello che provo, ebbene c'è tanto da dire, ma da dove incominciare...... mmmmmmmm. comincerò così.
comincerò da qualche tempo fa....
Tempo fa c'era una ragazza dura come una roccia, lei era una macchina da guerra, lei era tenace, orgogliosa, insistente, testarda ma poi qualcosa la cambiò.
Gli scenziati parlano di 6 secondi, bastano 6 secondi per cambiare il centro del proprio universo, bastano 6 secondi per cambiare una persona radicalmente, per rimodellarla, peccato che nessuno li preannunci mai questi 6 secondi, peccato che non ci sia nessun cartello triangolare rosso e bianco, peccato che non ci sia un codice che ti aiuti a uscirne o una strada da seguire.
I 6 secondi più belli della tua vita, sei solamente S-E-I, sei secondi per mutare tutto.
Ebbene credo che le bambine di 14 anni non debbano vivere queste emozioni, ma purtroppo per loro ciò accade sempre alle perasone migliore, perchè amare è considerato un bene, un grande bene, peccato che io lo consideri il più grande dei mali.
Ebbene una bambina di 14 anni in una calda giornata estiva della durata di 24h, cioè 1440 m, cioè 86400 s, in solo 6 secondi di 86400 si sia innamorata.
Quella bambina ne aveva già tanti di pasticci, di piccoli guai che ti riempono la vita, ma per qualche ragione se ne aggiunse un altro, uno che le avrebbe condizionato i prossimi 3 anni della sua vita....
dopo 3 anni
ora c'è una ragazza fragile come un'unghia già spezzata a metà, lei è una macchina per la neve, lei è debole, lasciva, stanca, lei è diversa da com'era....
gli scenziati parlano di 6 secondi per innamorarsi, ma non parlano dei 3 anni o più per smetter di farlo, la televisione parla delle storie finite bene, ma non parla di quelle che ora sono sfumate via,
parlano di questi maledetti 6 secondi ma non del resto del mondo che va avanti in questi 6 secondi in cui il tempo si ferma, le persone parlano di sè tante volte e litigano ancora di più, come vorrei ancora poter litigare con lui, potergli dire ciao, eppure ho fatto le mie scelte e non me ne pento, affatto, eppure sono così ferita, che non riesco più a trattenere le lacrime che ormai non rigavano più questo viso per così' tanto tempo da molto teeempo.
Mi sento così fragile, ogni cosa mi butta a terra, lui mi ha buttato a terra, lui mi ha ferito perchè felice, perchè per una volta è veramente tale, non posso arrabbiarmi con A. perchè ha fatto bene, non posso avercela con lui perchè ha ragione, eppure io ho una rabbia dentro e vorrei piangere per anni per poter sfogare tutto, per poter lasciare andare tutto alle spalle, vorrei urlare per ore, correre, piangere, vorrei smettere di fare qualsiasi cosa, vorrei solo capire cosa è successo dentro di me, cosa mi ha cambiata così radicalmente.
dopo 1 ora, oggi
vedo il mio gatto che dorme e respira calmo, vedo il suo dolce cuoricino pulsare, la sua testa cadere leggermente, vedo poi i suoi occhietti chiusi , le sue orecchi dritte, il suo modo di contrarre gli occhietti quando dorme, di muovere i baffi, i suoi polpastrelli macchiati, il suo nasino tricolore, non vedo altro e puure tutto mi porta a dire che probabilmente è l'esserino più bello che esista al mondo e che mentre mi viene vicino perchè vuole le coccole, cerca solo di essere amato, di sentirsi protetto, perchè sa che io la difenderò sempre, le persone credono che sia facile amare perchè dicono che bastino 6 secondi............
due anni fa
c'era una ragazza triste, finita l'estate aveva scoperto che la sua amica ci aveva provato con il suo ragazzo, era sconsolata ma tirava avanti, eppure scendendo nel parco epr prendere un po' di rosmarino vestita come una zingara, incontrò la cosa più bella al mondo e impiegò 6 secondi per innamorarsi.
