domenica 29 aprile 2012

La morbidezza del merletto





Sai, a volte ci sono figure troppo pesanti da sostenere; dita troppo ruvide e graffi troppo profondi per un viso volto dalla parte opposta. 
A volte le parole sono troppe e i pensieri sembrano evolversi verso la stupidità e l'inconsistenza. 
"Inconsistenza": ecco, era questa la parola che cercavo. 
Si traballa su una tavola che oscilla focosamente tra due scogli: l'euforia e l'inconsistenza. 
Ci sono volte in cui tutto sembra alla tua portata; ci sono attimi- perché sono solo attimi- in cui sembri avere il mondo in mano e altri in cui..
Altri in cui sei sola e il mondo inizia a stringersi attorno a te e senti la gola raggrinzirsi fino a non avere più saliva sulla lingua, perché ti senti fuori da questo strano universo. Gli occhi della coscienza iniziano a scrutare ciò che li  circonda e si accorgono di non trovare nulla a cui affidarsi, così cominci a boccheggiare e a chiederti cosa ci fai lì. 
Ci sono stati giorni - che spero di non rivedere mai- in cui la forza di alzarsi dal materasso, che non era più un letto, non si faceva vedere. Ci sono stati giorni in cui il sole poteva splendere fino ad erodermi la pelle e la luna  brillare fino ad accecare gli sguardi degli amanti, ma era come se piovesse sempre. Quei giorni passati solo a chiedersi cosa stava succedendo e perché non succedeva più nulla; in cui l'unica cosa che sentivo davvero era il rumore dei granelli di sabbia che si lasciavano sollevare dal vento arido aldilà del mio ombelico e dentro il mio cuore. 
Non ci sono regole o antidoti per sfuggire a momenti del genere. Non c'è un manuale e non c'è compagnia che tenga o che manchi. L'unica strada sei tu. Tu e basta. Tu, seduta ad tavolino, ad aspettare che il sole sorga e che il Tempo arrivi a bussare alla tua porta diventata troppo spessa per permetterti di uscire a respirare l'aria che ti serve. 
Io non so cosa ti sia successo. O meglio, sarebbe inutile dirlo. 
Questo è il tuo momento. Solo così riuscirai ad andare avanti. Devi capire cos'hai senza che te lo dica io o qualsiasi altro, perché conosci già la risposta, è solo che sei stanca di riprenderla tra le mani. Esausta.
In questa situazione io posso solo far finta di non leggere i tuoi occhi, ma rimanere in silenzio ad annuire ogniqualvolta ti domando:"Cos'hai?", per poi sentirmi rispondere:"Nulla". 
L'unica cosa che posso garantirti- e credimi che non mancherò alla promessa, MAI- è che ti sarò affianco. Ci sarò.
 Ci sarò perché sei una delle persone più importanti per me, anche se non so davvero perché. 
Ci sarò perché non posso fare altro. 
Ci sarò perché senza di te sarebbe impossibile andare avanti e non esagero. 
Ci sarò perché se non ci sei tu non ci sono neppure io.
Ci sarò perché se queste parole mi vengono dal cuore, vuol dire che non me ne andrò facilmente.
Ci sarò perché sono un'egoista e perché di te ho bisogno.
Ci sarò perché basta con tutte queste cose brutte.
Ci sarò perché sono stanca di vederti stanca.
Ci sarò perché con te ho inventato un mondo tutto nostro e a quello non posso rinunciare.
Ci sarò perché è l'unica cosa che ora posso fare per te. 
Ci sarò sempre e cercherò di non farlo sembrare mai poco.
Ci sarò, ma devi esserci anche tu.Per te e nessun altro.
Ci sarò perché sei la mia migliore amica e la sorella che non ho mai avuto e questo non mi basterà mai.

Questo è l'ultimo sforzo, l'ultima inspirazione contenuta e sofferta e poi tutto sarà finito. Poi sarai libera. 
Finirà presto e, appena lo sarà, ce ne andremo. Te lo prometto.
Dove vuoi. Anche a costo di rimanere qui ferme, dove siam già, se è questo che vuoi. 
Finirà e dopo non ricomincerà. Ma- per ora- devi fermarti un secondo, chiudere gli occhi, fare silenzio dentro di te, allontanare tutte le paure e le ansie e far risalire a galla quella risposta. Raduna tutte le forze che hai e riprendi a piene mani quella situazione che ora sembra imbattibile. 
Tutto passerà, Rì. Non sei sola. 
Oggi, come ieri e domani non sei sola. Siamo tutti qui ad aspettarti, così come tu lo hai fatto per me. 
Non c'è fretta, l'importante è che tu sappia che questo brutto e strano periodo passerà. 
 Nessuno tra quelli che ti amano davvero ti abbandonerà se gli chiederai mai aiuto e sono tanti, credimi.
Io ci sarò, comunque vada. Io ci sarò, qualunque cosa tu vuoi che io faccia.
Io ci sono. 
Questa è una promessa. La più importante che abbia mai fatto.
indipendence 

venerdì 27 aprile 2012

Ogni volta ti guardo e capisco il regalo 
l’abitudine spesso sbiadisce i colori 
anche se non ci faccio più caso lo sai 
certe volte il mio vivere è troppo ingombrante 
ma ti posso portare da qui a dove vuoi 
illudendoti forse che a tutto si arriva 
e magari rubarti al tuo mondo che è pieno 
oggi sono me stesso e ti dedico tutto 

