domenica 6 febbraio 2011

youuuuuuuuuuuuuuuuuu

you were  in collage working part.....
la canzone inizia così e racconta una storia, una vera storia. La storia di un amore, il vero amore che comporta figli, litigi, e tutto ciò che taylor descrive in tale momento. Vorrei poter raccontare la mia storia un giorno e spero sinceramente di esserne capace quindi ti voglio raccontare una storia, una bella storia


stavo camminando per i corridori di quella scuola e ricordavo quanto tempo ci avevo perso, poi mi viene in mente che forse avevo vissuto abbastanza per raccontarvi la mia storia, la storia di un inizio traumatico.
Ero molto piccola e passavo le ore incollata davanti alla televisione senza fare nulla.
Saltavo sopra quel letto e facevo le capriole finchè non mi girava la testa, provavo le verticale, la rovesciata e tutto con il semplice fatto che fossi tremendamente spericolata. Mi divertivo con poco, ma più di tutto provavo a saltare in alto tanto in alto per toccare la porta come sapeva fare papà.
Oggi l'ho rifatto e non ho capito subito il perchè ma ora, ora c'è un perchè.
Quando ero bambina mi bastava veramente poco per essere felice,  rincorrere una zanzara per farla a pezzi  e poi  dire a papà con estremo orgoglio che l'avevo  presa, come si è stupidi da piccoli, si confida in tutti, non si dubita mai di nessuno, specialmente di te stessa.Avevo una tale fiducia in me credevo di essere indistruttibile ma invece la separazione dei miei e il trasferimento mi hanno ricordato che sono debole proprio come ogni altro individuo che popola questo globo chiamato Terra.
Durante i giorni  che precedettero il trasferimento,io passavo tutto il tempo a casa di Valeria non volevo fare i pacchi e chiudere la mia vita là dentro, avevo paura di farlo, pensavo che così avrei sofferto di meno. Poi un giorno salgo e quella libreria che mi faceva paura durante la notte per i pupazzi era vuota , la mia camera era vuota e c'ero solo io in quelle stanze così immense, corsi in camera mia ma il letto non aveva più le coperte allora feci le scale di corsa e arrivai giù ma non avevo  dove nascondermi così mi rifugiai nel buio della camera da letto di mamma e papà e dopo quando arrivò mamma io dovevo essere forte e non dovevo far vedere che ero debole, così corsi fuori e mi rifugiai nel buco dove ero solita rintanarmi quando papà mi sgridava per le unghie. 
Poi presi quel pullman Ancona-Napoli otto lunghissime ore. Valeria insieme al padre ci accompagnarono alla stazione e non ebbi il coraggio di girarmi per salutarli dal pullman, stavo piangendo e non dovevo farlo vedere assolutamente. Arrivai qui e l'unica persona che conoscevo e con la quale volevo parlare era Vittoria, mi ricordo che mi sentivo in colpa verso la mia città per averla abbandonata, per non aver opposto resistenza, per non aver mai detto :" Non voglio lasciare la mia città" ma ora è tardi e sto crescendo dove non credo che sarei mai cresciuta.
Ricordo quando entrai per la prima volta nella mia scuola medie e pensai che fosse orribili, io venivo da Ancona ogni luogo era minuziosamente decorato , quadri legno, ascensore, edifici ma ancora per una volta la domanda "Ti piace?" io risposi "Sì" credo che la monaca di MOnza abbia più coraggio di me.
Ho sempre taciuto era quello che volevo in fondo, certo è meglio per te, devi avere una famiglia, papà mi ha lasciato per quella, non chiamarla quella, perchè non torni con mamma??, il mondo non va sempre come dici tu, e io ancora zitta.
Se qualcuno mi avesse chiesto se volevo andarmene da come dice mamma quel buco di città, ora non sarei qui e probabilmente starei passando la mia vita al telefono con valeria, a ridere e scherzare. Le voglio veramente bene e credo che tornerò ad Ancona io ne ho la forza e quindi perchè non farlo?? LA prima volta voglio andarci da sola, NON te l'ho detto prima perchè ora ci ho pensato, voglio poter piangere abbastanza come non ho fatto la prima volta e sono consapevole che devo farlo perchè altrimenti mi ricorderò sempre di un pianto che non ho mai fatto.
un bacio
R.

Nessun commento:

Posta un commento