Devo fare pipì. Devo fare urgentemente pipì!
Vorrei che tu leggessi questo post prima di domani, ma non accadrà.
C'è una linea di scarto tra oggi e ...domani che sembra così doppia. Domani.
Domani si cresce, di nuovo.
Ho paura, paura che accada qualcosa di brutto come gli altri anni. Ho paura di perdere qualcun altro quest'anno. So che può sembrare una banalità, ma ho paura.
Un giorno, al villaggio, di ritorno dalla piscina, mentre mi stavo preparando per la cena ed ero sola a casa, la tristezza mi ha assalita.
Era una tristezza che non mi sorprendeva da tanto ormai e questo era strano, sbalorditivo.
Era così tanto che ormai non la pensavo, non in quel modo almeno, perchè per il resto non passa un singolo giorno in cui lei non ci sia.
Lì mi sono alzata e, tra una nota e una lacrima, le ho parlato:"...Ti prometto una cosa. Da oggi ci divertiremo assieme, perchè ce lo meritiamo. Non avevo mai pensato che sarebbe finita così. Mi raccontavi tanto di queste terre e sognavo di vederle anch'io un giorno e ora? Ora sei così infinitamente lontana...non si può immaginare quanto tu lo sia. Ma stavolta lo faremo assieme. Ci divertiremo assieme, qualunque cosa io faccia qui, qualunque cosa accada. Promettimi una cosa anche tu, però. Prometti che ci sarai, prometti che ti farai sentire."
Quello è stato il posto in cui, alla fine di tutto, mi sono trovata accasciata su un letto, triste per un altro motivo che non fosse lei. E' stato strano. E' stato strano sentirsi viva di nuovo, per qualcosa che non fosse lei, ma con almeno un pò di quella vitalità che c'era prima.
Sono cresciuta quest'estate. Quel posto è stato come un raggio di sole tra tutte quelle macerie, come una pezza da rattoppo ai miei vestiti stracciati, come un fazzoletto per le lacrime che neanche vedevo più.
Era così tanto che non mi sentivo coinvolta nella mia vita ormai, almeno un pò.
Non avevi un attimo di respiro e non potevi pensare lì, perchè c'era sempre qualcuno che ti prendeva per mano e ti trascinava dentro. E' stato come il primo giorno di scuola in un posto tutto nuovo. Nessuno lì sapeva quello che mi era successo, nessuno sapeva di lei e di quel periodo tremendo che era appena trascorso. E' stato come tornare indietro e lasciare che tutto fosse...normale, semplicemente e tranquillamente normale.
Sono cresciuta quest'estate. Tornare davanti a quella casa, davanti a quel lido è stato peggio di quanto immaginassi. Non sarei mai voluta andare via. Avrei voluto scavalcare, spalancare le porte e le finestre e buttare tutto giù e dire a qualcuno che noi saremo arrivati, era solo questione di tempo. Cercavo di vederla seduta lì, fuori al terrazzino sulla sua sdraio, a leggere e prendere il caffè nella sua tazzina come sempre, ma non c'era niente. Cosa volevo dimostrare?! Chi volevo prendere in giro?? Cosa, chi volevo trovarci lì? Devo smetterla di illudermi, ma non ci riesco.
Per un secondo, per uno stupido secondo, quando ho fatto svoltare la bici, per un solo momento, ho creduto di ritrovarla lì. di guardare di nuovo attraverso le finestre aperte e rivederci Simone e Andrea correre per il salone, di salutare lo sguardo di zia appoggiata al davanzale con il suo computer e le sue enormi cuffie nere; speravo di risentire i piedini di B. scendere in tutta fretta le scale per venirmi incontro.
Per un fottuttissimo nanosecondo mi sono rivista seduta di fronte a lei a parlare fino a quando il sole non calava e a ridere di tutto quello che succedeva nell'altra casa e a chiederci perché io non potessi passare l'estate lì con lei, ma tutto questo non c'era.
Tutto ciò che si è presentato ai miei occhi è stato una casa vuota e spenta, un vecchio canestro appeso alle scale e un cancello fin troppo serrato.