ho sentito profumi che portano nausea 
ho cercato calore da chi non ne aveva 
ho pregato la notte col sole finivo 
sono stato un disastro per chi mi ha creduto 
tu mi hai preso la mano e mi hai detto proviamo 
cosa abbiamo da perdere è tutto già scritto 
io ti ascolto sognare io sono nel sogno 
è per questo che adesso ti dedico tutto 
ti dedico tutto 

il mestiere si impara il coraggio ti viene 
il dolore guarisce la tempesta ha una fine 
ma diverso è sapere la cosa più giusta 
siamo naufraghi vivi in un mare d’amore 
e viviamo pensando e scriviamo canzoni 
benvenuti nel secolo delle illusioni 
ci sarà prima poi la sentenza o il giudizio 
è per questo che adesso ti dedico tutto 
ti dedico tutto 

se mi vieni a cercare mi sento più fiero 
se mi metto a studiare mi sento in vantaggio 
quanta pena ha negli occhi non prova questo 
sono stato
davvero baciato da un Dio 
è per questo che vivo con molta paura 
tutto questo potrebbe di colpo finire 
ma poi penso ogni cosa ha una fine sicura 
quindi non me la meno e ci metto passione 

la passione è la forza che lega le teste 
e a quei corpi noiosi da spirito e luce 
se mi fermo a pensare agli errori che ho fatto 
mi si spengono gli occhi e mi cerco nel sonno 
io ci credo davvero non sei solo sesso 
sei conquista e traguardo involucro vero 
dove vengo a nascondermi quando mi pento 
è per questo che adesso ti dedico tutto 
ti dedico tutto 

il mestiere si impara il coraggio ti viene 
il dolore guarisce la tempesta ha una fine 
ma diverso è sapere la cosa più giusta 
siamo naufraghi vivi in un mare d’amore 
e viviamo pensando e scriviamo canzoni 
benvenuto nel secolo delle illusioni 
ci sarà prima o poi la sentenza o il giudizio 
è per questo che adesso ti dedico tutto 

il mestiere si impara il coraggio ti viene 
il dolore guarisce la tempesta ha una fine 
ma diverso è sapere la cosa più giusta 
siamo naufraghi vivi in un mare d’amore 
e viviamo pensando e ascoltiamo canzoni 
benvenuti nel secolo delle illusioni 
ci sarà prima o poi la sentenza o il giudizio 
è per questo che adesso ti dedico tutto



Sai sta scendendo qualcosa sulle mie guance e vorrei sapere perchè?
spiegami tu perchè? perchè la mia mente si sta affollando.... troppo, spiegami, scrivi qualcosa dimmi cosa provo, spiega parla tu per me, tu che mi conoscxi perchè mi sembra di non saper chi sono....mi sono persa, mi sono persa e non so più da dover iniziare, non so da dove.... non so 

Ti dedico tutto - Biagio Antonacci

martedì 24 aprile 2012

oggi voglio scrivere così, perchè è così che mi sento.....piccola, piccola come se fossi una di quelle formiche operose che non chiedfono mai nulla e continuano stanche a lavorare, a essere uccise con gioia di tutti i bambini.
ti spiego, ora ti spiegherò tutto....
lo senti?
senti quando sei stanca e sopporti, sopporti tutto ogni singola cosa, sopporti e cerchi disperatamente di essere alle qaspetttative di tutti, ognuno  ti  vede invincibile, ognuno ti vede troppo perfetta per poter sbagliare, per sentirti smarrita, questo è un errore, perchè saono umana e posso sbagliare come tutti ma sembra che solo a me in questo mondo non sia concesso.
Comunque date le circostanze lo dichiaro così mi lasceranno libera forse per una volta....
perchè se Rita è stanca è un evento formidabile
perchè se Rita si arrabbia e un evento strano
perchè se Rita sbaglia vuol dire che non ha fatto tutto quello che poteva
perchè se Rita non ha il massimo dei crediti sta male
perchè Rita è semplicemnte sempre all'altezza di tutto
perchè Rita, ve lo dice una che la conosce bene, è troppo e sempre perfetta




.......................




allora ha ragione chiunque lo pensi Rita è tutto questo e poi c'è l'altra Rita, il mio alter-ego che non programma, che non vuole ascoltare ragioni, che è stanca, che vorrebbe affondare la testa nel cuscino e scomparire, perchè rita è anche questo , perchè rita è debole in realtà sì lo è , perchè rita si carica una valigia che incomincia a pesare troppo, perchè è stanca di non poter essere stanca, perchè questa volta il peso non regge ......


è così strano... eppure non ci sono parole per descrivere tutto questo, perchè se rita vuole alzare la mano per hè per una volta non è d'accordo tutti hanno paura perchè per dirlo lei vuol dire che l'errore è grosso...invece no alcune volte vorrei aprire la bocca per dire scemenze tante, grosse e poi sono stanca... vorrei vivere la mia tranquillità


sono stanca delle eprsone che si affaticano e gettano tutto su di me
sono stanca di vedere me pian piano appesantirmi
 sonon stanca di dovermi spiegare 
sono stanca di scrivere queste parole che mi pesano quanto un mattone

