Stasera ti scrivo così. Ti scrivo e basta. Forse ti scrivo perchè sono nervosa, anche se non so perchè. Ti scrivo senza musica stasera; è la prima volta che scrivo senza musica, eppure l'Mp3 è proprio qui, accanto a me. Stasera è tardi e tu dormirai da un pezzo ormai. La camera è in disordine e non mi giro per constatarne lo stato. Lo so e basta. Sono nervosa e quando sono così nervosa mi prudono le mani. Mi è sempre successo e scrivere mi calma. Sono appena tornata da un viaggio e, ora che ci penso, credo che molti dei nostri post si siano cancellati...non ne sono sicura. C'è stato un periodo in cui Latina era il mio piccolo, inaspettato rifugio. Non credo tu ci sia mai stata...lascia che te la racconti per come me la ricordo. So che è assurdo, ci vado tutti gli anni da almeno..una vita., però non ricordo tutto. Ti posso dire che dove vado in estate è bello, soprattutto al tramonto. Lì c'è il mare e, dall'altra parte della strada, alla fine del lungomare, dopo i lidi, costeggiata dalla pista di biciclette, c'è un'enorme, sconfinato campo di girasoli. C'è ne sono tanti, sai. Un giorno, forse, ci andremo insieme. Lì non uso la macchina,uso la bici. So come la pensi a riguardo e ti garantisco che, prima di quest'estate,neppure io amavo quello scarabattolo a due ruote...è forte,sai?
Ho iniziato a prenderla quando i miei sono ripartiti per Napoli. Mio fratello andava a dormire a casa di mia nonna materna e io rimanevo da mia nonna paterna. Lei non va a mare. La casa è sua, ma, col tempo, ha perso l'abitudine di affondare i piedi nella sabbia di fronte. Al mattino non mi andava il mare in solitudine e farla a piedi, sotto il sole, dopo un pò mi ha scocciata. Ho sempre avuto paura della bicicletta, ho sempre avuto paura di molte cose, ma tu questo non lo sai. Ad ogni modo, non potevo continuare così. Sono scesa al piano di sotto, ho aperto la porta che dava sul giardinetto, sono uscita fuori di lì, ho aperto la grande porta blindata del garage, ho attraversato l'enorme stanzone facendomi largo tra le auto, ho aperto la minuscola porta della cantina e lì, in fondo, appesa in alto c'era lei...Gloria. Non chiedermi perchè abbia questo nome, non so darti una risposta. Papà me la regalò così, con quel nome scritto su. L'ho presa, ho lanciato le chiavi della cantina sul balcone che dava sulla mia stanza, l'ho messa in strada e ho iniziato a pedalare. Era così tanto che non la prendevo. Riuscivo quasi a sentire il suo stupore nell'essere notata dopo tutto questo tempo. Quello è stato il giorno dell'inizio della mia estate. Quello è stato il giorno in cui il sole delle 8:30 ha iniziato a colpirmi il viso mentre andava a risposare. Quello è il giorno in cui ho iniziato a credere che potevo essere indipendente e andare dove volevo..senza chiedere. Scusami però se mi sono persa in questo racconto. Ora riprendo con la descrizione...dov'ero? Ah sì, i campi di girasoli. Vedi, quel posto è completamente differente dalla città. Cammini, pedali e senti l'odore dell'erba appena falciata o della pioggia appena caduta sulle foglie, senti il cicalio e, qualche notte, vedi anche le lucciole. Non so bene come spiegarti, somiglia un po' a quei posti nel Tennessee. Ci sono le fiere di ortaggi e i mercatini di conchiglie dove va mio zio il martedì. Al piano superiore, le mensole sono colme di miriadi di conchiglie, tutte diverse. Ci sono i surfisti e i pescatori al tramonto. Ci sono i falò e i ragazzi che cantano davanti a chitarre e bistecche alla brace. Ci sono i nostri bagni al tramonto dove- e questo è un segreto segretissimo- se vai sott'acqua e apri gli occhi, il mare sopra di te è d'argento. Ci sono i ragazzi e le doccie ma ci sei anche solo tu e un'immensa strada davanti a te che puoi scegliere di percorre per pensare...credo che,nonostante tutto, ti piacerebbe.
Se dovessi dirti cosa ricordo di tutte le mie estati passate lì, la prima cosa che mi viene in mente è il balconcino della mia camera. E' al primo piano e, se esci, vedi il mare come se fossi già lì. Ricordo la cucina di casa di mia nonna paterna. E' tutta anni '60, con le sedie in pelle rossa e i mobili bianchi. Il frigo è fantastico, il tipico frigo americano grande come un armadio, rosa e bianco. Ricordo la stanzetta dove dormiva mio padre da piccolo, dove c'è ancora il cartello con su scritto "stanza di Gianfri- non disturbare" e dove, ora, dorme Lorenzo. Ricordo il gelato dell'UNICA gelateria del lungomare e le passeggiate immense che si facevano per andare a mangiarlo..la panna è gratis! Ricordo la luce che entrava al mattino dalla cucina e gli struzzi, i cavalli, i galli della fattoria di fronte. Ricordo tutto quello che qui, alla fine, ho dimenticato. Perchè? Perchè lì il tempo si è fermato. Sì, si è fermato con il suo odore, con le maschere subacque che usavamo da bambini, con la cantina e la sua doccia gelata, con gli scatoloni di braccioli e bambole che ormai avranno vent'anni, con mia nonna che fa sempre il suo ciambellone allo yogurt che mi piace da che non ricordo neanche più,con la mia bici che ora sarà lì e che devo ancora spiegarle che quest'estate, se mai dovessi rivederla, non la porterò più sul lido di zia perchè, quella casa,sull'altra costa della spiaggia, non c'è più perchè nessuno ci andrà più..dovrò scegliere un'altra destinazione.Un giorno ti ci porterò.
p.s. questa è la mia spiaggia...quello il mio sole
indipendence
si è cancellato un mio post prima del tuo .....uffa.... povera floridiana
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