Ti capita mai di dirti che sedici anni sono troppi ormai?
Ti capita mai di pensare di doverti rassegnare, perchè non succederà più niente in questa tua vita?
Ti capita di pensare che ormai non c'è altro per te che un paletto con su scritto: "fine"?
Ti capita mai di desiderarlo quel paletto?
Non so cosa mi stia succedendo, credimi.
La vita mi stanca.
Incredibilmente ho tirato avanti così per sedici anni. Sempre alla stessa maniera e ora? Ora sono stufa, ecco.
Mi puoi promettere una cosa, tu? Sì tu, tu, mia amica del cuore. Persona che ogni tanto si diverte a farmi stare male con i suoi annunci di partenze improvvise. Tu, Rita A., prima all'appello e prima al mondo. Mi prometti che mi porterai via di qui, appena puoi. Ti prego, davvero.
Questo non è un post di quelli che leggi e basta. Questo, questo sì che è un contratto.
Ti prometto che è l'ultima stavolta, l'ultima davvero.
Cercherò di parlarti con parole che mi vengono dal cuore ora, come conviene alle migliori amiche, a noi:
Sto male, male davvero.
Stavolta non è come le altre volte. Non so perché mi senta così.
Le giornate procedono tutte uguali, molte proprio come vorrei, ma è come se fossi rimasta sempre stesa sul letto, immobile. A guardare il soffitto.
Mi sembra come se avessi vissuto abbastanza. Come se non dovessi più far niente.
Ho paura, Rì.
Tutto questo non reagire a niente e saper nascondere tutto sempre meglio mi sta spaventando, perché non lo...controllo io.
Inizia dalla mattina. Apro gli occhi e la ragnatela di stanchezza e scocciatura attaccata al baldacchino scivola giù per abbacinarsi su di me. Tutto diventa grigio, relativo. Relativo a cosa?! Cerco di capire, cerco di trovare una riposta, ma non l'ho ancora trovata.
Mi sento come alla fine di un sorriso. Non è bello.
Faccio di tutto, credimi. Ci provo in tutti i modi. Esco, rido, sorrido, cerco di non pensare, ma..ma quando tutto sparisce è come se fossi di nuovo punto e daccapo. E' come se non bastasse.
Io non so se è per lei. Non so se è l'adolescenza. Non so se è solo un momento. Non so perché mi senta così...così male, inutile, stupida, fuori posto, senza via d'uscita, depressa. E' questa la parola? No, non lo è affatto.
Tu almeno ti ricordi di me? Com'ero due anni fa? Riesci a dirmelo tu? Ero diversa, non è vero? Io almeno non mi sono mai sentita così.
Non mi sono mai alzata ogni mattina con la voglia di...niente, perché non ho voglia di niente.
Forse non capirai, ma non serve.
Un'ultima volta, scusami se te lo sto chiedendo, ma stavolta è l'ultima. Prometto.
Aiutami tu. Andiamo via da qui e non dico di partire, solo di andar via da questo "qui", che non riesco più a vivere, a vedere. Che ho già consumato del tutto.
Lo chiedo a te, perché è di te che ho bisogno ora più che mai. Non so che fare. Dimmi tu cos'ho, perché io non lo so. Dimmi tu che fare, perché io non lo so.
Io ti aspetto. Questo lo so far bene. Ti aspetto qui seduta, con la mano tesa. Tu, ti prego- davvero-, per l'ultima volta, vieni.
Solo due vocaboli: Via, Lontano. Gestiscili tu per me, come vuoi.
Solo due vocaboli: Via, Lontano. Gestiscili tu per me, come vuoi.
Tua, Cecilia.
indipendence
Nessun commento:
Posta un commento