domenica 22 aprile 2012

un gigante dalle bretelle troppo corte

E' successo. Sì, che è successo. 
Una mattina i tuoi occhi si aprono e la vita nascosta sotto il materasso salta sulla tua faccia per gridarti:"Alzati!".
Tu, ancora barcollante, ti tiri su, ricordandoti dell'articolo letto qualche giorno prima su una rivista mentre eri in bagno:"Prima di alzarsi, sarebbe meglio sedersi e poi scendere dal letto per non sforzare i lombari". Notizia stupida.
Sono le sei e tu devi ripetere storia. Accendi la bajour sul comodino e apri il volume. La tua voce squarcia il silenzio e questo non facilita affatto le cose. Elisabetta, Maria Stuart, la Francia, i Paesi Bassi e sono già le sette e un quarto. Chiudi il libro, spegni la luce.
Poco dopo sei in bagno e ti ritrovi faccia a faccia con il tuo riflesso, che ti guarda assonnato e infastidito dalla tua irritante puntualità. Tu allora ti sforzi e gli abbozzi un sorriso: ora possiamo cominciare.
"Oggi sarà una bella giornata...oggi sarà speciale"-è questo quello che la tua mente si OSTINA a ripetersi per non ricadere nello sconforto mattutino. Lo sconforto non s'addice ai giovani, loro sono forti ed energici. Così dicono.
Ora sei pronta, vestita, nutrita e lavata. Il mondo fuori ti sta aspettando. Butta la biglia e rimani ad osservare in quale incavo della roulette quotidiana finirà. 
Esci, infili una cuffietta e declami uno dei tuoi primi Buongiorno! a chi era sotto il sole o con in mano un ombrello prima di te. Si va!
La scuola ti assale con i suoi portoni giganteschi e le sue campanelle assordanti e i professori si accorgono di non aver di meglio da fare se non interrogare. Chi chiamare? 
Indovina. Peonia-rabbia.
Ma finisce in fretta. 
Torni a casa e mentre ripercorri gli aloni strascicati dei tuoi passi mattutini ti risalgono alla mente quei giorni in cui la strada sembra non esserci, perché al tuo fianco c'era chi con te aveva calpestato la sabbia e irruvidito il mare. Stupido passato. .
Tua madre ti apre la porta e, con un sorriso carismatico, ti dice:"Ma non avevi le chiavi?". Non le avevo. Senti il rumore dei suoi passi svelti ma tranquilli e quello dei tuoi affamati ma stanchi. La cucina è così lontana alle volte.
Oggi tuo fratello non c'è, è andato a calcetto con gli amici, ma senza giocare. Oggi tuo padre non c'è, è di guardia. Oggi ci siete solo tu e lei ed è una sensazione troppo serena per far sì che si ripeta spesso. E' raro. 
Dopo pranzo vi spaparanzate sul lettone: tu con i tre plaid e un nuovo libro, lei con la sua coperta e il suo settimanale. Ridiamo e soffici nuvole di pace invisibile si posano sui nostri volti. Il suo, poco dopo, si assopisce sotto uno strato di lana blu. Tu apri il libro e cadi in un'altra dimensione. Inizia a dolerti stranamente lo stomaco. 
Pioppo bianco- tempo.
Il tempo passa e almeno oggi decidi che devi provare a dormire, così riponi quel mondo dentro le sue pagine, guardi quel bozzolo blu notte accanto a te in cui è nascosta tua madre, ti porti le coperte fin sopra la fronte e chiudi gli occhi. I crampi continuano a tirarti le budella, ma- "passeranno"- pensi. Non passano e Orfeo ti tira con se solo per mezz'ora a brevi intervalli. Il mondo si riapre con una palla di tennis che ti colpisce l'ombelico dall'interno. Tua mamma non c'è più. L'avevi ascoltata alzarsi da sotto i plaid e chiudere silenziosamente la porta della camera da letto. Eri rimasta sola. Scosti le coperte dal viso, ti volti e riprendi la storia. 
Dopo poco tua madre entra in camera con il telefono tra le mani. E' per te, è la tua serata che aspetta di essere organizzata. Ti fai coraggio e inizi a schematizzare quel brain storming che hai in testa. 
Ormai non hai più sonno, quindi ti alzi e i tuoi piedi fasciati dai calzini si ritrovano in camera. Tiri fuori quell'abito che da tanto ormai conosceva l'interno del tuo armadio, ma che non aveva mai visto l'esterno. Quella sarebbe stata l'occasione giusta. te lo lasci scivolare addosso. Cerchi le scarpe abbinate. Le trovi, erano un paio. Raggiungi la voce preoccupata di tua madre. che non sa cosa indossare per stasera e si scoccia anche di uscire:"Sempre a mangiare fuori" ripete demoralizzata, mentre si asciuga la frangetta. 
Ti accorgi di non aver le calze adatte. Dopo un minuto hai trovato la soluzione. Ti accorgi di non essere depilata. Dopo un'ora e mezza sei depilata. 
Arriva la luna, arrivano le stelle e con loro anche l'ora di prepararti. In realtà sei già vestita, occorre solo che tu ti trucchi. Quello, però, non puoi ancora farlo per via di una tua occulta tradizione, che non citerò qui per privacy. 
Alla fine siete pronte. Lavate, vestite, nutrite e truccate. Il rumore del citofono squarcia la patina di tranquillità che regnava in casa.
Prendi le chiavi, ti chiudi la porta alle spalle, ascolti il rumore delle chiavi girare e bloccare la serratura. Chissà come deve essere il mondo all'interno di una serratura.
E' fatta. Sei fuori. E' notte e sei fuori.
Entri in macchina, nella "scatoletta di tonno". 
E' successo. 
E' fatta. La strada è stata tutta tua, tutta nostra.
L'ho visto. Le gambe hanno resistito. Il cuore ha ceduto. La parola ha resistito. Il sorriso ha ceduto. 
L'ho vista. Le gambe hanno ceduto. Il cuore ha resistito. La parola ha ceduto. Il sorriso ha resistito. 
Li hai visti. E' diverso quando sai che l'altro può comprendere ciò che hai appena provato perché lo ha appena provato anche lui. E' fantastico. 
Sì, che è successo. 
Ci sei riuscita ad andare a ballare per davvero quest'anno. La tua prima serata dall'mCph del quinto. Finalmente. Finalmente la voglia di vestirsi bene. Finalmente l'euforia di trovare qualcuno dall'altra parte della balaustra. Finalmente non più corpo in pista, mente sotto il piumone. Finalmente non più accompagnatore con l'implicito e dolce obbligo di un sorriso permanente sulle labbra. 
Finalmente il suono delle tue risate, quelle vere. Finalmente i piedi indolenziti. Finalmente lui. Finalmente lo sguardo che volevo vedere  da tanto. Tantissimo. 
Più ballavo, più ti guardavo e più mi accorgevo che, se anche fosse finito il mondo in quel esatto istante, io avrei continuato a ballare e a ridere, perché non riuscivo a fermarmi. Poi qualcosa.
La hai vista saltare di fronte a te. L'avresti abbracciata se avessi potuto, avresti lasciato che quelle minuscole goccioline d'acqua saltassero giù dagli occhi. Aveva l'allegria negli occhi, in quei suoi grandi, enormi occhi luminosi. Finalmente. E più saltavi e più ti accorgevi che, dopo aver tanto cercato una foto ricordo per quei tuoi maledetti sedici anni, l'avevi trovata. Più ti muovevi, più comprendevi che lei vedeva quello che vedevi tu .Dopo tanto aver annaspato ce l'avevi fatta e solo io so quanto questo per te conti: quella era l'immagine da portare ai tuoi bambini e più ballavi più immaginavi tua figlia con i suoi grandi occhioni sorpresi nel vedere quei grandi, enormi sorrisi. Sorrisi, felicità, allegria temporanei sì, ma reali. 
Era questo quello che avevi cercato durante tutti quei mesi. 
Sedici anni vuol dire davvero saltare, lasciare che i capelli tocchino la Luna per poi riatterrare sulla tua testa, cacciare via, sfrattare con tutto il volume possibile i cattivi pensieri. Quelli che ti fanno sembrare un'adulta. 
Sedici è stato un gran bel numero ieri. Sedici e alla fine avevi perso anche di vista quel ragazzo in console. Sedici e non te ne fregava niente di nulla. Sedici e avevi visto davvero la felicità nei suoi occhi. Sedici e aveva davvero sorriso con felicità sotto quella frangetta. Sedici e sarebbe anche potuto finire il mondo, perché eri felice. Felice felice. Non avresti chiesto di meglio. Non hai chiesto di meglio. Sedici e la musica è più forte. Sedici e io e la mia migliore amica. Per sempre spero. Sedici e ancora i piedi doloranti. Sedici anni come li avrei sempre voluti. Come li cercavo da tempo, senza mai trovarli. Sedici e facciamolo ancora.


