Mi sono chiesta se ne vale la pena. Mi sono chiesta se ne valeva la pena.
La risposta è sempre:"Non abbastanza".
Vale la pena? Vale questa pena? Non abbastanza.
Allora perché?
Perché sapevamo sin dall'inizio che doveva andare così. Sarebbe andata così e se non fosse stato per questo, sarebbe stato per una porta in faccia, per uno sguardo troppo duro, per una parola troppo vera e vitrea, per un ingranaggio arrugginito...da tempo.
Alle persone piace correre sui fili di cotone. Alle persone piacciono le sfide. Alle persone piace mostrare le cicatrici di guerra dopo e affermare di "aver vissuto...sopravvissuto".
Le cose importanti.
L'unica cosa importante per me ora sei tu. Tu dall'altra parte dello schermo. Tu che sei la prima ad urlare "presente" la mattina. Nella vita.
L'altro giorno, di ritorno da casa tua, ci pensavo.
Pensavo che è strano come tra tutte le macerie che continuano a bastonarmi la nuca possa esserci sempre tu.
Ogni volta che oltrepasso quella soglia capisco come possa per me essere quello un luogo sicuro, uno di quelli da mostrare ai miei figli un giorno, con il sorriso sulle labbra e la malinconia negli occhi e come invece per te sia campo minato.
Stasera è tardi, ma non fa niente. Stasera ho bisogno di scriverti.
Stasera potrebbe essere l'ultima per quanto ne so.
Stamattina, quando ho aperto gli occhi e mi sei saltata nel letto, quando hai cominciato a parlare ho compreso che io e te ci saremo sempre. Che quello, quel momento, quelle parole erano tutto ciò che avevo ...di realmente reale. Tutto quello che c'era sempre stato. Che era tutto quello di cui avevo bisogno e avremo potuto dirci qualsiasi cosa, l'importante è che non c'era fretta. Che non c'era fine, a meno che non lo volessimo noi.
Quanti anni abbiamo noi?
Sedici. Così tanti se li guardi sotto la torre dei numeri, così pochi se li incidi sulla pelle dell'esperienza. Eppure ho sperato di avere sedici anni tutta la vita stamattina. Sedici anni di risate, sedici di H&M,sedici anni di ragazzi insulsi da appendere al chiodo, sedici anni a capire chi siamo, perché è vero, io non so chi sono.
Passiamo le nostre giornate a scegliere vestiti e gusti per capire chi vogliamo essere.
Sai, prima di te io non ero come mi vedi. Prima di te non c'era il mondo che ho ora e lo avevo dimenticato. Prima di te nessuno mi aveva insegnato a condividere i diamanti dei ricordi e i rubini del dolore e l'avarizia era amara da assaporare. Poi sei arrivata tu, con il tuo sguardo così pieno di impossibile e mi hai detto che era possibile. Tutto è possibile.
Tu non ci credi. Ti sforzi a non crederci, eppure è proprio questo ciò che mi hai urlato. "Tutto è possibile se davvero lo vuoi". In molti ci avevano provato, ma tu non lo hai fatto con le parole. Paradossalmente, non sarebbe stato il tuo stile. Tu hai preso quella grossa pila di panni sporchi, ti sei piazzata dinanzi a me, ti sei rimboccata le maniche e hai iniziato a cancellare tutte quelle macchie con su scritto "non ce la faccio".
E non ti sei mai voltata a guardarmi. Non ti sei mai curata di osservare se io ero rimasta lì o ero andata via. Tu lo hai sempre saputo, perché quella era l'unica cosa che sostenevi di saper fare bene: impegnarti al massimo e dare sempre il massimo. Vincere sempre.
E io ora mi ritrovo a cercare lo smacchiatore.
Tutto è diventato possibile con te. E ora non ti montare, perché questa è semplicemente, puramente la verità.
Sei l'unica persona a cui ho detto così tante volte "grazie".
Dunque io so tu chi sei e non mi è servito molto.