Lei non lo sapeva ancora ma sarebbero stati i 6 secondi più significativi della sua vita, più pieni d'amore, eppure quella volta non ci fu niente a preannunciare quei 6 secondi, perchè altrimenti la magia di quei sei secondi sarebbe volata via come le parole.
oggi
non so se mi dimenticherò mai di lui, ma forse sarebbe meglio ricomporre ciò che ero prima, evitare ciò che sono e cercare ostinatamente me stessa, cercare ogni parte di me e scavare, non so se tornerò più come quella ragazza di 3 anni fa ma qualunque sia il mio destino, ovunque io vada ti prego una cosa, non lasciarmi mai la mano e nei giorni in cui io non riuscirò a muovermi vienimi a prendere, nei giorni in cui cadrò e non riuscirò ad alzarmi, portami in braccio, e per ogni volta che tu farai questo per me io farò lo stesso per te, per ogni volta che tu avrai bisogno di me anche se non ci parlassimo da anni io verrò da te e busserò alla porta perchè una migliore amica rimane tale per sempre....
prima o poi grazie al sole rifiorirò e tornerò a essere come in primavera, fino a quel momento mi nutrirò dell'acqua che cade su di me,che mi attraversa, che arriva alle mie radici e che secca le mie foglie..........
grazie perchè so già che come le volte precedenti lo farai ancora e ancora... grazie di cuore ...
R.
sabato 23 marzo 2013
Oo la la
Che poi prima ci pensavo. Uno cammina mentre i giorni passano. E passano i minuti e passano i secondi e tutto questo fa un giorno. Senza accorgersene. Prima a questo pensavo: camminiamo, convinti che questo sia Un giorno, Il Giorno speciale, quello giusto. Convinti che non lo dimenticheremo e, invece, li dimentichiamo tutti, i giorni intendo, perché sarebbe impossibile tenerli tutti a mente. E mentre ci pensavo mi è salita su una tristezza mesta.
Probabilmente questo sarà un post corto. Del resto, quando non hai da parlar d'amore le parole si accorciano notevolmente.
Volevo solo dirtelo. Ci affanniamo a rendere ogni minuto perfetto, a dare il nostro meglio, sempre, e poi dimentichiamo tutto. Non ha senso. Eppure è così.
Non c'è davvero qualcosa di cui voglia parlarti. Stasera ti scrivo così, un po' perché è tanto che non lo faccio, un po' perché ormai non ricordo neppure più quand'è stata l'ultima volta che io e te abbiamo parlato veramente, un po' perché tutto questo mi fa sentire troppo grande per me.
Troppo grande per me. Che strano sentirlo, che strano scrivere ora senza avere nulla da dire. Che poi perché bisogna sempre avere qualcosa da dire? Uno non può rimanersene un po' in silenzio e pensare lo stesso? Tante volte ho visto persone avere qualcosa da dire, ma non pensare mai e non è che abbiano fatto sempre una bella figura.
E quindi io stasera sono qui. Senza un motivo. Senza di te. Senza di me. Senza niente. Solo qui a scrivere. A lasciare che le mie dita scrivano, mentre la mente continua a svuotarsi, come una brocca di vino e percoche in estate.
Forse, però, ora una domanda ce l'ho. Te la pongo.
Che ne sarà di noi, Rì?
Te lo chiedi mai? Credo tu lo faccia spesso.
Che ne sarà di me e di te, di due amiche tanto piccole che si sono incontrate come due fili fanno in un maglione, che ne sarà?
Noi che abbiamo fatto tanto, ma non sembra mai abbastanza. Che tutto diventa dovere in questo mondo e non ci spetta mai il piacere. Noi che corriamo, corriamo, perché io corro sempre. Sembra di non fermarmi mai e la mente me la sento scoppiare, scoppiare fino a non lasciarci più niente. Neanche per me che me la meritavo una piccola parte di mente. Era mia.
Di chi è ora?