Grazie, amica mia. Grazie per avermi fatto divertire così. Sappi che non accadrà più, a meno che io non ti riveda così, perché non c'è stata felicità più grande che nell'averti vista schiacciare tutti i mostri a suon di tacchi e pailletes. Grazie perché mi hai ricordato che anch'io avevo ancora e solo sedici anni. Grazie per avermi presa per mano quando mi sono alzata da quel divanetto rosso, invece di aver lasciato che lo facessi da sola. Grazie per leggermi nel pensiero sempre e comunque. Grazie per lo sguardo ingenuo verso quel grattacielo di antica indifferenza. 
Grazie, perché già sai che lo rifaremo di nuovo. 
Prima che tu te lo aspetti. Prima che io me lo aspetti.


P.S.
Non era a te che mi riferivo quando parlavo di chi non sogna più, ma sono felice che tu ti sia sfogata. Non avrei mai potuto sbagliare così tanto: tu sogni più di me e i tuoi sono sogni grandi. Solo che  non sanno dove andare, perché la loro sveglia suona troppo presto e troppo forte, ma tu sogni. Eccome se lo fai. 
E poi non venirmi a dire che sei stanca di cadere. Sei stata proprio tu a portarmi sulla strada dei mondi fantastici, mostrandomi che, in realtà, era un bivio: si può sognare di aggiustare le cose del passato, ma si può anche sognare di costruirne di nuove. Completamente nuove, ed è questo quello che faccio io. Quello che, inconsciamente e occultamente cosciente, fai anche tu.






