domenica 4 marzo 2012

Niente...nient'altro




Sono qui. Qui dove non c'è più nulla. Qui dove non dovrebbe esserci più nulla. Qui, dove tutto ha subìto un cambiamento e dove nulla è più come prima. Tutto per uno. Nulla per tutti.
Qui dove prima c'era e poi non più. Qui dove sembra mi sia stata strappata una parte di fegato e ne sento ancora il dolore. Fa così male, ancora così male.
Qui, qui, dove ho mosso i primi passi e dove sono caduta sul pavimento freddo per il dolore anni dopo.
Qui dove le serate passavano davanti ad un tavolo, su cui miei occhi hanno incontrato i colori più belli. Dove si rideva. Dove la sera mamma non c'era, papà non c'era, L. non c'era. Dove eravamo solo io, zio e lei. Dove ridevo, ridevo e ridevo tanto. Un tanto fatto di felicità vera, grezza, pura...come non mi ha più invaso.
Qui, oggi, qui mi sembra di vederla, di sentirla.
In questi giorni le ho parlato tante volte e pare che oggi abbia deciso di esserci. Qui, oggi mi sono accorta di quanto, nonostante il tempo, continui a mancarmi.
Di quanto in questa casa continui ad esserci, a girare con quel suo sorriso magico, quegli occhi dolci e quelle mani stanche. Di quanto la sua voce sia sempre dentro di me e dentro di loro. Di quanto vorrei tornare indietro e mai- credimi mai più- tornare.
Di quanto zio ora sia più simile ad un adulto e di quanto i suoi occhi non scherzino più come prima, anche se diperatamente vorrebbero farlo. Di quanto bene gli voglio e di quanto molto spesso ho dimenticato
Di quanto, a volte, zia mi sembri lei, in certi momenti.
Rì è tutto più difficile senza di lei e nessuno può immaginare quanto ne senta il bisogno.
Ho bisogno di parlarle e di sentirmi rispondere, perché ho un groviglio nello stomaco e nessuno sa togliermelo. Prima lei sapeva farlo.
Mi sento così spaesata senza di lei, in una situazione così più grande di me. Forse in quella più grande di tutte.
E' dura. Dura come la roccia di una montagna ricoperta di ghiaccio.
A volte mi manca così tanto, mi sento così persa.
Ora però lei c'è. In questo esatto momento. Se mi concentro, la vedo, ti vedo, la sento, ti sento.
E non ho bisogno di niente, nient'altro. Fosse anche solo per un secondo più sottile e tagliente del minuto, mi basta. In fin dei conti, com'è che si dice? Siamo giovani e, si sa, i giovani si accontentano di poco. I giovani non sono come noi adulti, loro non hanno programmi, sono persi e non si creano un futuro. Vivono il respiro di un viso volto verso il loro.






indipendence

Nessun commento:

Posta un commento