Di un'altra me. Di una che abita tanto lontano da qui, ma a cui solo io posso dare una casa, perché il Futuro le sta vendendo tutte.
E che succede ora?
Succede che non c'è più Presente. Io vivo per il Futuro. Noi viviamo per il Futuro.
Cosa racconterò allora dei miei diciassette anni? Che pensavo a quando ne avrei compiuti diciotto o diciannove? Che non li ho avuti mai, diciassette anni intendo; che sono stati anni muti; che li ho usati come passaggio per arrivare ad una sponda, che non sono neppure certa ci sia.
E allora che senso ha?
Che senso ha salire su questa giostra e vomitare su giorni che un giorno rimpiangerò?
Ecco fatto. Tante domande e la mente è di nuovo colma fino all'orlo. Di vino con le percoche o di aria che crea crampi, è più o meno lo stesso.
Odore di fritto. Strano, mamma aveva detto che avrebbe preparato il pesce stasera.
Niente, non ci pensare. E' strano in questo periodo. E' solo che ho il cervello un po' in "pappa" in questi giorni, perché non ho un solo secondo per respirare e ho completamente perso la cognizione delle giornate. Le divido come fanno le signore delle mense con i pasti, Ma non voglio star qui a lamentarmi ora, perché non mi va. E' solo l'orario; quest'ora è sinonimo di FINE ATTIVITA', CHIUSURA SERVIZI. Inizia a rallentarmi il cervello e, mentre recupera ossigeno e neuroni persi per la via, parte con ragionamenti assurdi.
Non ci pensare e basta.
Dovrei cancellarlo questo post, ma forse non lo farò. No, anzi, non lo farò per niente.
Eccomi. Ecco come sono quando qui non c'è nessuno. Stanca. Impaurita. Esaurita. Non avrei mai voluto farmi vedere da te anche in questo stato, però ho paura. E se poi lo dimentico questo giorno? Un altro di questi anni che stanno diventando niente. Se lo dimentico, allora ricordalo tu per me.
Oggi sono così. Oggi questo discorso sconnesso è solo un'infinitesima parte di tutto quello che ho nella mente. Oggi, stasera ci sono le stelle e sono contenta. Oggi sono contenta, perché c'è stato il sole e avrei giurato di sentirmelo riscaldare la spalla un attimo fa. Pazienza, è già via. Tante cose lo sono ormai.
Che ne sarà di noi?
Qualcuno ce lo dirà, prima o poi. Noi, ce lo diremo noi.
Ti voglio bene, Rì. Te ne voglio davvero e non so se ora sono qui a dirtelo, perché è passato un giorno dall'inizio di questo post e ora mi sento così triste e buia e dispiaciuta per quello che accade tra queste mura che lo scriverti questa frase mi fa sentire meno sola, o semplicemente perché ne avevo voglia. Non lo so.
Non lo so, ma ti voglio bene.
Indipendence
lunedì 4 marzo 2013
turn off your humanity
Eppure mi sembra strano .... alcune cose si sanno ma si fanno fatica ad accettare, c'è una fase che si chiama di rifiuto e devo ammettere che per molto tempo l'ho vissuta.
Rifiutavo l'idea che lui non ci fosse più per me, o meglio, credo di averlo sempre saputo e forse era questo a farmi male, così ho smesso di pensare che non sarebbe tornato per non soffrire..... ebbene come dire avevo spento il dolore, al posto suo c'era attesa, tanta forse troppo. Alcune cose si sanno inconsciamente e rimangono lì sepolte nel profondo del nostro cuore, aspettiamo che qualcuno un giorno le faccia risalire a galla, in quel momento è come quando c'è il sole ma fa freddo, sei incredula..... solitamente associamo il sole al caldo e non al freddo ed invece alcune volte le cose non son come pensiamo.
E' stato così per me quando ho letto quello che mi avevi scritto, è stata una coltellata in piena pancia, è stata un doccia fredda e più andavo avanti e peggio era, più mi facevo male.