 "..tu continua a pensare il passato, che io mi costruisco il futuro. Bisogna pensare al futuro. Il futuro, Cecilia!"- "See, Rita. Sì"

HIT THE LIGHTS


è il ragazzo che non ti ha mai detto “mi piaci”
è la ragazza che hai lasciato andare via
è quello che hai visto quel giorno sul treno
ma ti hai avuto paura e sei andato via

è il treno che vuoi prendere per Las Vegas
cose che giuri di fare prima di morire
è la ctta che ami e che ti sta aspettando
ma sei troppo dannatemente spaventato per volare
accendi le luci
lascia che la musica ti muova
perditi stanotte
torna in vita
lascia che il momento ti prenda
perdi il controllo stanotte
E’ la volta in cui ti sei totalmente sbronzato
e stai ancora cercando di togliertelo dalla testa
è la lotta che hai avuto quando non riuscivi a prendere una decisione
è il passato che desideri cambiare
sono tutti i soldi che stai mettendo da parte
mentre la bella vita passa oltre
sono tutti i sogni che non sono mai diventati realtà
perchè sei troppo dannatemente spaventato per volare
è un pazzo pazzo mondo
ti fa voler scappare
è un mondo perfetto
quando vai fino in fondo
accendi le luci
lascia che la musica ti muova
perditi stanotte
Così lasia andare tutto
lascia andare il giorno e la notte
dal pavimento fino al soffitto
le persone brindano per te
potremmo ballare per sempre
accendi le luci
lascia che la musica ti muova
perditi stanotte
torna in vita
lascia che il momento ti prenda
perdi il controllo stanotte
è un pazzo pazzo mondo
ti fa voler scappare
è un mondo perfetto
quando vai fino in fondo
accendi le luci
lascia che la musica ti muova
perditi stanotte










Luvin'ya... for eva'
indipendence


19.57

è da tanto che non parlavo con te di lui, da tanto che il suo nome, i miei dubbi non venissero a galla, da tanto che mi sono arresa alla realtà dei fatti, da tanto che il sogno non inizia e finisce con lui... da tanto.
sabato sera li abbiamo rivisti io P. e M. e tu V.
strano, entrambe per una volta con un ragazzo passato per una volta sola.
sento che l'amore mi farà del ben un giorno, spero che questa estate sbatta per caso in un bel ragazzo, che cada e che lui mi rialzi sorridendomi.
forse un giorno... sai Cè, forse un giorno ameremo tutti un po' si più e in maniera più sana ma fino a quel momento pensa a questo, pensa al battere dei piedi , al rumore delle mani, alla vita che impetuosamente avanza senza lasciarti tempo...

venerdì 20 aprile 2012

un inferno di sogni

sognavo in grande, è questo che mi voi dire? che non sogno più? che non credo nell'idealizzazione di ogni cosa? che sono realistica, cinica? 
Bene... è vero, sono tutto questo e non so neanche come sono giunta a ciò, come sono giunta a non rimanerci più male se un ragazzo scompare, sono giunta a non volere soffrire più per ideali rotti, per sogni impossibili.
Sai un tempo sognavo e alcune volte quando mi chiedono cosa vuoi fare da grande io inizio con la lista...
" Vorrei fare il veterinario di animali di grande e piccola taglia, vorrei riuscire ad entrare all'università di medicina per fare lo psichiatra e specializzarmi in crimonologia e se proprio vogliamo sognare in grande, lavorare per F.B.I, ma questo è proprio un sogno"
Sai cos'è?   io no sapevo distinguere i sogni, che mi aggrappavo ad essi anche se i più irreali del mondo e la cosa più brutta è che ci credevo con tutto il cuore...


Sognavo un giorno di tornare ad Ancona per stare con Valeria e non è successo
Sognavo un giorno che i miei tornassero assieme e non è successo
Sognavo un giorno che mia madre e mio fratello tornassero normale e non è successo
Sognavo un giorno di non dover 'più vedere un tribunale e non è successo
Sognavo un giorno di vivere con papà nella stessa città e non è successo


Allora tu spiegami,  è facile sognare ?perchè dover soffrire? dover sperare inutilemnte e vedere ogni tuo sogno pian piano sgretolarsi, spiegami perchè?
Perchè è bello, lo so io il perchè, perchè è bello credere per degli istanti che tutto potrà avvenire, perchè è bello credere in qualcosa, perchè è bello fidarci di qualcosa ...
Lo facevo ma sai quando avvicini troppo la mano al fuoco e ti scotti, diventa poi un riflesso involontario togliere la mano per il dolore, per me è ormai questo sognare...
Sbaglierò, te l'ho già detto quando avrò dei figli voglio che siano dei grandi sognatori e idealisti come te, non li vorrei come me...
Ho sempre sognato, sognavo da quando avevo 1 anno, l'ho sempre fatto ma il lento sgretolarsi di ogni tuo sogno ti porta a sgretolare tutto, ti porta a questo ed altro, il lento sgretolarsi dei sogni mi porta a perdere ogni volta una parte di me e quel poco che è rimasto, quel poco vorrei che restasse.



Sognavo un giorno di stare assieme ad A. e non è successo
Sognavo un giorno di andare in America da mia zia in estate e non è successo
Sognavo un giorno di fare il British e non è successo
Sognavo un giorno di vivere in pace e non è successo
Sogno un giorno di ricredere nei mie sogni e non succederà


Dimmi tu che ci vedi una ragione in questo, tu dimmi io perchè dovrei continuare  a sognare.
Non sono masochista, non sopporta farmi male e la cosa bella è che ora ci sono riuscita, sono riuscita a non rimanere più male per nulla, nulla che sia nulla a farmi scivolare addosso se mio padre e mia madre e mio fratello litigano a coppie di due, se mi svegliano per le urla durante la notte, se la mattina c'è desolazione in casa, se prendo un brutto voto a scuola, ho deciso di smettere i sognare per smettere di soffrire, perchè?
Perchè crescendo nulla mi  è andato come volevo, sai? Ed è brutto lo sai? e se tu hai trovato la forza di continuare a farlo, io non so più dove prenderla.




