E se dovessi dirti che ho da urlare, allora non mentirei.
E se dovessi dirti che mi ha sorpresa, allora non direi bugie.
E se dovessi dirti che ho urlato, allora mentirei.
E se dovessi dirti che ho pianto, allora direi bugie.
Semplicemente io, io non so.
Mi ha lasciata senza respiro, senza sospiro, ma non c'è rabbia in me, almeno credo. Almeno non ancora.
Hai presente l'esatto secondo che segue il momento in cui una cosa ti è appena scivolata dalle mani; come quando, d'estate sotto il caldo torrido, la gola ti si secca, ma tu sei sulla spiaggia e allora ti affanni a cercare un bar o, almeno, un carrettino di granite. Poi, quando meno te lo aspetti, una coppa d'acqua ti compare davanti agli occhi e più la bevi, più ti sembra l'acqua più dissetante che la tua lingua abbia mai assaporato. E più la bevi più sai che prima o poi finirà, allora allontani dalle tue labbra prima assiderate quel calice, lo poni ai raggi del sole per ammirarne quello che sarà il tuo ultimo sorso. Hai ancora tanta sete, ma devi andarci piano, devi tenere quell'ultimo goccio per un'occasione più urgente.Poi qualcosa.
Tutto ad un tratto qualcosa di invisibile agli occhi si porta via la tua coppa speciale. Tutto in un solo secondo. In un attimo. Quell'attimo, quell'attimo che segue. Ecco dove sono ora.
Senza parole, inerme. Stremata, forse.
Nella mia mente vaga solitaria una domanda dalle sembianze mostruose, che tento di tenere a bada :"Come ha potuto?".
Come ha potuto?! Come ha potuto essere così finto? Come ha potuto fingere così bene uno sguardo commosso, un abbraccio stretto, delle parole dolci? Come possono delle persone cambiare così tanto e non aver mai paura di ferire gli altri? Non metterlo neppure in conto? Come ha potuto fare tutto così alla luce del sole? Come ha osato non avere lo stomaco di chiudere con me prima? Come ha fatto a recitare così bene il copione "dell'uomo", se così si può definire un individuo come lui, perfetto? Come ha potuto entrare nella mia vita così?Come ho potuto non dare ascolto a quell'urlo dentro di me per così tante volte? Come ho potuto permetterlo io?! Io, io che sono sempre quella che chiude i conti,quella che non crede nelle cose a distanza, quella con la risposta pronta e acida, quella che non riserva nulla per nessuno, quella che non perde mai il controllo, se non quando è sola. Chi sono diventata? Chi ero? Sono qui a domandarmelo e non trovo risposta, perché forse non ci sono risposte a domande inutili. Come ho potuto lasciare che facesse tutto questo? Come ha osato intromettersi nelle vite delle persone a cui più tengo?! Come ha osato mettere mano ad affari di famiglia? Come ho potuto essere così ingenua? Come si può essere così stupidamente e perennemente felici? Sotto quale tipo di canna ero?! Come ha potuto farsi amici tutti?
Scioccata. Senza piani.
C'è una sola cosa da fare: pizzicarsi forte la pelle e ricominciare a sentire il mondo fuori, perché la vita, questa vita è mia.
Avrei tante cose da dirti, perché -ormai lo sai- la scrittura per me è come un porto per una nave merci: si alleggerisce di tutto il carico trasportato in silenzio fin ora. Un carico di cui non sento ancora il peso e questo mi spaventa.
Per adesso non posso fermarmi. DEVO essere un treno in corsa, perché sarebbe troppo dura accettare di esser stata una di loro, un coltello dalla lama fin troppo arrugginita il ricordo di quanto sono stata brava a sotterrare me stessa non appena mi veniva chiesto. Troppo per una come me. Sono forte, devo esserlo per me e per tutti gli altri che ne avranno bisogno. Non posso farmi male a pensare ciò che è stato. Devo cercare di reprimere tutti quegli strani flash-back di tutti i posti in cui sono stata con lui, che ancora -DAVVERO- non mi spiego come possano apparire così spesso, ma ci riesco. Sì che ci riesco. E' facile stavolta, non è vero?
Sì che lo è.
Non posso fermarmi a sentire quanto male può fare, vero Rì?
Non posso fermarmi a capire quanto è stato falso, vero Rì?
Io non voglio farmi così male, non più . "Così com'è venuto, così se n'è andato", è questo ciò che mi sto ripetendo. Tutto di corsa con lui. Non posso dir parole dolci e, credimi, non faccio altro che scriverle e cancellarle, ma non posso. No, non posso farlo, perché questa, quella minuscola e insignificante parentesi non se lo merita. Tutta una sorpresa: non mi aspettavo venisse quel giorno, non mi aspettavo se ne andasse quel lunedì, ma soprattutto - e questo è ciò che mi permetto di chiedermi per ora- non mi aspettavo non avrebbe cercato neppure di salvare le apparenze quando è scomparso. Non so. Forse una parte di me, una stupida parte di me, sperava che avrebbe fatto attenzione a chiudere questa porta prima di aprirne un'altra o, almeno, a socchiuderla. Forse una parte di me sperava in una chiamata durante quella settimana, non so. Credimi, non so. Sono senza parole, senza emozioni.
<<-Cosa ti aspettavi? D'altronde tu lo hai sempre saputo.
-Sì, ma il pensiero che ora un'altra stia sentendo il suo cellulare squillare e che ora stia ascoltando la sua voce dire le stesse identiche cose ha detto a me, che ora lei si stia fingendo distaccata pensando che è tutto troppo perfetto non mi aiuta.
-Questo perché tu non sei stata capace di ascoltare te stessa.
-E ora?! Ora cosa devo fare?! Crocifiggermi per questo, forse? Hai presente cosa vuol dire avere davanti il viso del tuo professore di filosofia che chiede a non ricordo chi perché tutti sono così felici e perché io sto andando via con l'aria di avere il cielo tra le mani?! Sai cosa vuol dire?!
-Sì, mia cara, c'ero anch'io. Ero anch'io lì, esattamente nei passi che percorrevi tu. Bisogna solo che tu te ne faccia una ragione. Devi ritornare in te. Torna in me e nulla più ti ferirà, lo sai.
-...
Forse hai ragione, ma tutto il resto?
-Tutto tornerà al suo posto, piccola mia. Il tempo guarisce le ferite e tu, per ora, non devi far nulla. Ti sei già stancata abbastanza, non è così?
-Sì, ma fa male.
-Passerà,bambina. Sappiamo tutt'e due che passerà. Forza, coraggio, riordina questo caos e prendi la borsa che ti porto a fare shopping. E' tanto che non mi permetti di farlo.>>
E' vero, sai. Sono solo una bambina, ma i bambini fanno di tutto per crescere e ci riescono. Quelli come te cosa fanno?
Senza parole. Senza emozioni, per ora.
Tranquilla, però, perché l'unica cosa che mi serviva davvero sapere me l'hai detta tu con il tuo "Ci sarò". Stavolta però grazie non te lo dico, perché io ci sarò di più di te.
Luvin' ya,
indipendence
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