Tu sei l'altra. Tu sei quella sotto il piumone con i gatti e questo lo avevo capito già tre anni fa. Tu sei quella debole. Tu sei quella che litiga con l'altra te che non ammette un solo tuo pianto, una tua sola ritirata, un solo passo indietro, un solo sospiro fuori posto. Tu sei quella fissata con tutto: con lo studio, con i capelli, con il cibo, con lo sport, con le bugie, con i sogni, con i sorrisi, con la precisione, ma non quella della camera da letto. E non perché ti piaccia esserlo, solo perché così DEVE essere. Solo perché così non perdi mai il controllo. Così il fiume scorre secondo il tuo corso. Solo che poi succede una cosa strana. Poi c'è qualcuno che fa qualcosa, DICE qualcosa che a te non quadra e non riesci a capire cosa. Sai che è così, ma non sai di preciso come fare e allora ti arrabbi, ti esaurisci. Ci sono dei momenti in cui vorrei urlarti dritto, al centro di quella tua facciaccia che...devi respirare.
Perché non è vero che sei felice quando lo dici, ma io la ho vista una volta.
Sìsì, signori e signore, io la ho vista quella ragazza di cui mi sono perdutamente innamorata, quella per cui provo un bene che si avvicina più alla sorellanza che all'amicizia. Io la ho vista e vi assicuro che è esattamente come vorrebbe essere lei, ma non se ne è mai accorta. Sapete è strano vedere quella dolce e stramba figurina così, senza maschera. Libera e senza corazza né catene. E' lei la mia migliore amica. Non quella che urla o stracanta a squarciagola, non quella che ride ad un volume sopraelevato, non quella che ogni volta che vede uno specchio si alza la maglietta per vedere se la sua pancia è ancora lì. No. E' una che, quando ride, lo fa nello stesso identico modo di sua zia, una che si succhia l'acqua della vasca da bagno dalle dita, una che sa disegnare bene i volti delle persone, una di quelle che, se può, ti dà tutto. Una di quelle che sotto la canottiera è piena di cicatrici che fanno male e non ha paura di mostrartele, senza lacrime e senza rabbia. Lei è una che è stanca. Stanca perché a volte è troppo grande e matura anche per sé. Lei è una di quelle della serie limitata, come i cinque biglietti d'oro della Fabbrica Di Cioccolato. Lei è una che vorrebbe tutta un'altra vita e ci riuscirà ad averla. Lì tutto questo presente sarà finalmente lontano e allora ci sarà da raccontare solo il passato, quello passato- passato. Lei odia, detesta la guerra, perché chi ama gli animali detesta la guerra e non è ASSOLUTAMENTE in grado di farne una. Lei non deve dimostrare nulla a nessuno. Lei non è stressata. Lei, tu sei solo alla ricerca di un tuo posto in questo maledettissimo mondo. Lei lo troverà e non c'è verità più assoluta, perché questa è l'unica cosa che so. Una delle poche certezze è che nella tua vita riuscirai dove realmente vorrai.
Lei, quell'ombra che ogni tanto privilegia quei pochi, pochissimi esseri umani della sua presenza ora deve solo tenere duro contro quella ragazza che sta cercando di strangolarla in tutti i modi, con tutto lo stress e le lacrime che ha nascosto nella borsa.
Le cose importanti.
Ora tu sei la mia unica preoccupazione. Ora posso anche fermare tutto se non ti fermi prima tu. Anzi, te lo dico già, se non ti rimetti a respirare finirò col tapparmi il naso anch'io. Perché la rabbia? Perché così tutta insieme?
Va bene che tu sia furiosa. Va bene che tu senta le vene scoppiarti di veleno. Va bene tutto, ma, ti prego, fermati un secondo. Questo è un gioco grande e anche se tu sei abbastanza brava da vincere, stavolta la vittoria non ti porterà a nulla.Nessun abbraccio, nessun bacio, nessun sollievo, solo un'altra battaglia. Io non so quale sia il tuo piano e non posso far altro che esserti al fianco.
La mia casa è la tua casa. La tua vita è la mia vita. Il tuo dolore è il mio. Il tuo riso è un mio sorriso. Non ci si guadagna nulla a fare il lavoro dell'amico. E' un mestiere sottovalutato e per molti è part-time. Non per noi. Io sarò sempre dietro quella porta a bussare, bussare e bussare. Per tutta la vita, fino a sfondare il legno. Non mancherà un mio respiro ad un tuo affanno. Mai. Avremo sempre sedici anni. Sarà sempre tutto come quel giorno sotto la pioggia. La mia spazzola, il pigiama, il mascara saranno sempre qui, ad aspettarti. La mia unica vera preoccupazione ora sei tu. Tu e basta, quindi sta' attenta che ti tengo d'occhio. Tu.Il mio nuovo sempre. Per sempre.
indipendence
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