primo anno
Una dolce mano ti sfiora il viso
Tante persone che battono le mani
che cantano la stessa canzone
una torta con una candelina
rida di gioia, scherzi e risate
"Esprimi un desiderio e soffia"
-se ne va la prima parte di te-
quarto anno
tu, mamma, papà e tuo fratello
dolce comprato da poco 
candelina rosa a numero 
" Esprimi un desiderio e soffia"
- se ne va la quarta parte di te-
decimo anno
tu , mamma e tuo fratello 
le mani diminuiscono
le gioie diminuiscono
"Esprimi un desiderio e soffia"
- se ne va la decima parte di te-
decimo anno
tu, papà e tuo fratello
allegro ma pochi
canzone la stessa del primo anno
le mani che battono
" Esprimi un desiderio e soffia"
- se ne va la decima parte di te-
quindicesimo anno
solo tu a casa tua 
mamma e tuo fratello usciti
candelina e basta
lì, quel giorno ho smesso di 
" Esprimi un desiderio e soffia"
era inutile perdere la quindicesima parte di me.




Ora quando soffio le candeline non esprimo più un desiderio, è sempre lo stesso da quattro anni e  non è un mio desiderio mai, dopo quattro anni non si avvera allora perchè?
perchè continuare a perdere ogni parte di me? Inutile fatica che faccio sopportare al mio cuore ogni volte che sono le 12.12 e devo esprimere un desiderio, inutile gioco di parole....


Vuoi sapere qual è ? tanto ormai non si avvera  ed è inutile non dirlo....
Che mio padre ritrovasse il lavoro che ama, risolverebbe ogni mio singolo problema.... ogni singolo ....
l'altro giorno dicevi che i soldi non fanno la felicità e sono d'accordo come sognatrice
ma realisticamente se mio padre guadagnasse quanto prima, io potrei andare al british, potrei fare shopping con mia madre, potrei viaggiare ogni anno, potrei andare in america o qualsiasi altro luogo, potrei vederlo più spesso allora dimmi, dimmi se tutto questo non mi renderebbe felice? dimmelo tu, che sogni, io so che realisticamente non accadrà mai più e sono stanca ora....
Sono stanca ogni anno di rimanerci male perchè non si avvera, ok? non voglio sognare più tanto il sogno è sempre lo stesso, lo stesso che ogni anno mi sbatte la porta in faccia. lo stesso che mi fa cedere con il sedere a terra, lo stesso...
Allora dimmi..è vero i soldi non fanno la felicità assoluta, come ogni cosa nella vita l'eccesso fa male ma sai fa più male questo, perchè questo a me sembra l'inferno....
Voglio bene a me stessa e a te e so che non possiamo essere completamente d'accordo su questo, so che stai scuotendo la testa, ma è così i soldi ti regalano i tuoi sogni e seppur non è così idealisticamente, realisticamente è la verità più assoluta che esista........


l'dealismo vincerà sempre sul realismo, ed è giusto e normale così ma tu sai in un mondo di sogno io crollo per il peso del bagaglio e...........
e......
e.....
e...
e..
e.
e

io non voglio cadere ancora una volta.


R.





La direzione dei sogni...

di njara



....voleva continuare a sognare..
il sorriso di un bambino..
la lacrima di un albero caduto..
poi un giorno tutto si spezzò per colpa di un mago cattivo che la fece innamorare di se..
lei non lo sapeva che lui era un mago cattivo..
pensava fosse un uomo..
pensava fosse un amore..un gioco ma mai una catena..
voleva continuare a sognare la piccola principessa dagli occhi blu..
una principessa ormai decaduta..ma i sogni non decadono si disse quel giorno che indossando il cappello da strega si diresse a cavallo in cerca del mago che non vedeva ormai da molti anni..
chissà se è vivo..se è morto..chissà mai se lo ritroverò pensò la principessa cercando di dare un tono ai suoi pensieri..
ma i pensieri sono del vento e la principessa in quel momento se ne rese conto guardando il suo cappello da strega volarsene via insieme a loro..e girato il cavallo prese un'altra direzione..la direzione dei sogni che finalmente aveva scoperto non decadere..mai.

