martedì 21 giugno 2011

Il buio delle notti estive

Ci hai mai fatto caso? Le notti estive sono diverse da quelle invernali e non parlo solo della temperatura. D'estate, anche solo i primi giorni è diverso. Qui è tutto spento ora e non c'è musica, strano vero? Eppure stasera non mi serve. Li senti questi rumori? Questi motorini che invadono il silenzio e poi scappano di soppiatto, finchè non li senti più, riesci a sentirli? Le senti le cicale che fanno cCcCcCcCcCc? Io sì. D'estate è diverso. Quando sono qui capita spesso che chiudo la porta della camera, apro il balcone, prendo un cuscino e mi siedo sul quadratino di parquet appena prima del balcone. A volte ci passo le ore. Io scruto il cielo. Non sono mai stata una di quelle che si mette lì apposta per guardare la luna o le stelle, a meno che non sia il 10 Agosto. Accade per caso, mentre ho troppe cose da fare oppure quando è davvero tardi, mi concedo una pausa e mi accovaccio lì, nel buio. Alzo la testa e immagino, immagino delle costellazioni e do loro dei nomi, fingo di vederne di vere, come quella dello scorpione o della bilancia, ma non credo di esserne mai stata certa. 
Stasera è tardi e non so se sei sveglia. E' quasi l'una, ma tutti sono svegli. 
La sera in cui parlai con F. riguardo il gioco delle iniziali dei nomi mi stesi sul marmo freddo a pancia sotto. Me ne stetti lì per un bel pò di tempo, ora che ci penso. Guardavo giù: l'asilo deserto, casa di Mè, il palazzo di fronte, due ragazzi che si concedevano del tempo per starsene un pò soli. Fu più un modo per calmare i crampi allo stomaco che altro. Mi ero dimenticata di quella notte, sai? Non feci altro che pensare e pensare, finchè le costole non iniziarono a dolermi in maniera ormai evidente.
In inverno certe cose non le faccio. E' dura durante quelle stagioni. Per me è davvero dura. Prima del liceo seguivo ...l'istinto ogni volta che il sole si degnava d'uscire o la pioggia di scendere, poi mi ho capito che non puoi dire sempre ciò che pensi o fare ciò che senti, dovrai pur controllarti, o no?
Forse è anche per questo che l'ho fatto. Tagliare i capelli, intendo. Sembrava di essere tornati. Sembrava di aver ripreso tutto tra le mani..almeno in quell'istante. 
Tutti hanno una parte che non ragiona, c'è chi ha così paura di scoprirla che dice di non averla, altri la lasciano lì e poi la riprendono quando c'è bisogno delle maniere forti. Io non ragionavo mai e con questo non voglio dire di essere stata pazza, non ne avrei mai avuto la possibilità. Solo immagina un pensiero, uno di quelli più assurdi e immagina di seguirlo. La maggior parte delle volte era così. Con il liceo tutto questo "stran pensare" è andato pian piano a quel paese e me ne sto rendendo conto solo ora. Ho deposto tutte le mie armi, tutte le mie grida di battaglia, tutti i miei pennelli e i miei diari, perchè? Perchè è così che ho imboccato la strada "crescita", perchè è così che si fa...almeno credo. 
Stasera è davvero tardi ormai e papà starà per venire e dirmi "vai a dormire, che è tardi", come ha da poco fatto mamma..ed eccolo! 
Silenzio. Motorino. Silenzio. Rumore dei tasti. Macchina. Silenzio. Mi sono girata e ho visto "Ode alla vita", forse l'unica cosa illuminata in questa stanza. 
"...Lentamente  muore chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro.
chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un sogno,
 chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati"

Pablo Neruda

indipendence

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