Allora ho capito che avevi ragione, ma che evitare di parlarne non mi rendeva più forte, solo più stanca, più stanca mi rendeva più acida e ora sono al culmine dell'acidità.
Sai avevi ragione lui non tornerà, ora lo so ....ma permettimi di dire una cosa.
Non c'è più posto per i miei sentimenti, ho finito .... ho chiuso con tutto quello che è emotivamente legato al cuore, non so dove sia finito, il cuore intendo, non so dove sia o se ci sia mai stato, quindi penso esattamente che hai fatto bene.
Hai fatto bene a farmi questa doccia fredda, forse mi hai svegliato più questa volta che tutte le volte in cui avevi una parola dolce per me, per me e lui, forse mi è servito, ma ora mi sento svuotata come se fossi un po' vuota, non libera ma vuota.
Non sono arrabbiata con lui, nè con te per avermene fatto rendere conto, sono solo vuota...
i miei sentimenti sono spenti, la mia espressione è crucciata perchè sta cercando di trasmettere il nulla su un foglio... ma d'latronde cosa dire se non c'è nulla da dire?
non lo so eppure continuo a parlare e sincermante mi scoccio anche di parlare di chiunque altro al di fuori di me, questo blog è pieno di post che per la maggior parte riguardano altri e non noi... ebbene dato che sono egocentrica da oggi in poi non si parlerà di altro che di me in questi miei post...
esistono modalità che riescono a spegnere ogni sorta di emozione, esistono e continuano ad andare avanti... forse è questo l'unico modo, per andare avanti intendo, andrò avanti e ancora e ancora e non mi interesserà più di tutti quelli che dovrò calpestare, ferire, illudere, se esiste un modo per andare avanti e fare cose ritengo giusto per ME, allora questo è il mio, non rimuginerò più sulle cose, se le persone mi mentono e io lo sospetto non me ne frega niente, lo dirò e sarà liberatorio, molto, non ci sarà più posto per i se e per i ma, non ci sarà posto per nessuno, non ci sarà posto per lui o per altri, solo me, me e i miei sudditi, adorati sudditi che fileranno con i denti i tappeti che io calpesterò con non curanza, che faticheranno ore per poi vedere distruggere ogni cosa, i miei sudditi servi di colei che un tempo aveva un cuore, coloro che puliranno con la lingua prima e dopo che io abbia calpestato il pavimento. Sudditi che cucineranno le mie pietanze preferite e farò sterminare coloro che non la pensano come me, farò del male a chi si anteporrà a me, torturerò chi mi ha ferito, mi vendicherò di tutto e tutti e poi lentamente vedrò le persone andare alla deriva, solo per poter assaporare ogni loro espressione di dolore, poter leggere nei loro volti il terrore. Sarò una di quelle regine senza cuore, ne sarò priva, lo riporrò in un cassetto e poi andrò su un ponte e getterà la chiave del lucchetto, vedrò quella chiave affondare lentamente e con lei l'ultima speranza di tornare UMANA.
Gli addii hanno sempre un che di triste e malinconico, ma qui miei cari sudditi non c'è posto per gli addii.
c'è posto invece per i benvenuta...... e vi aspetto, vi aspetto tutti per vedervi cadere come feci io .....
una delle esperienze più significative della mia vita, mi hanno permesso di essere ciò che sono ora ed è totalmente liberatorio......
........
di gran lunga migliore di avere qualcuno di cui aver pensiero...il vuoto non ha prezzo, perchè semplicemente non esiste.... ora capisci cosa intendo?? Ora si inizia questo nuovo e divertente gioco...
R.
Rifiutavo l'idea che lui non ci fosse più per me, o meglio, credo di averlo sempre saputo e forse era questo a farmi male, così ho smesso di pensare che non sarebbe tornato per non soffrire..... ebbene come dire avevo spento il dolore, al posto suo c'era attesa, tanta forse troppo. Alcune cose si sanno inconsciamente e rimangono lì sepolte nel profondo del nostro cuore, aspettiamo che qualcuno un giorno le faccia risalire a galla, in quel momento è come quando c'è il sole ma fa freddo, sei incredula..... solitamente associamo il sole al caldo e non al freddo ed invece alcune volte le cose non son come pensiamo.