giovedì 19 aprile 2012

un lucidascarpe fuori tempo

Vorrei dirti che ho tempo, ma non è così. Vorrei dirti che le cose sono sempre semplici, vorrei dirlo a me stessa, ma mentirei. 
Ciò che ti dirò, forse, non avrà senso, ma occorre che io scriva ora. Prova tu a sviscerare qualcosa da questo mio groviglio.
Le persone si alzano al mattino e subito i piani, i progetti e tutti quegli appuntamenti segnati ordinatamente sull'agenda saltano fuori dalla nuvola nera che hanno nella testa, mentre tutto il resto passa in secondo piano oppure passa e basta. 
Scrissi un tema in terza media, in cui ciò che avevano visto i miei occhi guidava severamente le mani, che scrivevano, più o meno, questo:"...Vedo le persone passare, correre con la loro ventiquattr'ore, il loro tailleur gessato e il volto contratto dalle preoccupazioni senza curarsi del cielo blu e del sole che sorge..."
Il mondo gira così in fretta e il tempo viene come risucchiato dalle labbra di un pianeta forse troppo vicino alla Terra, più di quanto immaginassi da bambina.
Ma cosa sono io ora? Bambina? Ragazzina? Non dirmi che sono una ragazza, perché inizio a sentirmi vecchia. Nessuno ci pensa mai al momento di transizione tra un'età e un'altra , io, invece, DEVO pensarci ora. 
Insomma, quando sei una bambina giochi a fare la mamma, quando appendi il grembiulino al chiodo le aspettative calano e ti ritrovi a rubare i trucchi dalle trousse per giocare la parte di quella grande, di quella che ne sa più degli altri, della ventenne che cade da un tacco cinque. Nessuno però si ferma mai un momento.
Che abbiate la ventiquattr'ore, il tailleur, un lucidalabbra troppo acceso o una bambola troppo grande, voi, donne e uomini di questa povera terra esaurita e desolata, non sostate mai e intanto i gabbiani continuano a volarvi sulla testa; le hanno provate tutte per attirare la vostra attenzione, ora si sono rassegnati ad un volo silenzioso. 
Così, mentre loro volano e voi correte, non si sogna più, o meglio, i sogni, quelli colorati ed enormi ed impossibili, quelli che ti fanno spalancare gli occhi fino a sentirne il dolore, son divenuti grigi e...reali.
I sognatori sono pazzi oggi, sono quelli che un giorno dovranno crescere, quelli che ancora non hanno capito granché della vita. Perché?! Perché non ci si può più perdere in un desiderio? Perché nessuno baratta più lo smog delle parole con lo zucchero filato delle nuvole?
Siamo nati tutti sognatori, ma la crescita ti costringe a credere che chiudere gli occhi e costruire castelli di sorrisi sia sinonimo di debolezza e allora si rifugia sotto quegli ombrelli neri che usano i broker londinesi e, quando nessuno più li osserva, aprono il loro piccolo romanzo e cadono nei mondi di chi ad immaginare non ha esitato neppure per un secondo, a costo di sembrar pazzo.
Dunque stasera io mi fermo. Mi fermo e lascio che le domande mi interroghino. 
Gli occhi cadono sulle mie dita ricoperte da questa patina a chiazze luccicanti. Ecco, questa è una di quelle cose che, in un giorno di routine in cui accompagni mamma a far compere, prendi tra le mani, osservi per bene, immagini già sulle tue dita- che non sono assolutamente quei salsicciotti sporchi di pennarello che la realtà ti ha concesso- per poi correre da mamma e, con tono dolce, sussurrare:"Mamma, me li compri?"- e sentirti rispondere, con tono altrettanto dolce,- "Sei ancora piccola, tesoro di mamma. Posali, dai.". 
Ora son cresciuta però e mamma me li ha comprati. 
Non è cambiato poi tanto, in fin dei conti.
Sapevo che se avessi iniziato a scrivere non l'averi mai finita. E' tardi, maledettamente tardi. Io non so come fanno quelle persone a darsi dei tempi per qualsiasi cosa: non so neppure quanti secondi impiego per indossare una maglia. 
Più scappo, più mi sembra di avere un fiume enorme di parole da far sgorgare e allora scrivo, scrivo e scrivo ancora e la mia mente non si ferma. Lei non può fermarsi, non può più. Io non posso parlare di quello che è stato, non so neppure cos'è stato. Non so neanche se è davvero successo. Mi sembra di aver lasciato il posto ad un'attrice e di aver dormito per una settimana, per poi riprendere il telecomando, pigiare sul tasto "go back"  e sorprendermi o trattenere il fiato ad ogni scena: Com'era possibile? Chi era quella? E lui? Assomiglia tanto...no, mi sbaglio.
Finirà. Certo che finirà, ma occorre tirarsi su le maniche e impastare ancora più forte. Più lavori, più dimentichi. Io non voglio dimenticare, solo allontanare per un po' il pensiero e fare ordine nella mia testa, così da riprenderlo dopo. Dopo, quando avrò tempo per sezionarlo in ogni suo più piccolo particolare, fino ad impazzire, fino a farlo mio, perché è impossibile che una cosa così bella e così apparentemente atroce possa essere accaduta ad un semplice essere umano come me. E' questo ciò che penso. Questo quello che mi vortica nel cervello ogni qualvolta arriva Quel pensiero:"Arriverà il momento per te e quando arriverà...beh, quando arriverà..".
Quando arriverà, Rì, ti chiamerò. Anzi, verrò da te, con una grande mappa bianca tra le mani. Allora sgombereremo il tavolo nel tuo salotto e la srotoleremo per bene e, per filo e per segno, ne segneremo i dettagli, ne conteremo gli sbagli, ammesso che esista un numero capace a contenerli tutti, e capirò. Poi me ne andrò e tutto sarà finito. 
Dopo, però, non sono sicura che mi rivedrai presto. Dopo ,forse, partirò o, perché no, partiremo. Sì,perché il pensiero di essere stata una delle tante, una bambola di pezza senza parola né pensiero, sarà troppo ingombrante per conviverci. Tu non dissentire su questo punto. E' una mia decisione. Solo, fai la valigia e parti con me. Ovunque ci sarà richiesto di andare insieme.
 Siamo arrivati ad un compromesso io e lui: 
"Prenditi i miei pensieri, il mio subconscio e anche il conscio, finché te lo concedo. Non preoccuparti, verrà il tuo momento prima o poi. Arriverà l'attimo in cui capirò finalmente cosa è successo, in cui mi risveglierò da questa sorta di trauma e allora potrai sopraffarmi, ma dopo. Dopo, mio caro, resterai qui. Qui, dove tutto è iniziato e finito, e mi lascerai andare. Tu avrai la mia casa, il mio passato e io il mio presente e futuro e, al mio  ritorno, non vorrò trovarti. Mi servirà spazio per qualcosa di più importante...una nuova storia da raccontare."
Per lui non c'è spazio ora, vero Rì? E' questo quello che vuole e non lo avrà. Per ora.