"Cosa credevo di fare?! Le persone se ne vanno e non tornano, non lo sapevo?! Si cresce. E' così che va avanti il mondo e io non faccio eccezione e ora non mi significano nulla queste lacrime." Più queste parole nascevano nella mia mente, più schiacciavo sui pedali e più acceleravo e, quando ad un certo punto mi sono sentita la macchina ad un passo dietro di me, non ho smesso di accelerare. La rabbia era così tanta che mi sono detta che nulla poteva farmi male, tanto c'era lei a proteggermi. Io potevo fare quello che volevo e più me lo dicevo più iniziavo a rallentare.
Quando sono tornata, mi sono stesa sul letto in camera dei miei e ho versato un'unica, inutile lacrima. Non mi ricordavo neppure se questo era il primo anno senza di lei. La mia mente non voleva capire che questa era la prima volta che affrontavo i banchi senza di lei e che questa era e sarà la prima volta non la sentirò confortarmi qualunque cosa mi accada in questo momento della mia vita. Da questo momento in poi. Il tempo mi sembrava così tanto e così trasparente allo stesso tempo che quando ho compreso lo stomaco mi si è contorto.
Poi qualcosa. Sembrava una cassetta montata su tante parole già dette, ma non proveniva da nessuna parte: "Sarò con te. Tu non preoccuparti". Solo questo.
Non so cos'è stato, ma se ho deciso di dirtelo è perchè so che mi crederai.Nessuno dovrebbe mai fidarsi così tanto di una persona, ma io lo sto facendo. Ti sto affidando il segreto più importante e pesante che ho. Ti prego, non prenderla come una cosa senza senso o poco seria, perchè voglio credere sia stato vero.
Sono cresciuta quest'estate e ho un anno alle spalle. Forse l'anno più lungo della mia vita. Un anno in cui mi hanno costretta ad entrare nel mondo dei grandi e da cui ne sto uscendo lentamente perchè non mi è piaciuto neanche un pò.
La prossima volta che varcherò la mia porta di casa sarà per andare incontro ad una gigantesca bufera e non sono poi così pronta.
La valigia che mi ha regalato l'estate è grande e forse l'inverno le ha finite per quest'anno.
Non so cosa succederà e odio questa frase, ma è così. Non so come sarà e il pensare che dovranno per forza esserci dei momenti in cui tutto andrà male, non aiuta.
Non c'è un lieto fine a questi pensieri, ma so che ci sarà una pausa. So che quella pausa si dividerà in tanti momenti, in tanti treni presi sempre per lo stesso posto, in tante tazze di latte e miele, in tanti vestiti, in tanti post, in tanti pianti e, se sarò fortunata, in pochi, pochissimi innamoramenti. Io vivrò di quelli. Ce la farò e so che tu mi starai dietro. Almeno ci proverò. Tutto sommato non può andare tanto male.
Sarà dura, tu non sai quanto fa male dire e dirmi questo.
Quest'anno mi metteranno alla prova. Tutte le abitudini che avevo lo faranno, perchè nulla sarà come prima. Soprattutto se il prima non c'è più, ma andrò avanti. Non sono in grado di fare altro.
Domani?
Domani sto arrivando.
Stiamo arrivando, siamo tutti qui ad aspettare un nuovo anno.
P.S.
Insieme andrà tutto bene e, tranquilla, ci sarò.
P.S. del p.s.
Ho trovato sul tavolo una busta bianca, c'era scritto Intercultura.La ho aperta. Non so cos'era, non ne so nulla. Ho solo letto il mio nome e: "Soggiorno desiderato: UN ANNO SCOLASTICO".
Era per questo che volevo lo leggessi prima. Prometti che ci sarai anche in quel caso. Ho bisogno che tu lo prometta. Prometti!
Ti voglio bene, Rì ...te ne vorrò sempre.
indipendence
ognuno farà la propria strada è normale.....se vuoi andare vai ....io ci sarò!
RispondiEliminaci sono cose che non decido io...ci sono cose di cui non sono neppure a conoscenza, ma questo tu non lo leggerai mai..almeno lo spero
RispondiEliminaletto...ma non ho capito bene
RispondiElimina