E' stato così per me quando ho letto quello che mi avevi scritto, è stata una coltellata in piena pancia, è stata un doccia fredda e più andavo avanti e peggio era, più mi facevo male.
Allora ho capito che avevi ragione, ma che evitare di parlarne non mi rendeva più forte, solo più stanca, più stanca mi rendeva più acida e ora sono al culmine dell'acidità.
Sai avevi ragione lui non tornerà, ora lo so ....ma permettimi di dire una cosa.
Non c'è più posto per i miei sentimenti, ho finito .... ho chiuso con tutto quello che è emotivamente legato al cuore, non so dove sia finito, il cuore intendo, non so dove sia o se ci sia mai stato, quindi penso esattamente che hai fatto bene.
Hai fatto bene a farmi questa doccia fredda, forse mi hai svegliato più questa volta che tutte le volte in cui avevi una parola dolce per me, per me e lui, forse mi è servito, ma ora mi sento svuotata come se fossi un po' vuota, non libera ma vuota.
Non sono arrabbiata con lui, nè con te per avermene fatto rendere conto, sono solo vuota...
i miei sentimenti sono spenti, la mia espressione è crucciata perchè sta cercando di trasmettere il nulla su un foglio... ma d'latronde cosa dire se non c'è nulla da dire?
non lo so eppure continuo a parlare e sincermante mi scoccio anche di parlare di chiunque altro al di fuori di me, questo blog è pieno di post che per la maggior parte riguardano altri e non noi... ebbene dato che sono egocentrica da oggi in poi non si parlerà di altro che di me in questi miei post...
esistono modalità che riescono a spegnere ogni sorta di emozione, esistono e continuano ad andare avanti... forse è questo l'unico modo, per andare avanti intendo, andrò avanti e ancora e ancora e non mi interesserà più di tutti quelli che dovrò calpestare, ferire, illudere, se esiste un modo per andare avanti e fare cose ritengo giusto per ME, allora questo è il mio, non rimuginerò più sulle cose, se le persone mi mentono e io lo sospetto non me ne frega niente, lo dirò e sarà liberatorio, molto, non ci sarà più posto per i se e per i ma, non ci sarà posto per nessuno, non ci sarà posto per lui o per altri, solo me, me e i miei sudditi, adorati sudditi che fileranno con i denti i tappeti che io calpesterò con non curanza, che faticheranno ore per poi vedere distruggere ogni cosa, i miei sudditi servi di colei che un tempo aveva un cuore, coloro che puliranno con la lingua prima e dopo che io abbia calpestato il pavimento. Sudditi che cucineranno le mie pietanze preferite e farò sterminare coloro che non la pensano come me, farò del male a chi si anteporrà a me, torturerò chi mi ha ferito, mi vendicherò di tutto e tutti e poi lentamente vedrò le persone andare alla deriva, solo per poter assaporare ogni loro espressione di dolore, poter leggere nei loro volti il terrore. Sarò una di quelle regine senza cuore, ne sarò priva, lo riporrò in un cassetto e poi andrò su un ponte e getterà la chiave del lucchetto, vedrò quella chiave affondare lentamente e con lei l'ultima speranza di tornare UMANA.
Gli addii hanno sempre un che di triste e malinconico, ma qui miei cari sudditi non c'è posto per gli addii.
c'è posto invece per i benvenuta...... e vi aspetto, vi aspetto tutti per vedervi cadere come feci io .....
una delle esperienze più significative della mia vita, mi hanno permesso di essere ciò che sono ora ed è totalmente liberatorio......
........
di gran lunga migliore di avere qualcuno di cui aver pensiero...il vuoto non ha prezzo, perchè semplicemente non esiste.... ora capisci cosa intendo?? Ora si inizia questo nuovo e divertente gioco...
R.
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