Non ho mai smesso, a distanza di tempo, di guardare il cielo o il sole sorgere, a costo di fermarmi un minuto prima della campanella.Siamo sognatrici noi.
 Non smetterò mai di dissentire di fronte a tutti quelli che non vedono l'ora di crescere e sparire nell'universo dell'anti-sogno. Semmai dovesse arrivare quel momento posso anche accettare la prima clausola, la seconda è meglio che se la dimentichino. 
Crescere non vuol dire diventare adulti, solo imparare a sognare in grande.





indipendence 

mercoledì 18 aprile 2012

nansen..... era un saggio.

Sono sicura che era una persona meravigliosa, sono sicura che ti ha insegnato tanto, che ti ha voluto un bene dell'anima, che ti ama più di ogni altra cosa.
Lei alcune volte mi guarda, non chiedermi come ma io lo sento, so che è lei che mi guarda e le chiedo di aiutarti e di sorvegliarti ma sono sicura che non necessita del mio consiglio. 
alcune volte le parlo, lo sai può sembrare strano ma io le voglio bene, forse sì è strano ma io lo so che lei ci osserva, so che lei c'è sempre stata.
CHissà cosa pensa di te e di me e della nostra amicizia.....
Chissà....
so9 che lei ti pensa però  e questo lo so di certo, so che ti vuole bene come bene, lo so perchè me lo ha detto, lo so perchè lei me lo sta dicendo , perchè ora non sono più io a dettare le parole ma lei...
lei ti vuole bene Cè! Lo so, lo sento e non vuole che tu pianga per lei, o per altri, vuole che tu sia felice... ovunque tu voglio, qualunque cosa o persona tu voglia a lei non interessa, lei vuole vederti ridere come quando eri piccola e stavi con lei gli interi pomeriggi...
lei vuole questo e anche io lo voglio...per te....
Noi desideriamo il meglio per te.

P.S: forse non avresti voluto che scrivessi queste cose, forse non vuoi e sei arrabbiata  ma io volevo farlo per te  e  perchè bho non lo so la credo la cosa giusta da fare....
ricordati che semmai un giorno non mi rivolgerai la parola, io ti vorrò bene come la prima volta in cui ho capito che sei la mia migliore amica.


Ti Voglio Bene.


R.

LO SPIRITO CHE CI UNISCE

Nansen, un maestro giapponese ricevette la visita di un professore universitario che era andato da lui per interrogarlo sullo zen.Nansen servì il thé.
Colmò la tazza del suo ospite e poi continuò a versare.
Il professore guardò traboccare il thé, poi non riuscì a contenersi:
"È ricolma. Non ce ne entra più!".
"Come questa tazza" disse Nansen... "tu sei ricolmo delle tue opinioni e congetture. Come posso spiegarti lo Zen, se prima non vuoti la tua tazza?".


lunedì 16 aprile 2012

I favoritismi del tempo

Ho esattamente nove minuti, ma qualcosa di sensato riuscirò a dirlo. 
E' solo che ancora non riesco a spiegarmi. Ancora non riesco a capire cosa tutto questo mi ha causato. Ancora non ho compreso il mio comportamento, men che meno il suo. Ancora la mia mente non è riuscita trovare un piccolo posticino per tutto quello che è successo.
E' solo che a volte, quando svolto l'angolo di quel corridoio, è come quel maledettissimo giorno in cui tutto è stato perfetto. 
E' solo che non so se voglio ancora metterci una pietra sopra, non so se ne ho davvero la forza. La mia vita sembra, però già partita e mi sento trascinare come una carcassa dietro un giogo. 
Ieri sono andata da lei e mi sono seduta sugli scalini di fronte a quel nome e a quel mazzo di rose rosse e nella mia testa le chiedevo se le piaceva com'ero diventata e se aveva visto cosa lui, questo, quel nuovo personaggio che aveva fatto capolino nella mia vita, mi aveva fatto e se era contenta. "Madre e nonna dolcissima. Resterai sempre con noi" : una delle frasi più dolci e più aspre da sostenere. 
Tre minuti.
Due minuti.
Fuori sta piovendo e sembra Parigi. Le parigine hanno una pelle bellissima, infatti non usano trucco. 
Io ho visto e vissuto a pieno tre lui:
la sua versione abbronzata 
la mia versione di lui
la sua versione di lui. Il lui reale.
L'altro giorno ho riletto il post che scrissi prima di partire.
Cara casa e piccola collina,
hai visto? alla fine qualcosa da raccontarti l'ho trovato. Sapevo che quel piccolo diamantino a forma di cuore non si era smarrito lì per caso.
L'unico problema è che ora al suo posto non c'è più nulla. Gli spigoli di ferro che lo contenevano ancora mi pungono il polso. Lui, però, non merita tanto. Lui, però, non meritava tanto. Lui, però, non merita altro. Lui, però, non meritava altro.


17.42. RITARDO
indipendence